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Una esperienza vivificante

La testimonianza di Maria

Gli esercizi spirituali sono sempre una esperienza vivificante. Per me non era la prima volta, ma sempre, ogni singola volta, si tratta di una occasione fruttuosa e indimenticabile che risuona fortemente e a lungo. Il metodo proposto dai padri gesuiti, che facilita l’ingresso nella preghiera, è fondamentale. È prima di tutto una preparazione all’incontro personale con il Signore e per questo ogni dettaglio ha la sua importanza: la respirazione, il modo in cui si sta seduti, il luogo in cui ci si trova, la percezione dello spazio circostante, tutto contribuisce a preparare ad entrare nella intimità con il Signore. È necessario anche imparare a svuotare la mente da ogni interferenza e ostacolo. È così che Sant’Ignazio ci ha insegnato, è così che egli stesso per primo si preparava; egli si disciplinava attraverso il silenzio e la meditazione e si predisponeva all’ascolto del Signore. Quando ci si predispone all’ascolto, il Signore ci parla e noi siamo in grado di ricevere il suo messaggio.

Ogni esperienza è un evento a sé stante e irripetibile, ogni volta ti lascia con un messaggio diverso. Se in un altro giorno, in un’altra circostanza, in un contesto diverso, si riascolta lo stesso brano, il messaggio è diverso, diventa più profondo. Per questo, ripetere gli esercizi regolarmente consente di scendere ad un livello sempre più profondo di vicinanza al Signore.

Gli esercizi ignaziani insegnano a rispettare e dosare il tempo. Nei circa 30 minuti di silenzio e meditazione si sente passare la grazia nel proprio cuore. È una preghiera mentale che arriva all’interiorità più profonda, ci si sente trasformati dalla forza dello Spirito che passa attraverso la Parola.

Naturalmente non è un processo semplice. Funziona se tutto viene eseguito alla perfezione. Ma si sa, le distrazioni incombono. Anche su questo Sant’Ignazio ci insegna a lavorare, ad ascoltare, a metterci progressivamente in connessione con il Signore, a fare spazio, nel silenzio, alla sua Parola, per darle modo di lavorare dentro di noi e trasformarci. Sappiamo che stiamo lavorando bene dalla limpidezza della voce del Signore che sempre più chiaramente giunge al nostro cuore. Oggi, dopo tanti secoli, l’uomo ha più che mai bisogno di pratiche di preghiera come quella ignaziana e ha bisogno di seguire la guida dei padri gesuiti che la insegnano. Gli esercizi spirituali portano ad un tesoro inestimabile: la libertà, quella del cuore trasformato dalla Parola. Si raggiunge quella che si chiama “indifferenza ignaziana”, che non è uno stato di negatività, ma la libertà di seguire Cristo liberi e lontani dagli attaccamenti mondani. In sintesi, si tratta di un percorso in tre tappe, la prima delle quali è la conoscenza e l’intimità con Cristo, raggiunta attraverso la meditazione, la seconda è la relazione con Lui, è amarlo, e la terza, conseguenza delle prime due, la sequela per imitazione, che mi consente di realizzare il progetto che Dio ha per me. Per questo durante gli esercizi non si è mai passivi spettatori, ma attori della scena, compartecipi di un processo di trasformazione. Dagli esercizi non si esce mai senza un arricchimento personale.

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