Commento al Vangelo Gv 20,19-23
Arriva la Pentecoste, arriva lo Spirito perché è lui che ci permette di fare quel salto che da soli non siamo in grado di fare, è lui che trasforma le mani fragili, il dubbio, in luoghi dove possiamo vedere le grandi opere di Dio. La festa di Pentecoste, schevuot, in origine era una festa agricola che celebrava la mietitura; poi col passare del tempo si è trasformata in una festa religiosa e gli ebrei ricordavano il dono della torah al popolo di Israele sul monte Sinai. In questo contesto religioso Luca ambienta il racconto di una manifestazione particolare dello Spirito Santo.
Shevuot in greco si traduce 50 giorni dopo la festa di Pasqua ed è diventata Pentecoste. Luca descrive questo fenomeno con il genere letterario della teofania: il vento, il tuono, il fuoco. Tutto questo per dirci che qui sta accadendo qualcosa di straordinario. Cos’è questo qualcosa di straordinario che sta capitando? Dio sta donando la nuova legge che è lo Spirito Santo, che è colui che aiuterà gli apostoli e i discepoli a vivere la nuova ed unica legge, il comandamento nuovo dato da Gesù: “amatevi dell’amore con cui siete stati amati”. Gesù ci aveva detto che non si può amare più intensamente dell’amore con cui si è amati! Quanto è vera questa verità! Quando in questa vita amiamo e ci lasciamo amare facciamo già esperienza di che cosa sarà il paradiso.
Chi si sente amato non cerca più nulla, non è più alla ricerca di nulla perché è felice di quell’istante che vive poiché l’amore gli ha dato ciò che stava realmente cercando. La maggior parte della nostra infelicità è carenza di amore. In questo senso se rileggessimo tutta la nostra vita ci renderemmo conto di come molte cose sbagliate che abbiamo fatto o che facciamo sono determinate dalla ricerca d’amore. Noi riusciamo ad amare soltanto nel modo in cui siamo stati amati e questo mostra tutto il limite di tante relazioni, affetti, rapporti.
Nessuno nasce cattivo, ma delle volte può fare molte cose sbagliate nella vita solo perché ricerca una qualche sicurezza, una qualche rassicurazione, un qualche significato della vita. Gesù venendo nel mondo ha preso sul serio proprio questo desiderio di amore che ci portiamo dentro, e ci ha amato di un amore così vero e affidabile che persino davanti al dubbio di essere davvero amati, Egli ci ha dato la prova suprema decidendo di donare la vita per ciascuno di noi. In quei tre anni di missione, Gesù ha cercato di riempire il cuore dei discepoli di questo amore e per questo tutte le leggi che aveva dato non sono più norma, comandamento, regola ma semplicemente consequenzialità dell’amore che si porta dentro.
Ora si è avverata la parola del profeta che diceva: la legge viene scritta nel cuore. Ed è esattamente quello che accade oggi: Gesù riempie il cuore di ognuno di noi dell’Amore con la lettera maiuscola. Lo Spirito Santo è il grande protagonista dell’amore, è lui che riesce a farti amare. È il grande protagonista di questa giornata, di questa domenica. Il grande sconosciuto, dimenticato perché è senza volto. È senza volto perché assume il tuo volto dell’amore; non ha mani perché la forma dell’amore è quella del modo con cui ami attraverso le tue mani.
Lo Spirito non ha occhi proprio perché nel modo di amare dei tuoi occhi ti accorgi di lui. La sostanza dell’amore dello Spirito è divina ma la forma la dai tu! Non relegando lo Spirito a gruppi o a preghiere altisonanti, ma dando forma a gesti concreti. Va invocato prima di celebrare l’Eucarestia, prima di iniziare a pregare; lo Spirito va invocato su chi deve essere perdonato, lo Spirito va invocato e quell’acqua diventa acqua di battesimo; è invocato e un uomo diventa pastore. Invocato non gridato! Si invoca lo Spirito nel silenzio. Guardate, se nella vostra vita avete in qualche modo fatto esperienza di Dio è perché c’era lo Spirito! Lui trova la frequenza giusta perché finalmente la nostra vita, il nostro cuore possano accogliere la presenza del Signore!
Dunque, le immagini dello Spirito che trovate negli atti e nel Vangelo sono la concretezza dell’amore. È un terremoto perché quando ami la tua vita si scuote, ti butta per aria le certezze e quello che hai sempre fatto; è fuoco perché l’amore ti dà passione, entusiasmo, e toglie, brucia quello che non serve; è vento, anche se siamo noi i timonieri della nostra vita, lo Spirito da forza alle vele, le gonfia e le porta dove vuole e non viceversa. È Consolatore, cum solo, colui che ti fa compagnia. È il vivificatore, cioè colui che ci permette di ricordare quello che Gesù ha detto come parola viva che ti fa battere il cuore, non come la buonanima di Gesù. È il Paraclito, colui che sta sempre accanto a te, che si mette vicino e ti dice: “Io mi fido di te!”.
Ci difende da noi stessi, dai sensi di colpa, dalle delusioni, dai passati che ritornano, dalle paure, da quei perdoni che mai ci siamo dati. Ti ricorda che hai un valore agli occhi di Dio, che ci ama a prescindere da quello che siamo. Ecco questo è lo Spirito, è colui che ci permette qui e oggi davvero di essere credibili, di riprendere in mano questa nostra chiesa. Dopo avere celebrato domenica scorsa la nascita della Chiesa è come se la chiesa stessa dicesse: “Siamo nati e questo sappiamo fare, amare!”. Lo Spirito ci aiuti davvero a fare nuove tutte le cose! Buona domenica!
