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Quando i dimenticati si salvano

Luigi Maria Epicoco, uno dei più grandi autori spirituali contemporanei e uno dei sacerdoti più seguiti del web, ci ha regalato da meno di un mese un nuovo lavoro ricco di spiritualità e di vita, che ci proietta nel mondo degli “scartati” della Bibbia.

Attraverso l’esperienza dei vari personaggi che incontriamo nelle Sacre Scritture, infatti, e che appaiono più marginali, Epicoco ci aiuta a capire come anche noi, nel nostro quotidiano, siamo chiamati a vivere le piccole cose, quelle spesso non preventivate ma che avvengono e che stravolgono improvvise, obbligandoci a fare i conti con noi stessi e il nostro essere umani.

La vedova di Nair senza nome, il servo di Eliseo, il ragazzo che porta i cinque pani e i due pesci, la donna che ha le perdite di sangue, i servi delle nozze di Cana: tutti personaggi che Luigi Maria Epicoco sfiora nei suoi racconti e che, in un modo o nell’altro, sono stati involontariamente condotti al centro dell’annuncio vivo di Gesù. Quasi a voler dire che, con la valorizzazione di questi personaggi entrati a pieno titolo nel disegno celeste, Dio voglia dimostrarci proprio che per essere salvati non è necessario il protagonismo ma il fidarsi incondizionatamente.

“ Il Vangelo è pieno di non protagonisti che sono però essenziali” così scrive don Luigi, e continua “ Questo è un segno inconfondibile di Dio, il quale preferisce sempre il non protagonismo per realizzare la storia della salvezza. Dio non sceglie mai le cose più in vista, tant’è che Gesù non viene al mondo nel palazzo di Erode, sotto i riflettori, ma nasce in una stalla. Cristo non è figlio di persone conosciute, ma di povera gente, e tutta la sua vita è un prendere dalla periferia, partendo dai margini e ponendoli al centro. Questo metodo, con cui Gesù procede nella vita e nell’annuncio del Vangelo, è vero anche nella vita spirituale. Per cui è indispensabile avere la capacità di mettere al centro della nostra esistenza ciò che normalmente lasciamo ai margini”. Focalizzarci dunque sull’essenziale e mai sul superfluo e abbandonare l’egocentrismo che è tipico dell’essere umano dei nostri tempi

Ogni capitolo del libro contiene una meditazione, e offre così una lezione da imparare da riportare poi direttamente nella nostra vita quotidiana. E la sensazione che si ha alla fine del libro non è per niente di pace interiore o di risoluto buonismo, ma un desiderio vero e intimo di incontrare Gesù nella nostra vita, nella quotidianità e nell’anonimato, L’autore ci lascia con una riflessione che stravolge il lettore. Se Dio non si è dimenticato dei lebbrosi, dei servi, dei centurioni, ponendoli al centro, non si dimenticherà nemmeno di noi, pietre di scarto, ma ai Suo occhi protagonisti della Sua storia di salvezza.

Potremmo dunque dire che l’ultimo dei tantissimi testi di don Epicoco ci invita a mettere al centro della nostra vita proprio ciò che troppo spesso siamo abituati a mettere al margine, prospettandoci l’incontro con Dio proprio nelle pieghe della nostra vita e nei dettagli del nostro quotidiano.

A cura di Annalisa Leo

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