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Il dono è qualcosa di immensamente potente e assolutamente gratuito. Chi dona, infatti, offre qualcosa che è testimonianza d’amore, di stima, di amicizia e lo fa in modo incondizionato, senza secondi fini, senza cioè pretendere nulla dall’altro. Papa Francesco, nel corso delle sue omelie ha ribadito più volte che bisogna “vivere la vita come un dono, non come un tesoro da conservare”.

Ce lo ha insegnato, per primo, lo stesso Gesù, quando ha detto che “nessuno ha un amore più forte di questo: dare la sua vita per i propri amici”. In fondo il primo dono che ci viene fatto è proprio quello incommensurabile della vita.

Eppure nella società attuale pare che non lo si riconosca più, sembra che tutto ci sia dovuto e dimentichiamo che la vita è il dono più prezioso che abbiamo. Ce lo ricorda anche una canzone di diversi anni fa con parole indimenticabili: “Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso […] Ma guarda intorno a te, che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare, tu dici non ho niente, ti sembra niente il sole? La vita? L’amore?”.(Meraviglioso – Domenico Modugno).

E’ lo sguardo incantato di una creatura al creato. Ma oggi, purtroppo, non siamo più capaci di stupirci di fronte a queste meraviglie forse perché ci siamo lasciati travolgere dal consumismo. In quest’epoca dove tutto ha un prezzo, cos’è realmente il dono? Non lo sappiamo più perché siamo schiavi della logica martellante che per avere diritto a un regalo, un buono spesa, una ricarica telefonica gratis, dobbiamo spendere altri soldi. Ma che storia è?

Mi fanno ridere tutti i presunti “doni” che ci vengono propinati continuamente dalle reti telefoniche, dalle aziende erogatrici della luce o del gas, dagli sconti dei supermercati. Bollette che promettono buoni regalo da 10 euro e più come se fossero oro colato. Buoni sconto eccezionali.

Peccato che non si vanno a risparmiare sulla bolletta, o sulla spesa ma vanno a scontare altri prodotti che è necessario comprare. Ma il fascino del dono è sempre esistito, a memoria d’uomo. Un frammento del poeta greco arcaico Esiodo dichiara(fr. 361): “I doni persuadono dei e re venerandi”. Gli dei e i re, che a rigor di logica dovrebbero essere quelli meno sensibili al fascino del dono, stanno a indicare che tutti, indistintamente, siamo soggiogati e dobbiamo soggiacere al vincolo del dono.

In realtà si va a solleticare, con l’arte sottile della persuasione occulta la nostra cupidigia e il nostro egoismo, col possesso di un bene che ci viene proposto come conveniente e indispensabile. Ma questi trucchetti non hanno nulla a che fare col dono, sono doni anomali, che celano sempre un secondo fine. E ce lo insegna anche il mito.

Si racconta che Zeus per punire gli uomini a cui Prometeo aveva regalato il fuoco rubato agli dei, avesse incaricato Efesto di plasmare una fanciulla dall’acqua e dalla terra: Pandora (in greco antico Πανδώρα Pandora, da πᾶς pas tutto e δῶρον doron dono); infatti tutti gli Dei le avevano regalato una virtù. Lei fu data in sposa ad Epimeteo, il fratello stolto di Prometeo, il quale capì solo in un secondo tempo il male che aveva accolto.

Troppo bello per essere vero, avere una donna bellissima che era piena di virtù e di doni! E aprì incautamente il vaso che recava Pandora, vaso ricettacolo di tutti i mali che si sparsero sulla terra, lasciando dentro solo la Speranza! E funziona così ancora oggi. Come non accettare quell’offerta irripetibile e allettante?

E così spinti dalla curiosità, dal delirio dell’avere risparmiato, si comprano beni di cui non abbiamo bisogno e che possono rivelarsi col tempo vere e proprie fregature. Un altro esempio? Il cavallo di legno che nascondeva al suo interno guerrieri armati, che i Greci avevano lasciato sul lido di Troia come dono alla Dea perché, così avevano dichiarato, propiziasse il loro ritorno in patria. Ma quello sarebbe stato l’inizio della fine e l’aveva ben capito Laocoonte, il sacerdote di Apollo, che aveva esclamato: timeo Danaos ac dona ferentes (Eneide, II 49) (Temo i Greci anche se portano doni) nel tentativo di dissuadere i Troiani dall’accogliere il dono del cavallo e dal trasportalo entro le mura.

Quindi i doni gratuiti, che non prevedono contraccambio e risultano squilibrati perché non reciproci, possono essere pericolosi. Questo almeno secondo l’etica arcaica. Oggi siamo consapevoli, almeno in parte, che donare non significa sempre ricevere qualcosa in cambio.

Antropologi, filosofi, intellettuali artisti hanno cercato e cercano di spiegare il significato di questo concetto: «Non qualcosa che non deve essere pagata, bensì che non può essere comprata», recita un testo di Jovanotti. Quindi dovremmo capire che il dono va ricercato nei piccoli gesti di ogni giorno: in ogni incontro, nel sorriso di un bambino, nell’abbraccio di un amico, in una nuova vita che sboccia.

Un po’ come avviene nella novella “Il dono di Natale” di Grazia Deledda che col suo stile inconfondibile ci porta per mano nelle case di due bambini, Felle e Lia, vicini di casa ed entrambi molto poveri. È la vigilia di Natale ed essi stanno vivendo, con emozione, l’attesa di un regalo misterioso: “ È il nostro primo fratellino – mormorò Lia. – Mio padre l’ha comprato a mezzanotte precisa, mentre le campane suonavano il Gloria. […] Ecco il dono che Gesù ci ha fatto questa notte”. Questo è il fascino e la potenza del dono visto da un bambino che spesso un adulto non è più capace di percepire. “Donare, così come amare, è un’arte che è sempre stata difficile, ma esiste l’arte di donare”, scrive Enzo Bianchi. Donare va oltre la giustizia perché implica assoluta gratuità, senza scambio, senza alcuna reciprocità.

L’unico cambio che avviene sta nella conversione del cuore che ci fa entrare nel fascino del dono in grado di scardinare la logica del mercato. Vivere la vita come dono si può, e significa rispondere ad una chiamata, alla chiamata di Chi ci ha amati e voluti da sempre con tutte le forze possibili affinché la vita nostra e quella degli altri sia vita vera. Amore che si dona. Tutto qui.

È il segreto che può trasformare davvero il mondo, sulle orme di Chi, col dono della Sua vita, ha cambiato la storia e continua, in ogni tempo, a interrogare la coscienza di ogni uomo che Lo incontra.

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