Immagine: “Pentecoste” di Duccio di Buoninsegna
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Arriva la Pentecoste, arriva lo Spirito perché è lui che ci permette di fare quel salto che da soli non siamo in grado di fare, è lui che trasforma le mani fragili, il dubbio, in luoghi dove possiamo vedere le grandi opere di Dio. La festa di Pentecoste, schevuot, in origine era una festa agricola che celebrava la mietitura; poi col passare del tempo si è trasformata in una festa religiosa e gli ebrei ricordavano il dono della torah al popolo di Israele sul monte Sinai. In questo contesto religioso Luca ambienta il racconto di una manifestazione particolare dello Spirito Santo.
Shevuot in greco si traduce 50 giorni dopo la festa di Pasqua ed è diventata Pentecoste. Luca descrive questo fenomeno con il genere letterario della teofania: il vento, il tuono, il fuoco. Tutto questo per dirci che qui sta accadendo qualcosa di straordinario. Cos’è questo qualcosa di straordinario che sta capitando? Dio sta donando la nuova legge che è lo Spirito Santo, che è colui che aiuterà gli apostoli e i discepoli a vivere la nuova ed unica legge, il comandamento nuovo dato da Gesù: “amatevi dell’amore con cui siete stati amati”. Gesù ci aveva detto che non si può amare più intensamente dell’amore con cui si è amati! Quanto è vera questa verità! Quando in questa vita amiamo e ci lasciamo amare facciamo già esperienza di che cosa sarà il paradiso.
Chi si sente amato non cerca più nulla, non è più alla ricerca di nulla perché è felice di quell’istante che vive poiché l’amore gli ha dato ciò che stava realmente cercando. La maggior parte della nostra infelicità è carenza di amore. In questo senso se rileggessimo tutta la nostra vita ci renderemmo conto di come molte cose sbagliate che abbiamo fatto o che facciamo sono determinate dalla ricerca d’amore. Noi riusciamo ad amare soltanto nel modo in cui siamo stati amati e questo mostra tutto il limite di tante relazioni, affetti, rapporti.
Nessuno nasce cattivo, ma delle volte può fare molte cose sbagliate nella vita solo perché ricerca una qualche sicurezza, una qualche rassicurazione, un qualche significato della vita. Gesù venendo nel mondo ha preso sul serio proprio questo desiderio di amore che ci portiamo dentro, e ci ha amato di un amore così vero e affidabile che persino davanti al dubbio di essere davvero amati, Egli ci ha dato la prova suprema decidendo di donare la vita per ciascuno di noi. In quei tre anni di missione, Gesù ha cercato di riempire il cuore dei discepoli di questo amore e per questo tutte le leggi che aveva dato non sono più norma, comandamento, regola ma semplicemente consequenzialità dell’amore che si porta dentro.
Ora si è avverata la parola del profeta che diceva: la legge viene scritta nel cuore. Ed è esattamente quello che accade oggi: Gesù riempie il cuore di ognuno di noi dell’Amore con la lettera maiuscola. Lo Spirito Santo è il grande protagonista dell’amore, è lui che riesce a farti amare. È il grande protagonista di questa giornata, di questa domenica. Il grande sconosciuto, dimenticato perché è senza volto. È senza volto perché assume il tuo volto dell’amore; non ha mani perché la forma dell’amore è quella del modo con cui ami attraverso le tue mani.
Lo Spirito non ha occhi proprio perché nel modo di amare dei tuoi occhi ti accorgi di lui. La sostanza dell’amore dello Spirito è divina ma la forma la dai tu! Non relegando lo Spirito a gruppi o a preghiere altisonanti, ma dando forma a gesti concreti. Va invocato prima di celebrare l’Eucarestia, prima di iniziare a pregare; lo Spirito va invocato su chi deve essere perdonato, lo Spirito va invocato e quell’acqua diventa acqua di battesimo; è invocato e un uomo diventa pastore. Invocato non gridato! Si invoca lo Spirito nel silenzio. Guardate, se nella vostra vita avete in qualche modo fatto esperienza di Dio è perché c’era lo Spirito! Lui trova la frequenza giusta perché finalmente la nostra vita, il nostro cuore possano accogliere la presenza del Signore!
Dunque, le immagini dello Spirito che trovate negli atti e nel Vangelo sono la concretezza dell’amore. È un terremoto perché quando ami la tua vita si scuote, ti butta per aria le certezze e quello che hai sempre fatto; è fuoco perché l’amore ti dà passione, entusiasmo, e toglie, brucia quello che non serve; è vento, anche se siamo noi i timonieri della nostra vita, lo Spirito da forza alle vele, le gonfia e le porta dove vuole e non viceversa. È Consolatore, cum solo, colui che ti fa compagnia. È il vivificatore, cioè colui che ci permette di ricordare quello che Gesù ha detto come parola viva che ti fa battere il cuore, non come la buonanima di Gesù. È il Paraclito, colui che sta sempre accanto a te, che si mette vicino e ti dice: “Io mi fido di te!”.
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