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Ciao bambini! Avete visto? Mentre le porte della primavera si stanno aprendo, il sentiero della nostra Quaresima si tinge di colori pastello! Possiamo già sentire mille profumi e vedere i primi alberi in fiore: che meraviglia bambini! Il Signore ci ha regalato un creato meraviglioso che non ci stancheremo mai di ammirare. Ma ci sono cose altrettanto preziose, che non potremo mai vedere con i nostri occhi perché nate per essere viste solo col cuore: l’amore, ad esempio.

Sapreste dire di che colore è? Molti lo colorano di rosso, ma l’amore, cari bambini, non ha un colore. E come è fatto? Lo sapete? No, certo, ma quando amiamo tanto una persona ci rendiamo conto che l’amore può prendere le sue sembianze. Nel Vangelo di Giovanni, che ascolteremo in questa Quarta domenica di Quaresima, incontreremo una persona a cui non è permesso vedere perché gli occhi, purtroppo, non ne sono in grado, ma non tutto è perduto!

Ascoltiamo assieme cosa è accaduto: “In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui”.

Cari bambini, la cosa che subito ci colpisce di questo Vangelo è di come il povero cieco nato non venga considerato: non è ascoltato dalla gente quando una volta guarito, dice: “Sono io!” a coloro che si chiedono se sia la stessa persona di prima. E non è ascoltato dai farisei che, nonostante lo abbiano interrogato, poi lo insultano perché ha chiamato Gesù profeta. Nonostante il cieco fosse lui, ora, sembra che siano tutti gli altri a non vederlo… tutti, ma non Gesù. Gesù lo ha cercato per primo, per guarirlo, e lo ha cercato ancora quando ha saputo che era stato scacciato. Perché? Perché guarire gli occhi non bastava, cari bambini: ora serviva guarire il cuore.

Guarirlo da tutte le ingiustizie subite perché, in quanto cieco, era considerato l’ultimo degli ultimi, guarirlo perché una volta riavuta la vista ha scoperto che le cose non andavano meglio, ma soprattutto guarirlo perché fosse in grado di credere che il Gesù che aveva davanti era davvero il Figlio di Dio! Il cieco, cari bambini, ha ricevuto il grande dono della vista, è vero, ma il dono più grande che gli è stato fatto è quello della fede! Perché mentre il mondo parla parla e litiga, cari bambini, Gesù va a cercare chi ha più bisogno, chi è rimasto in disparte perché povero o debole, o solo escluso. Lo va a cercare, lo trova e semplicemente lo ama sperando che lo riconosca.

È questo il primo passo per la nostra salvezza, sapete? Ed è questo che Gesù chiede anche a noi: di fare come Lui. Certo non è facile: in certe situazioni vorremmo tutti essere capaci di fare grandi miracoli, ma a cosa servono? È l’amore quello che conta! La gente, cari bambini, desidera cose diverse: dice sì ad alcune e no ad altre, ma nessuno, davvero nessuno, saprà mai dire di no se gli si chiede se vogliono essere amati. Perché è per questo che siamo stati creati, a questo siamo destinati ed è questo che possiamo donare!

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