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Andare al cuore delle domande

Una sfida tra psicologia e fede?

Lo scorso 4 novembre è stata pubblicata, su questo settimanale, la Prefazione di Papa Francesco al libro Domande di Dio, domande a Dio. In dialogo con la Bibbia (T. Radcliffe, Ł. Popko, Libreria Editrice Vaticana). Un testo tanto serio quanto “leggero”, per i suoi tratti umoristici, che accompagna il Lettore a dialogare con la Bibbia e, di conseguenza, con sé stesso e la vita.

Le sottolineature del Papa circa l’importanza del porre e porsi domande, hanno fatto riecheggiare in me il versetto del Vangelo “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7-8; Lc 11,9-10). Ma se di Dio si dice, nella Bibbia, che conosce i nostri pensieri, sentimenti, intenzioni, bisogni, desideri… prima ancora che li esprimiamo, perché mai Gesù insiste sulla necessità di chiedere – oltre ad essere Lui stesso uno che fa mille domande –?

E queste domande sono solo una questione di fede?

Nel mio lavoro di counseling (in cui accompagno le persone in un percorso interiore, alla scoperta o riscoperta di sé, delle proprie emozioni, bisogni, desideri, potenzialità messe a tacere…) di tanto in tanto sento dire che la psicologia è una cosa e la fede ne è un’altra. Càpita che qualcuno esprima addirittura un senso di colpa per aver chiesto un aiuto psicologico: se Dio è medico e io vado da un consulente, significa che non ho abbastanza fiducia in Dio, che Lui mi possa guarire?

Non sono d’accordo! La persona è una. Può affrontare “separatamente” certe questioni per approfondirle, confrontandosi – diciamo così – con degli “specialisti”, poiché nessuno dei suoi “referenti” sarebbe mai un tuttologo, ma alla fine potrà scoprire la presenza di Dio in ognuno di questi pezzi di cammino e comporne il mosaico. La persona è chiamata all’integrazione: più si integra, più si riscopre nel volto della Trinità, più diventa lei stessa volto della Trinità, immagine e somiglianza di Dio.

La Parola di Dio – scrive Papa Francesco – ci parla con le sue domande. Ma non è la sola […] ogni parola umana, autenticamente umana, è intrisa di parola divina”.

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. Ecco come la Parola di Dio intercetta la parola umana:

– la richiesta di qualcosa, implica che io sappia di cosa ho bisogno. Prima di rivolgermi all’altro, dovrò rispondere a me stesso/a: “cosa desideri?”, “cosa ti manca?”, “cosa ti inquieta?”, “cosa cerchi?”, “cosa potrebbe aiutarti?”…

Ecco che domandare necessita, anzitutto, introspezione.

– Domandare esige coraggio: il coraggio di esternare, uscire da me, dal mio imbarazzo, per muovermi verso l’altro, aprirmi a lui. Non è scontato che io abbia questa capacità. Ne sono la prova le domande implicite, inespresse, come quando penso tra me e me: “lui/lei dovrebbe capirlo da solo/a… non sono io a doverglielo dire… se vuole, capisce…”.

– Una domanda implica confronto: con la reazione altrui e con le mie aspettative.

La risposta potrebbe avere il valore di un “sì” o di un “no”, corrispondere a quanto immaginavo oppure deludermi, spiazzarmi. Potrebbe essere né l’uno né l’altro e invece provocare un’ulteriore domanda, ad esempio: “perché me lo chiedi?”, “perché proprio a me?”… In ogni caso, dovrò fare i conti con la risposta.

– La domanda può esigere attesa. Non è detto che la risposta arrivi immediata e l’attesa è un tempo dalle mille facce possibili: tempo di riflessioni, di valutazioni, di tentativi; tempo di sogni, tempo che alimenta il desiderio; oppure tempo di tristezza, ripiegamento, rinuncia…

– Seguirà il tempo dell’azione, del passo successivo: cosa farò una volta ottenuta la risposta, positiva o negativa che sia, conforme all’aspettativa, o deludente, o sorprendente…?

Ognuno di questi passaggi è una porta per la conoscenza… di me, dell’altro, delle dinamiche della vita…Introspezione, coraggio, confronto, attesa, azione: cinque passi comuni ad ogni percorso psicologico e ad ogni cammino di fede. Ce li propone un versetto del Vangelo, dove Dio si è fatto carne (cfr Gv 1,14) per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo (Ef 2,15).

di Viera Lubrano Lobianco

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