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Papa Francesco, fervente devoto di San Giuseppe a cui ha affidato il suo ministero pastorale, continua ad esaltare questa figura importante, mettendo in risalto il suo ruolo di custode della Sacra Famiglia e della Chiesa: «Nel Vangelo di Luca, Giuseppe appare come il custode di Gesù e di Maria. E per questo egli è anche “il Custode della Chiesa”: ma, se è stato il custode di Gesù e di Maria, lavora, adesso che sei nei cieli, e continua a fare il custode, in questo caso della Chiesa; perché la Chiesa è il prolungamento del Corpo di Cristo nella storia, e nello stesso tempo nella maternità della Chiesa è adombrata la maternità di Maria. Giuseppe, continuando a proteggere la Chiesa – per favore, non dimenticatevi di questo: oggi, Giuseppe protegge la Chiesa – continua a proteggere il Bambino e sua madre. Questo aspetto della custodia di Giuseppe è la grande risposta al racconto della Genesi. Quando Dio chiede conto a Caino della vita di Abele, egli risponde: “Sono forse io il custode di mio fratello?”. Giuseppe, con la sua vita, sembra volerci dire che siamo chiamati sempre a sentirci custodi dei nostri fratelli, custodi di chi ci è messo accanto, di chi il Signore ci affida attraverso tante circostanze della vita. …  Il Vangelo ci racconta la genealogia di Gesù, oltre che per una ragione teologica, per ricordare a ognuno di noi che la nostra vita è fatta di legami che ci precedono e ci accompagnano. Il Figlio di Dio, per venire al mondo, ha scelto la via dei legami, la via della storia: non è sceso nel mondo magicamente, no. Ha fatto la strada storica che facciamo tutti noi.».

San Francesco d’Assisi, definito uomo cattolico e tutto apostolico, è stato scelto da Dio per fondare i suoi Ordini a difesa del santo Vangelo e della Chiesa di Cristo e per annunciare la buona Novella a tutte le genti. “Questo è il santo Ordine dei frati minori, questa la meravigliosa religione di uomini apostolici, degna che sia imitata. Questi noi crediamo che Dio abbia suscitato, in questi ultimi tempi contro il figlio della perdizione, l’Anticristo e i suoi discepoli senza fede. Costoro, come forti atleti di Cristo, sono la guardia del corpo di Salomone, e, costituiti custodi delle mura di Gerusalemme, passano da una porta all’altra, armati di spada, poiché non cessano mai dalle divine lodi e dai santi colloqui il giorno e la notte; levano alta la loro voce, forte come tromba, per fare vendetta contro le nazioni e ammonire i popoli; e non trattengono le loro spade dal sangue, uccidendo e divorando; percorrono la città in tutti i sensi, pronti a soffrire la fame come cani erranti. Questi, vero sale della terra, confezionando cibi di soavità e di salvezza, conservano le vivande, dissolvono la puzza dei vermi e il fetore dei vizi. E come luce del mondo, molti illuminano nella scienza della verità e li accendono ed infiammano al fervore della carità (FF 2229)”.

Papa Francesco conclude: «Cari fratelli e sorelle, penso a tante persone che fanno fatica a ritrovare dei legami significativi nella loro vita, e proprio per questo arrancano, si sentono soli, non hanno la forza e il coraggio per andare avanti. Vorrei concludere con una preghiera che aiuti loro e tutti noi a trovare in San Giuseppe un alleato, un amico e un sostegno. “San Giuseppe, tu che hai custodito il legame con Maria e con Gesù, aiutaci ad avere cura delle relazioni nella nostra vita. Nessuno sperimenti quel senso di abbandono che viene dalla solitudine. Ognuno si riconcili con la propria storia, con chi lo ha preceduto, e riconosca anche negli errori commessi un modo attraverso cui la Provvidenza si è fatta strada, e il male non ha avuto l’ultima parola. Mostrati amico per chi fa più fatica, e come hai sorretto Maria e Gesù nei momenti difficili, così sostieni anche noi nel nostro cammino. Amen”».

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