L’esibizione natalizia dei ragazzi dell’oratorio “Duc in altum”, che hanno messo in scena la commedia musicale “Aggiungi un posto a tavola”, ha riscosso un gran successo e continua a farci riflettere sui veri valori del Natale cristiano.
Parrocchia Santa Maria delle Grazie in San Pietro
La sera dello scorso 22 dicembre, presso il centro parrocchiale San Pietro, è andato in scena il musical “Aggiungi un posto a tavola”, riadattamento dell’omonima opera di Garinei e Giovannini. Questo evento ha rappresentato solo uno dei numerosi obiettivi che l’oratorio “Duc in altum”, nato a settembre dello scorso anno, si era prefissato di raggiungere.
Questa è una commedia che trasmette messaggi molto profondi, come accoglienza, comunità e condivisione, che, riflettendoci bene, altro non sono che gli insegnamenti di Cristo.
Musica e teatro si sono fusi, dando vita a uno spettacolo intenso ed emozionante, incorniciato da una sala gremita ed entusiasta. Il progetto ha visto il coinvolgimento di tutti: adulti, ragazzi e bambini hanno partecipato con grande impegno e passione. È stato proprio il “pathos” ad alimentare lo scrosciante applauso della platea. Non sono mancate le risate, che hanno coronato la bella serata. La bravura e la scioltezza degli attori hanno catapultato la fantasia degli spettatori sulla scena, l’armonia del coro (tra singoli, duetti e corali) li ha deliziati e le performance dei più piccoli hanno stampato un gaio sorriso sul volto di ognuno.
Una trama avvincente ma al contempo semplice e lineare, intervallata da canti e balletti: Dio comunica a don Silvestro, curato di un paesino di campagna non meglio specificato, che ci sarà un secondo diluvio universale. L’ansia e il fervore smuovono tutti, ma non il sindaco scettico. La situazione si va a complicare con l’arrivo della sciantosa Consolazione, del viandante Mustafà e di un cardinale. Quando tutto sembra poi andare per il peggio, ecco che arriva un bellissimo colpo di scena. Il tutto si conclude con Dio che invita don Silvestro ad “aggiungere un posto a tavola”, affermando che è proprio nelle persone più umili che riconosciamo il Signore.
Questa rappresentazione ci ha insegnato che per riuscire a raggiungere un obbiettivo c’è bisogno di parecchio spirito di sacrificio e di moltissima pazienza, ma soprattutto che i risultati, dopo averci messo tanto impegno, arrivano e sono sempre positivi e soddisfacenti. Abbiamo appreso cosa significa essere disponibili per gli altri e abbiamo messo in pratica le parole “la mano è sempre tesa”, citate nella canzone finale.
La gioia provata la sera dello spettacolo ci porta a riflettere sul significato cristiano del Natale: Gesù che si presenta nuovamente da noi nei nostri cuori, proprio come nella mangiatoia della grotta di Betlemme. Egli è il motivo della nostra letizia, la sua venuta ci fa sussultare e corriamo a lui come fecero i pastori in quella fredda notte di ben 2024 anni fa. Non dimentichiamo poi il tema centrale dell’esibizione, l’accoglienza, che si può definire la regola d’oro del Santo Natale.
Lo spettacolo ci ha trasmesso, tra i tanti, i valori della fratellanza e dell’amicizia. Le tante serate trascorse assieme a provare, intervallate e arricchite da scherzi e risate, hanno rafforzato il nostro rapporto di amicizia. Abbiamo imparato il significato del proverbio “Chi trova un amico trova un tesoro” e ci è tornato alla mente un famosissimo motto, che prendiamo in prestito dal celeberrimo romanzo I tre moschettieri dello scrittore francese Alexandre Dumas, “Tutti per uno e uno per tutti”. Affidarci l’uno all’altro è stato il nostro conforto, specie nei momenti più complicati. Abbiamo sudato le fantomatiche “sette camicie” per la buona riuscita, ma è anche vero che siamo stati abbondantemente soddisfatti della grande ovazione del pubblico. Si è andata a creare una sorta di seconda famiglia, amorosa e numerosa.
Ergo l’oratorio “Duc in altum” ha così salutato il 2024, ma ha lo sguardo fisso all’anno corrente, progettando attività nuove ed altrettanto belle, cui tutti sono invitati ad assistere o a partecipare! Saremo sempre pronti ad accogliere coloro che desiderano aggregarsi a questa realtà a braccia spalancate, non dimenticandoci, come ci ricorda l’autore dell’epistola agli Ebrei (capitolo13, versetto 1), dell’ospitalità e accogliendoci a vicenda come anche Cristo ci ha accolti, come scritto dall’Apostolo Paolo in Romani 15,7.
Ci impegneremo quotidianamente a rendere l’oratorio la casa di tutti, un luogo dove è possibile incontrarsi con Dio e con i nostri prossimi. Il nostro intento è quello di creare una comunità in cui ognuno possa sentirsi a proprio agio, un luogo dove non manchi mai il sorriso sulle labbra. Vorremo rendere palpabili la nostra gioia e la nostra energia, trasmettendole a tutti. Ragionando sull’etimologia della parola (che deriva dal termine greco ekklēsía, assemblea), siamo arrivati a comprendere il significato dell’espressione “essere Chiesa”: l’unione di più persone che si vogliono bene, che sono sorrette dall’amore e che sono unite nel nome del Signore Gesù.
Una meritatissima standing ovation per la regista Elisabetta Mazzella, per i bambini, per il coro, per gli attori e per tutti i collaboratori ha chiuso questa magica serata all’insegna del divertimento, della passione, dell’amicizia e dell’accoglienza. Ci rivedremo presto con una nuova ed avvincente performance, ma per ora non vi sveliamo altro e, come recita una famosa espressione latina, “ad maiora semper!”
I ragazzi dell’oratorio “Duc in altum”



