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Abitare questo luogo santo

Omelia del Vescovo Carlo in occasione della Celebrazione Eucaristica per i festeggiamenti in onore di Santa Restituta V. e M. – 17 maggio, presso la Basilica Santuario in Lacco Ameno

Ap 7,9-17; 1Pt 4,12-19; Mt 10,17-22

I santi e le loro vite ci sono presentati dalla Chiesa come fulgidi esempi sui quali modellare le nostre vite e quindi sono da considerare un dono che il Signore ci elargisce. Così ha esordito il Vescovo Carlo nell’omelia per il pontificale in onore della santa martire: «Avere come esempio i santi per noi significa prenderli come modello, significa accogliere il messaggio che ci viene dal loro esempio e dalla loro vita, significa accogliere la vita che ci ha raccontato il Vangelo».

Ma non basta conoscere le vite dei santi, è necessario fare proprie le indicazioni che le loro vite ci suggeriscono, per introdurle nelle nostre vite quotidiane. Restituta ci ha dato un esempio notevole di dedizione a Cristo, una dedizione totale, testimonianza di accoglienza dell’amore che Cristo ha mostrato per noi, un amore che lei ha ricambiato imitando fino in fondo l’esempio del Vangelo, arrivando a donare la propria vita.

Nel Salmo 23, che la Liturgia della Parola ci ha presentato, il Vescovo ha colto due passaggi che sintetizzano bene la vita di santa Restituta: “Signore, ecco la generazione che cerca il tuo volto!” e ancora: “Chi potrà stare nel suo luogo santo?”.

Noi – ha detto il Vescovo – siamo ancora e sempre quella generazione che è alla ricerca del volto di Dio, di generazione in generazione non smettiamo di cercare e non smettiamo di abitare “il luogo santo”.

Il Salmo 23 ci fornisce anche la risposta ad uno dei quesiti, potrà infatti stare nel luogo santo “Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli”.

«Credo che santa Restituta con la sua vita abbia abitato questo luogo santo, così come anche noi con la nostra vita, con mani innocenti e cuore puro, siamo chiamati ad abitare questo luogo santo».

Ma è necessario precisare cosa si intenda con il termine “luogo santo”. È certamente il luogo fisico delle nostre chiese, dei santuari e posti di preghiera, ma è luogo santo ognuno di noi, è luogo santo il fratello che mi sta di fronte o anche la comunità ecclesiale, oltre a quella civile, non a caso – ha precisato il Vescovo – le autorità civili e anche militari sono presenti durante le celebrazioni più solenni. Luogo per eccellenza e antonomasia sono però le chiese e la loro architettura. L’architettura delle nostre chiese – così come la Liturgia delle celebrazioni – assume un significato anche per la nostra fede, l’architettura diventa cioè essa stessa messaggio, assume forme che comunicano, che contribuiscono a rendere più chiaro il messaggio evangelico: «Fin dal mio primo ingresso in questa chiesa – ero ancora vescovo ausiliario di Pozzuoli – sono rimasto colpito da due elementi di questa struttura: le colonne e i lampadari. Ho compreso che le colonne stanno ad indicarci il cammino di Restituta verso l’alto, una vita in tensione perenne verso il cielo, verso Colui che è risorto e asceso al cielo».

 Non si tratta di pura tensione spirituale, le colonne infatti tendono verso il cielo, dove però è presente un crocifisso. Santa Restituta e la sua chiesa ci indicano la via: guardare in alto, verso la croce di Cristo, luce che illumina il nostro cammino.

Quindi tutto contribuisce ad indicarci la retta via, che per nostra fortuna ci viene tramandata dalle generazioni che ci hanno preceduto, che hanno costruito e custodito devozioni e tradizioni che giungono a noi intatte e forti, affinché noi ancora oggi ne possiamo godere e trasmetterle a nostra volta alle generazioni future.

Per noi abitare questo luogo santo significa dunque accogliere ed essere testimoni di fede in questa nostra isola che è tutto un luogo santo.

Santa Restituta – ha concluso il Vescovo – è stata accolta su questa isola, che non a caso ha una vocazione turistica che è principalmente attività di accoglienza: «Restituta è stata accolta in quest’isola con un amore grande, con una devozione che l’ha fatta diventare santa patrona. Il mio augurio è che anche noi possiamo accogliere con amore le persone che verranno in questa isola questa estate e che sappiamo manifestare la bontà di questa nostra isola accogliendo i turisti come fratelli e sorelle che vengono da tante parti del mondo».

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