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Come per gli Apostoli a Pentecoste

Parrocchia di s. Antonio da Padova in Casamicciola Terme

Celebrazione del 10 ottobre per i cresimandi

Sap7,7-11; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

“Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,1-29)

Con questa citazione dal Vangelo il Vescovo Gennaro ha iniziato la sua omelia in occasione della celebrazione eucaristica per i cresimandi domenica 10 ottobre presso la Parrocchia di s. Antonio in Casamicciola, nella quale ha voluto sottolineare soprattutto la tenerezza di Dio Padre per i propri figli, ai quali non fa mancare nulla di ciò di cui hanno bisogno.

Egli – ha ricordato il Vescovo – non lascia mai mancare i suoi doni a coloro che glielo chiedono e lo Spirito Santo è uno dei doni più preziosi che il Padre celeste lascia a coloro che egli ama. “Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv14, 25-26), così Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni, assicurava ai suoi discepoli amati che non sarebbero mai stati soli, anche dopo la sua dipartita.

Quella certezza – ha proseguito il Vescovo – deve dimorare nel cuore di ogni battezzato e in special modo nel cuore dei cresimandi, che si apprestano a ricevere il prezioso dono dello Spirito Santo. Ma quali sono i compiti dello Spirito Santo? Tra i principali sicuramente la capacità di comprendere la Parola di Dio. Il Signore si serve, per dialogare con noi, di uno strumento, appunto la parola, che è di uso quotidiano per l’uomo, un uso che è sovrabbondante, se si pensa all’enorme numero di parole che ogni giorno ci sommergono. Ma lo Spirito Santo ci rende capaci di cogliere nella Parola di Dio il suo messaggio speciale per noi.

Nella Parola di Dio noi possiamo specchiarci e vedere rivelata la nostra vera identità. Ed è quello che viene fuori anche leggendo il brano del Vangelo proposto dalla Liturgia di domenica. Il brano è noto come  “Il giovane ricco”, ma in realtà si parla di “un tale”, una persona non ben identificata nella quale possiamo tutti identificarci, il quale chiede a Gesù “cosa posso fare” per ereditare la vita eterna. Qui si coglie, ha precisato il Vescovo – come spesso le persone intendano la fede come un agire per uno scopo, un “fare” per ottenere dei vantaggi. Secondo questa idea si prega solo se si vuole ottenere una grazia.

E’ una “fede commerciale”, che non ha nulla a che vedere con la vera fede: «La fede è prima di tutto un dono di Dio, che non è imposto, ma donato a chi lo accoglie. Davanti al crocifisso ognuno di noi dovrebbe ricordarsi dell’infinito amore di Dio per noi e che prima che noi amiamo, Dio ha amato noi fino a dare la sua vita per la nostra salvezza». E’ con quello sguardo di amore che Gesù guarda quel giovane e lo invita ad uscire dalla logica della fede “commerciale”, per essere veramente libero – è questo il vero senso dell’esortazione a liberarsi di tutti i suoi beni – per aderire alla logica dell’amore gratuito.

Chi è legato solo ai propri beni non è libero, non è in grado di comprendere l’amore di Dio e non è in grado di donarsi agli altri. Il legame con le cose terrene impedisce all’uomo di fare quel salto che consente di dare a Dio il primato su tutte le altre cose, e di aprire in tal modo la via al Regno di Dio. «Se seguiamo veramente Gesù nella nostra vita sperimentiamo la gioia. Tra poco riceverete il dono dello Spirito Santo. Se accoglierete questo dono e lascerete dimorare lo Spirito Santo nei vostri cuori e nella vostra vita, Gesù sarà sempre con voi».

Così il vescovo Gennaro ha concluso rivolgendosi ai giovani cresimandi, augurando loro di godere dei frutti di quel dono, che sono – come ci dice san Giovanni – la pace, la bontà l’amore, la gioia.

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