«La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli»
Queste le ultime parole del testamento di Papa Francesco, nel quale indica come unica cosa il luogo della sua sepoltura, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, tra la cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza, semplice e senza decori, con l’unica scritta “Franciscus”.
E così ricorderemo tutto il suo pontificato. Pochi aggettivi lo potrebbero descrivere a pieno, come semplicità, prossimità, umiltà, ma anche fermezza e risolutezza.
E se è vero il detto latino “in nomen omen”, vedremo che per Papa Francesco è stato proprio così: ha vissuto la semplicità del Santo di Assisi, cercando sempre di rivolgere il suo sguardo e la sua attenzione agli ultimi, agli “scartati”, facendoci capire che davvero “la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo”.
Un Papa preso quasi alla fine del mondo, dalla periferia, una periferia che è diventata un luogo teologico, dove riscoprire sé stessi e il volto di Cristo, «ha richiamato con forza tutta la Chiesa a vivere il Vangelo nella prossimità, abitando le periferie geografiche ed esistenziali, senza mai voltarsi dall’altra parte» come anche ci ha ricordato il nostro Vescovo Carlo Villano nel suo messaggio per la morte del Pontefice.
Continuiamo a pregare per la Pace, non solo a parole, ma soprattutto con i fatti; i fatti concreti che hanno tanto caratterizzato il suo pontificato. Solo così il suo testamento, il suo intento, la sua sofferenza potranno trovare riscontro nei cuori di tutti noi che gli abbiamo voluto e continuiamo a volergli bene. In quei piccoli gesti di cura verso l’altro, quel fratello che mi si fa prossimo, riscoprendo la bellezza di essere “Fratelli Tutti”; di cura verso tutto ciò che ci circonda continuando ad innalzare a Dio il cantico di San Francesco “Laudato si’; con il nostro impegno a far sì che il “tempo sia superiore allo spazio”, tutto il suo pontificato, il suo insegnamento, il suo magistero, la sua vita continuerà ad essere parola viva ed efficace, capace di smuovere i cuori induriti e portando a tutti la gioia del Vangelo, quella “Evangelii Gaudium” che è l’unica e vera gioia che dà e sempre darà vita e respiro all’umanità intera. Grazie Papa Francesco. La nostra preghiera per te alla Madre Celeste che tanto hai venerato nella tua vita, alla quale sempre ti sei affidato e che ora ti accoglierà tra le sue braccia sotto il suo manto.
Don Paolo Buono