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La zizzania nell’Ordine

Papa Francesco, durante l’Angelus di domenica scorsa, ha parlato della parabola della zizzania raccontata da Gesù ai suoi discepoli: «Il Vangelo oggi ci offre la parabola del grano e della zizzania (cfr Mt 13,24-43). Un agricoltore, che ha sparso del buon seme nel suo campo, scopre che un nemico di notte vi ha seminato zizzania, una pianta dall’aspetto molto simile al grano, ma infestante.

In questo modo Gesù parla del nostro mondo, che in effetti è come un grande campo, dove Dio semina grano e il maligno zizzania, e perciò crescono insieme bene e male. Il bene e il male crescono insieme. Lo vediamo dalle cronache, nella società, e anche in famiglia e nella Chiesa. E quando, assieme al buon grano, scorgiamo erbe cattive, ci viene voglia di strapparle via subito, di fare “piazza pulita”.

Ma il Signore oggi ci avverte che è una tentazione fare questo: non si può creare un mondo perfetto e non si può fare il bene distruggendo sbrigativamente ciò che non va, perché questo sortisce effetti peggiori: si finisce – come si dice – col “gettar via il bambino insieme all’acqua sporca”.

C’è però un secondo campo dove possiamo fare pulizia: il campo del nostro cuore, l’unico su cui possiamo intervenire direttamente.

Anche lì ci sono grano e zizzania, anzi è proprio da lì che tutt’e due si espandono nel grande campo del mondo. Fratelli e sorelle, il nostro cuore, infatti, è il campo della libertà: non è un laboratorio asettico, ma uno spazio aperto e perciò vulnerabile. Per coltivarlo come si deve, bisogna da una parte prendersi cura con costanza dei delicati germogli del bene, dall’altra individuare e sradicare le piante infestanti, nel momento giusto. Allora guardiamoci dentro ed esaminiamo un po’ ciò che succede, cosa sta crescendo in me, cosa cresce in me di bene e di male. C’è un bel metodo per farlo: quello che si chiama l’esame di coscienza, che è vedere cosa è successo oggi nella mia vita, cosa ha colpito il mio cuore e quali decisioni ho preso. E questo serve proprio a verificare, alla luce di Dio, dove ci sono le erbe cattive e dove il seme buono».

Fra Angelo Clareno, autore del libro delle FF “Cronaca o storia delle sette tribolazioni dell’Ordine dei Minori”, riportò il discorso che il serafico padre Francesco fece ai suoi frati riguardo le sorti dell’Ordine. “«Ecco: ora, nel principio della Religione, l’Altissimo, dopo averci prevenuti con doni e grazie, ci riempirà con la dolcezza della sua benedizione e i frutti della carità, e come a degli invitati alla sua mensa ci nutrirà col pane della vita e della scienza e ci disseterà col gaudio e la letizia spirituale, e ci colmerà di pace facendoci gustare l’ineffabile sua pace e sapienza.

Ma un uomo nemico tenterà di soprasseminare la zizzania nella Religione e ne entreranno molti che incominceranno a vivere per se stessi e non per Cristo e seguiranno la prudenza della carne piuttosto che l’obbedienza della fede e della Regola, dando molto alla carne e poco allo spirito, accondiscendenti alle fragilità della natura, e, otturando le orecchie dello spirito alla grazia, trascureranno di far violenza a se stessi per rapire il regno di Dio.

Per questo ci si distaccherà dalla perfezione, e la Religione declinerà e incominceranno a raffreddarsi nel fervore della perfetta carità. Ci saranno però ancora dopo di noi uomini innocenti che cammineranno fedelmente, ma saranno nella afflizione e nel disgusto, ricordando i primi beni e saranno oppressi con afflizione dai loro simili. …

Alcuni di loro però grideranno a Cristo nelle loro orazioni, e sebbene privi della guida dei maestri, saranno prevenuti dal Signore con eccellenti doni di grazia e benedizioni e saranno portati al culmine della più alta perfezione. Alla fine capiterà a loro quello che suole accadere ai pescatori, i quali gettano la rete in mare e, catturata gran quantità di pesci cattivi e piccola porzione di pesci buoni, questa tirano a riva e scelgono i pesci buoni e li mettono nei loro vasi e i cattivi invece li rovesciano lontani e li abbandonano sul lido preda degli uccelli. E questo già avvenne a questa Religione in questi tempi» (FF 2135)”.

Papa Francesco conclude: «La Vergine Maria ci aiuti a coltivare con pazienza ciò che il Signore semina nel campo della vita, nel mio campo, in quello del vicino, nel campo di tutti».

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