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La gioia del Suo passaggio

La mia esperienza del Corpus Domini è capitata, se vogliamo dirla così, in un momento di prova. Devo infatti affrontare un doloroso intervento, pur vivendo già altre prove di salute in famiglia. Fin da quando ho saputo della processione, cioè che sarebbe passata per le nostre strade, vicino alle nostre case, ho ritenuto questo fatto come una benedizione, come un dono speciale di Gesù. Ho creato un gruppo WhatsApp di 68 membri con tutte le persone della mia zona, con le quali abbiamo condiviso l’entusiasmo per questo passaggio. C’era l’attesa di Lui, dello Sposo. Ogni giorno il mio cuore era sempre più palpitante in questa attesa e a volte mi scontravo con qualche atteggiamento di indifferenza. Ho dedicato tutta la settimana a preparare gli scritti per la processione insieme a un’altra signora. Ci abbracciavamo spesso, ubriache di gioia e di amore per Lui.

Così è arrivato il fatidico giorno. Alla messa delle 9:30 don Giuseppe ha parlato dell’Eucaristia in un modo così travolgente che dai miei occhi sgorgavano lacrime continuamente. Mi sentivo pronta, preparata all’incontro. Il pomeriggio, con tanto amore, tra sole e acquazzone, tra gioia di vivere l’esperienza e delusione di ritrovarmi un po’ derisa e incompresa, mi sono cimentata nella preparazione del tratto di strada fuori casa mia, ma anche di tutta una zona più abbandonata e poco illuminata di sera. Siamo partiti da Campagnano con tanta fede, ma anche sentendo il limite dell’uomo:” Ma come, hai Dio davanti a Te, gli puoi dire tutto, e preferisci perdere tempo con fuochi e banda? “.

Ho sentito che però non potevo neppure giudicare, perché non tutti abbiamo capito già certe cose. Il momento per me più sentito è stato quando, in uno spazio vuoto rispetto al programma, ho introdotto il canto “Stai con me”, chiedendo a Gesù di tenere strette a sé le persone afflitte dalla guerra, quelle costrette a migrare, quelle che muoiono senza nessuno accanto, gli ammalati e i soli, che spesso mettiamo all’ultimo posto, impegnati in mille liturgie in cui celebriamo solo noi stessi.

Abbiamo proseguito e le strade soltanto sono state la vera preghiera, quanto amore per Gesù, che occasione straordinaria! Poi le parole di don Carlo alla benedizione, l’invito a una vita eucaristica, a un impegno costante contro superficialità, bigottismo, indifferenza già all’interno delle nostre case. Infine, abbiamo accompagnato Gesù a San Domenico. Chissà cosa avrà pensato Gesù, chissà quali preghiere esaudirà, chissà cosa ancora ci donerà. Lo sa solo la Chiesa che già vive in Paradiso.

A noi resta solo la gioia del Suo passaggio, che ci ha fatto sussultare il cuore.

di Luigina Buono

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