Veglia vocazionale per il 25° anniversario della ordinazione sacerdotale di don Pasquale Trani e don Carlo Candido
Parrocchia S. Maria Madre della Chiesa – Fiaiano
Nel quadro delle iniziative per il 25° anniversario della ordinazione sacerdotale di don Pasquale Trani e don Carlo Candido si è tenuta nella parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa a Fiaiano una speciale veglia di preghiera per le vocazioni con l’esposizione di Gesù Eucarestia, dalle ore 21:30 alle 24:00.
L’incontro è stato curato dalla pastorale giovanile della Diocesi di Ischia. Scrive Sabrina Mattera, una giovane partecipante: “Ieri sera nella parrocchia Maria Ss. Madre della Chiesa abbiamo vissuto un momento speciale per la prima delle due veglie vocazionali previste in occasione del 25° di ordinazione sacerdotale di Don Pasquale Trani e don Carlo Candido.
Abbiamo ricevuto una parola abbondante accompagnata dal racconto delle esperienze personali di Don Pasquale e Don Carlo.
Il Vangelo di Giovanni che è stato proclamato ci ha presentato la parabola del tralcio e della vite; il Signore con questa parola vuole dirci che lui è la vite e noi fedeli siamo i tralci e per portare frutto dobbiamo rimanere in lui. Senza di lui non possiamo fare nulla. Cristo ci ha scelti affinché andassimo e portassimo frutto.
Personalmente mi hanno colpito le parole del messaggio di San Giovanni Paolo II in occasione della V Giornata Mondiale della Gioventù rivolto proprio a noi giovani. Ci invita ad essere tralci vivi della Chiesa, il che significa innanzitutto essere in comunione vitale con Cristo-vite e anche assumersi un impegno nella comunità e nella società.
Il Papa inoltre dice chiaramente che per essere tralci vivi dobbiamo approfondire la nostra comunione con il Signore mediante l’ascolto e l’obbedienza alla sua Parola, la partecipazione all’Eucarestia e al sacramento della Riconciliazione, e il colloquio personale nella preghiera.
Voglio condividere con voi una cosa che mi è successa quando ero inginocchiata davanti a Gesù eucarestia con mia mamma e mia sorella: mi sono venute le lacrime agli occhi, ora non so dirvi come e perché, posso solo dirvi che certi attimi vanno vissuti intensamente e non bisogna mai dare nulla per scontato. La Chiesa è per me ormai una seconda casa e so che c’è sempre qualcuno che mi aspetta a braccia aperte: Cristo. Mi auguro che anche voi, lettori, possiate sentirvi parte di una comunità, sentirvi accolti e soprattutto amati da Dio”.



