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Festa dei santi Anna e Gioacchino nella Parrocchia di Maria SS. Madre della Chiesa in Fiaiano

Giovedì 22 luglio scorso si è aperta la festa dedicata all’amata sant’Anna, la patrona di Fiaiano. Quattro giorni di festeggiamenti, nella Parrocchia di Maria SS. Madre della Chiesa, ricchi di iniziative spirituali ma anche di momenti di condivisione tra le famiglie. La festa destinata a sant’Anna, che affonda le radici in una antica tradizione del popolo faianese, è iniziata presso la chiesa di San Giuseppe. Da sempre essa rappresenta per tutti un’occasione per vivere l’esperienza personale con Cristo all’interno della comunità, per esprimere con gioia la devozione alla Santa, che ha accompagnato la vita di famiglie intere. È stato un momento speciale per il tanto atteso ritorno alla comunione con tutti: dopo un anno di restrizioni e rinunce, si è potuto felicemente ritornare all’attesa festa che è stata inaugurata, come si è detto, con la S. Messa delle 20:00 presso la storica chiesetta di san Giuseppe e con un intenso momento di Adorazione curato dai Ministri straordinari della comunione che davanti a Gesù Eucarestia si sono fermati a meditare la presentazione al tempio di Nostro Signore.

Venerdì sera, il 23 luglio, sempre dopo la S. Messa, una bella Veglia di preghiera per le famiglie in compagnia dei ss. Anna e Gioacchino. La celebrazione è stata preparata e animata dal Cammino Neocatecumenale e dal Movimento dei Focolari, le due realtà carismatiche presenti nella Parrocchia. In un clima fraterno e sereno si è pregato, cantato, testimoniato con emozione, meditato proprio sui misteri che hanno caratterizzato la vita familiare dei nonni di Gesù.

La S. Messa delle 20:00 di domenica 25 luglio si è invece celebrata all’aperto, presso il ristrutturato campetto sportivo “Giovanni Paolo II” di Fiaiano, che con l’occasione è diventato scenario di un ulteriore momento di gioia. La vigilia dei festeggiamenti in onore della Patrona ha segnato anche la prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani, indetta da Papa Francesco.

Don Pasquale Mattera, attuale Decano di Barano-Serrara Fontana, ha condiviso con noi i festeggiamenti. Riportiamo qualche stralcio del suo discorso sul Vangelo di s. Giovanni, sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Gesù alza gli occhi e si accorge della folla. Stava pensando a qualcosa di bello. Siamo vicini alla Pasqua, per questo usa le parole dell’ultima cena, quelle chiave: prese, diede, spezzo… poi si ritira solo, consapevole che la gente non aveva capito che c’era qualcosa di meraviglioso nel suo progetto: diventare Egli stesso nutrimento per noi, Eucaristia, l’amore di Gesù con la sua tenerezza e la sua compassione.”

E ancora, riprendendo la seconda lettura: “Quando prendiamo l’Eucarestia dobbiamo tendere all’unità, volendoci bene come comunità, proprio come tanti chicchi di grano formano un solo pane e tanti acini d’uva un solo vino, anche noi dobbiamo formare un solo Corpo. E san Paolo ci consiglia di rimanere nell’unità, perché l’Eucarestia è segno di unità e tradiremmo proprio questo segno”.

Ha dichiarato ancora don Pasquale Mattera, circa la notizia del ripristino della festa dei nonni proprio nel giorno di sant’Anna e san Gioacchino, che: “Tanti sono gli anziani presenti nelle Sacre Scritture. Simeone ed Anna, ad esempio, accolgono Gesù nel tempio come promessa di Salvezza”. E citando la frase pronunciata dal nostro Vescovo Gennaro, nel giorno in cui è arrivato sulla nostra isola, ha ricordato come è importante per ogni cristiano accogliere la chiamata di Dio con gioia, senza perdersi di coraggio, anche se questa arriva in tarda età, come succede ai nonni, che riescono a dare il meglio di loro prendendosi cura dei nipoti con amore. Il Signore quando meno ce lo aspettiamo ci tira in campo e ci chiama a grandi missioni, fidandosi di ognuno di noi, senza tener conto dell’età.

Al termine della celebrazione una graditissima sorpresa organizzata dai bambini del catechismo e del dopo comunione con la collaborazione delle catechiste e della maestra di danza Rita, che in pochissimo tempo sono riuscite a preparare un piccolo saggio di musiche e danze. È bello che in una festa parrocchiale ognuno possa esprimere i propri talenti, tutti dono di Dio, possa sentirsi accolto, amato, ascoltato. Quanta commozione nei volti dei nonni, dei nipoti e di tutti gli intervenuti.

Alla S. Messa di lunedì 26, ha invece partecipato don Carlo Candido, che in questi giorni festeggia insieme a don Pasquale Trani il venticinquesimo di ordinazione sacerdotale. Queste che seguono alcune parole di don Carlo: “Mi piace molto quello che abbiamo letto nel salmo responsoriale ‘Il Signore ha giurato a Davide, promessa da cui non torna indietro’. Noi normalmente andiamo a singhiozzo mentre Gesù ci ha detto che l’unica cosa che ci salva è la perseveranza. E Dio è un Dio fedele! Amore significa fedeltà, significa amore nel tempo, che deve essere fedele per portare frutto. Dio ci ama perché Lui è Amore e non torna indietro. Aprite dunque la vostra vita allo stupore”.  

Egli ha poi innalzato, nel giorno dedicato ai due santi, un inno di ringraziamento a Colui che è autore e amante della vita, come dice il libro della Sapienza. “Il mondo non morirà per mancanze di meraviglie, ma per mancanza di meraviglia. La vita di una persona si qualifica per il desiderio che ha, per ciò che alberga nei cuori. Se sono solo desideri materiali nulla sarà certo. Dovremmo avere uno sguardo estasiato sulla nostra vita. La festa di sant’Anna ci ricorda che dobbiamo riscoprire tutta questa bellezza, senza sopravvivere, fidandoci di Dio perché su ognuno di noi c’è il suo progetto meraviglioso”.

La bellezza è proprio nel guardarci come ci guarda Dio. E alla base di tutto per don Carlo c’è proprio la felicità, senza sprecare il nostro tempo. Non si può amare gli altri senza amare noi stessi, sentendoci unici e irripetibili nell’amore di Dio, guardandoci come ci vede Lui. E Dio è così buono che se gli apriamo il nostro cuore Lui ci fa sperimentare il suo Bene. Dobbiamo avere il coraggio, dunque, di riprendere in mano la nostra vita e farne un capolavoro, senza coprire le nostre mancanze con uno spiritualismo deleterio che non porta frutto.

Chiediamo la Grazia di volerci bene, per poi riuscire a farci amare chi ci è attorno a noi” così don Carlo ha concluso la sua omelia. C’è stato infine un momento molto simpatico tra don Pasquale e don Carlo, che hanno messo in scena un gustoso sketch umoristico sulla confessione che ha molto divertito i presenti. Infine  i bambini hanno replicato il loro gioioso spettacolo di balli e canti.

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