Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

S. Messa Pontificale in onore di S. Giovan Giuseppe della Croce

Domenica 5 settembre presso la Parrocchia di S. Maria Assunta

(Is 35,4-7; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37)

In occasione dei festeggiamenti per S. Giovan Giuseppe della Croce, il Vescovo nella sua omelia ha puntato l’attenzione sul tema dell’ascolto della Parola. La Parola di Dio – ci ha detto – è sempre una bella notizia, anche quando, entrando in noi come lama tagliente, sembra ferire.

Essa infatti non fa altro che potare i rami secchi, eliminando il superfluo, per consentire alla pianta della nostra anima di fruttificare e vivere più intensamente la nostra vita. L’ascolto della Parola rende la nostra vita più gioiosa, la struttura in un progetto significativo, la indirizza e la guida dandole un senso. È la gioia di cui parla Isaia nel brano che costituisce la Prima Lettura, la gioia che risulta dalla consapevolezza della presenza di Dio che ‘viene a salvarci’. Questo è anche il senso delle espressioni ‘ridare gli occhi ai ciechi e schiudere gli orecchi ai sordi’.

Dio guarisce non solo le infermità fisiche, ma anche quelle spirituali, queste ultime sono le più pericolose, è il male dal quale deriva molto altro male. Nel brano tratto dal Vangelo di Marco Gesù ridona l’udito ad un sordomuto. Ma il miracolo va letto oltre il suo significato immediatamente materiale. I gesti descritti da Marco per guarire il sordomuto vengono ancora oggi ripetuti in occasione del Battesimo, quando il sacerdote tocca orecchie e labbra del battezzando affinché essi si aprano all’ascolto e alla professione della parola di Dio.

Bisogna essere toccati da Gesù, dalla sua parola, per guarire, ma bisogna anche essere disposti a farsi toccare. «E noi, siamo disposti a lasciarci toccare da Gesù? Lo accogliamo nella nostra vita? Abbiamo una relazione personale con lui? Spesso facciamo esperienza della lontananza da Dio, litighiamo con i nostri fratelli, le relazioni non sono buone, questo perché la relazione con Dio è tiepida o inesistente». Il Vescovo ha quindi sottolineato l’importanza dell’ascolto, che, come dice spesso Papa Francesco, è diverso dal sentire.

Porsi in ascolto richiede attenzione e partecipazione. È necessario chiedere pertanto al Signore di avere, come fece re Salomone, un “cuore che ascolta”, ha concluso il Vescovo, il quale ha poi rivolto una bella invocazione al Signore affinché la nostra fede sia rinsaldata, per intercessione di Maria e di san Giovan Giuseppe.

GUARDA LA FOTOGALLERY

Condividi su:

Facebook
WhatsApp
Email
Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

su Kaire

Articoli correlati

Credere sperando

Torna puntuale nella seconda metà di gennaio (mese della pace) la Settimana di preghiere per l’Unità dei cristiani. Dal 18 al 25 in tutto il mondo i credenti in Cristo

La speranza è Dio, non è solo un sentimento

L’augurio del cardinale vicario Reina all’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025 dell’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater Un augurio all’Ecclesia Mater, “che è un istituto al quale teniamo molto”, affinché “possa

L’insegnamento della religione cattolica

Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2025/26 Cari studenti e cari genitori, è vicino il momento in