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I festeggiamenti per la Madonna del Carmine a Cartaromana

Il giorno 16 luglio la comunità di Cartaromana ogni anno festeggia la solennità della Madonna del Carmine nella piccola chiesa del Carmelo. La messa delle ore 20 si celebra all’aperto, nel cortile di una casa privata che per l’occasione diviene una chiesa in festa. Quest’anno ha presieduto la liturgia il Vescovo Gennaro con la concelebrazione di don Carlo Candido e don Antonio Mazzella.

“É una gioia condividere con voi la Celebrazione Eucaristica, in questo giorno specialissimo dedicato a S. Maria del Carmelo, la cosiddetta Madonna del Carmine” così ha esordito il Vescovo all’inizio della liturgia. E ci ha invitati a “guardare a lei come madre di Gesù Figlio di Dio”.

Con grande sapienza ci ha poi condotti nella contemplazione del mistero della vita di Maria. Partendo dall’Annunciazione ha messo in evidenza la grandezza della fede di Maria. Nel dire il suo sì, già era pronta ad accogliere il progetto di Dio. Dimentica di sé, già era tutta rivolta a far felice Lui. Maria dice sì al progetto sorprendente, sconvolgente di Dio. Dice di sì ad un desiderio che la superava. Ma Dio ha guardato l’umiltà della sua serva.

Dio la raggiungeva in giovane età, in un paesino sperduto, di umili condizioni, Lui che l’ha scelta tra tutte le donne di tutti i tempi ad essere Madre del Figlio dell’Altissimo, senza concorso di uomo ma solo per la potenza dello Spirito Santo.

L’angelo dice a Maria: Nulla è impossibile a Dio! Maria si fida e si affida. La cugina Elisabetta esprime bene la fede in Maria quando dice: Benedetta tu fra tutte le donne, Benedetto il frutto del tuo grembo, a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

Diciamo pure Beata a colei che ha creduto al progetto di Dio su di lei.

Essere cristiani, essere battezzati significa essere chiamati alla santità. Siamo chiamati a fidarci del Signore, il quale se ci chiama ci darà anche la grazia per vivere la vocazione alla vita sponsale, alla vita consacrata, al sacerdozio, all’insegnamento, insomma ognuno di noi è chiamato ad essere custode, educatore, formatore degli altri. Il tempo, la pazienza e la costanza delle tre “P” – piccoli passi possibili fatti tutti i giorni – possono condurci là dove desideriamo.

Maria è una donna che ha vissuto come una di noi, ha faticato a comprendere nei dettagli il progetto di Dio, ha sperato, ha gioito, ha lavorato, ha pianto, si è commossa, ha mangiato, ha pregato, ha avuto compassione. Il Vangelo non ha timore di dirci che alcune parole di Gesù, Maria non le comprese, ma anche quando non comprendeva si fidava, custodiva tutto nel suo cuore.

Il disegno del Figlio lo vede in tutto il suo splendore quando è sotto la Croce. Lei sa che il Figlio è l’Innocente per eccellenza. Lei è compartecipe. Lei è sotto la croce, con il cuore straziato, e quando ha il Figlio esanime tra le braccia, come ci mostra la Pietà di Michelangelo, Maria ha il volto sereno ma anche pieno di dolore. Certamente Maria continua a credere, certamente sente riecheggiare dentro di lei la promessa del Figlio: il terzo giorno risusciterò! Anche quando tutto sembrava che dicesse il contrario, anche quando umanamente sembrava tutto un grande fallimento, Maria continua a fidarsi delle promesse di Dio. Gesù sotto la croce ci fa un ultimo regalo, la maternità di Maria: non ci ha lasciati orfani, anzi ci ha affidato alla più dolce e tenera delle Madri. Ce la dona e dobbiamo invocarla come Madre.

Un giorno hanno chiesto a Papa Francesco: “Chi è Maria per lei?” Il Santo Padre ha risposto: “È mia madre, a lei posso confidare tutto, con lei posso anche piangere”.

Il nostro rapporto con la Madonna deve essere quello di un figlio, di una figlia con la madre. E a lei ricorriamo anche nelle prove, nelle difficoltà della vita. Invochiamo il suo aiuto con la preghiera più antica rivolta a Maria: Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo o Vergine gloriosa e benedetta. Maria è anche la prima discepola di suo Figlio dobbiamo fare nostre le sue parole: Fate tutto ciò che lui vi dirà.

Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Se prendiamo sul serio le parole del Figlio di Dio, non ci mancheranno le prove, ma le affronteremo con la gioia e la pace di chi lascia vivere Dio in sé.

Facciamo contenta Maria che in diverse apparizioni ha manifestato tristezza perché suo Figlio non è conosciuto, non è amato. Così è scritto nell’Imitazione di Cristo: Essere senza Gesù è un duro inferno; essere con Gesù è un dolce Paradiso. Chi trova Gesù trova un grande tesoro prezioso; anzi, trova un bene più grande di ogni altro bene. Colui che vive senza Gesù è privo di tutto; colui che vive saldamente in Lui è ricco di tutto. Intercediamo con la preghiera del Santo Rosarioperché nessuno è più povero di chi non conosce Gesù Cristo, diventiamo annunciatori gioiosi della speranza che non delude, permettendo alla Parola di Dio di farsi carne in noi.

Maria è la prima a fare ciò che dice Gesù. Dobbiamo assomigliare a lei, essere come lei – la prima discepola di Gesù – obbedire a Lui che è il nostro unico Maestro. Noi dovremmo assomigliare a Maria con il cuore aperto all’ascolto della Parola di Dio, con il cuore silenzioso, con il cuore che sa obbedire, con il cuore che sa ricevere la Parola di Dio e lasciar crescere il seme della Parola per il bene della chiesa. Speriamo che un giorno si dica di noi che assomigliamo alla nostra bella madre.

Maria ci indica il cielo come nostra patria e desidera che tutti noi arriviamo da lei in paradiso. Lei come madre amorevole non lascerà nulla di intentato per la nostra salvezza e ci invita a collaborare con lei per la salvezza dei peccatori, cioè di coloro che si ostinano nel male affinché si convertano, cambino vita e possano godere anche loro della pienezza della gioia.

La Madonna è stata tanto felice quando Gesù ha riconosciuto al ladrone pentito: Oggi sarai con me in paradiso! Da buona mamma non desidera altro che il meglio per tutti i suoi figli.

Maria è segno di sicura speranza, come ci ricorda quel famoso canto popolare: Andrò a vederla un dì, in cielo patria mia. Andrò a veder Maria, mia gioia e mio amor. Al ciel, al ciel, al ciel andrò a vederla un dì.

Il Vescovo Gennaro con tanta umiltà, semplicità e fiducia in Dio e in Maria ha concluso la celebrazione eucaristica deponendo sotto la protezione del manto di Maria le nostre storie, assicurandoci la certezza della potente intercessione del suo amore materno, con la sicurezza che Maria non ci lascia mai soli.

di Lidia Profumo

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