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Domande di adozione dimezzate e bambini in casa famiglia

All’indomani delle parole del Papa a favore dell’accoglienza dei piccoli da parte delle famiglie, il giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Roma, Giuseppe Sartiano, lancia l’allarme attraverso una intervista a Telepace: le domande di adozione sono diminuite del 50% negli ultimi cinque anni

Si parla poco delle adozioni. Papa Francesco ha acceso un faro all’udienza generale esortando le istituzioni a semplificare l’iter burocratico. Un intervento provvidenziale secondo Giuseppe Sartiano, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Roma, secondo il quale negli ultimi cinque anni si è quasi dimezzato il numero di famiglie che ha chiesto l’idoneità adottiva, la primissima tappa verso l’obiettivo, rilasciata dalle autorità giudiziarie. In particolare – ha precisato – l’ultimo dato disponibile risale al 2019 quando le domande sono state 8 mila rispetto alle 16 mila del 2014.

Il calo delle richieste di adozione

Sono diverse le ragioni all’origine del calo, a cominciare dalle difficoltà economiche dei nuclei che si sono acuite a causa della pandemia. “Durante il lockdown – afferma Sartiano – le idoneità adottive non erano considerate delle emergenze. Quindi i tribunali non ascoltavano le coppie propense ad adottare”. Tuttavia, bisogna andare oltre se si vuole comprendere il fenomeno fino in fondo. “Il punto chiave – spiega – è che i bilanci degli enti locali, e quindi dello Stato, sono maggiormente orientati a sostenere le strutture di accoglienza, invece che i servizi territoriali e le famiglie

Il giudice onorario richiama ancora i dati ufficiali per dire che all’interno di questi istituti si trova ben il 95% dei 26 mila minori al di fuori dei nuclei attualmente presenti in Italia. “Un dato approssimato per difetto”, avverte visto che non tutti gli enti di prossimità hanno il quadro chiaro della situazione. Nonostante in linea di principio l’orientamento sia differente – aggiunge con rammarico – “la soluzione pratica non è la permanenza nella famiglia di origine, l’adozione o l’affido, bensì l’ingresso nelle strutture di accoglienza”.

Occorre un cambio di passo per sostenere le famiglie

E sono consistenti i costi affrontati per garantire la permanenza dei piccoli in questi contesti, dove è senza dubbio importante l’azione a favore del benessere dei bambini portata avanti con abnegazione e professionalità dagli addetti ai lavori. La riflessione è di tutt’altra natura in questa sede. “La retta giornaliera – specifica – oscilla fra 110 e 200 euro, a seconda delle condizioni del minore”. Ricordando che tali cifre sono a carico degli enti locali, Sartiano cita il caso della Regione Lazio: “negli ultimi mesi c’è stata l’approvazione di una delibera che ha incrementato di circa 2 milioni di euro lo stanziamento destinato a sostenere le circa 50 case-famiglia presenti sull’intero territorio”. Per dare seguito all’appello di Papa Francesco, il giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Roma ritiene necessario un cambio di passo sul fronte degli investimenti. “Cifre inferiori di quelle in ballo potrebbero essere destinate alle famiglie: quelle adottive, quelle affidatarie e quelle di origine per aiutarle tempestivamente a fronteggiare le difficoltà che si presentano. Troppe volte -conclude – si aspettano eventi tragici prima di intervenire”.

Fonte: Eugenio Bonanata – Vatican News
Immagine: Vatican News

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