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Il prof santo della porta accanto

In una chiesa piena di “devoti”, domenica 3 dicembre 2023 a S. Maria di Portosalvo in Ischia, abbiamo dato l’ultimo saluto al prof. Giovanni Cenatiempo.

Docente di matematica da sempre, lo conoscevamo in tanti e tanti eravamo destinatari del suo simpatico umorismo. Vogliamo tratteggiare di seguito un po’ il suo “volto” e la sua persona, per ricordarlo e anche per “presentarlo” a chi non ha mai avuto il piacere di scambiarci due paroline.

«Da giovane – ci ha raccontato don Luigi Di Donato nella sua omelia – ha frequentato l’azione cattolica. Elogiamo Dio che sicuramente lo ha attirato a Sé, perché era buono, caritatevole e aperto alle necessità degli altri. Dio è speranza di cieli nuovi e terra nuova: guardiamo dai tetti in su! Giovanni era una persona buona, frequentava tutti i giorni e sentiva fortemente di essere cristiano battezzato e di aver incontrato Dio. Siamo come argilla: Dio ci plasma, e lo ha fatto anche con Giovanni. Plasmaci Signore attraverso lo Spirito rinnovatore! Fa che ci prepariamo al Natale per accogliere il Redentore, il Redentore di tutto il mondo! Un mondo che è da custodire perché, se oggi è così dal punto di vista ambientale è causa nostra. Vogliamo essere pronti, vigilanti come le vergini sagge, con le lampade accese e i vasetti di riserva. Ascoltare la voce “Ecco lo Sposo” e andare incontro al Signore come ha fatto Giovanni. Preghiamo per il nostro fratello perché possa incontrare Dio giudice, misericordioso e amorevole ed essere accolto tra le sue braccia.»

Al termine della S. Messa, molto sentita dai presenti, il sindaco Enzo Ferrandino ci ha raccontato del giorno in cui il prof. Cenatiempo ha ricevuto la Civica benemerenza. “Quel giorno – ci ha detto il sindaco – i Vigili sono dovuti andare a prenderlo a casa, perché il prof. Cenatiempo, umile come era, non voleva venire.”

Myriam e Marisa, due sue nipoti, ci hanno invece letto una loro bellissima lettera: «Caro zio, due anni fa, ricevendo dalle mani del sindaco la civica benemerenza, ci raccontavi così chi è un matematico:

Il matematico vive in una frazione,
siede a una tavola pitagorica,
si nutre di radici.
Ha animo retto,
cervello acuto,
figlio ottuso.
Ha calcoli al fegato,
subisce un’operazione,
si riduce ai minimi termini.
E va ad abitare nel mondo dei più.

È un discorso che ti rispecchia a pieno: sei stato un matematico ma sei stato anche un grande umorista. Davanti a ogni situazione avevi la battuta pronta e un modo per far sorridere. Centinaia di ischitani si sono seduti alla tua tavola pitagorica a disegnare corbiococcoli ottusi, acuti o retti, quadrati dai vertici Asino, Bestia, Ciuccio e Deficiente. Non c’era nessuna operazione che tu non sapessi svolgere, meno che una: “nun sacc cchiu fa ‘na sottrazione; nun sacc comme m’aggia luà 30 anni a cuoll” dicevi.  Il tuo modo di ridurre ai minimi termini i problemi e di fare ridere pur insegnando la materia riconosciutamente più ostica ha fatto di te un’icona: non muovevi un passo senza che qualcuno ti fermasse e dicesse: “Professo’!!!”. Tu per tutti sei IL Prof, dalla tua piccola frazione della terza traversa di via Quercia hai portato la matematica a un’isola intera e non solo. I numeri li davi, in tutti i sensi. Ti piacevano più delle parole e lo dimostrava il tuo cuore grande e i tuoi concreti atti di generosità che non staremo qui a enumerare. Con il tuo cappotto grigio, “il capello” pettinato e l’immancabile cappello, facevi via Quercia su e giù finché le gambe te l’hanno concesso. Poi hai dovuto affidarti ai tuoi “Devoti”: “Te vuo’ guadagna’ n’indulgenza?” dicevi. Ai nipoti di cui ti fidavi meno solevi dire: “Guida a orecchio: quando senti la botta fermati!” oppure “tien a guida nervosa, comme a mammeta”. Alla nipote ingegnere chiedesti “ma nun sapiss progetta’ ‘na salita in discesa?”. Ormai tutti conoscevano i tuoi appuntamenti fissi: la messa a San Pietro la mattina, quella a Portosalvo la sera, intervallate dalle pubbliche relazioni alla Dolce Sosta. Amante del calcio, quando c’erano le partite eri pronto: “Devo scendere in campo, mi hanno convocato, devo segnare un goal di testa”. Le tue battute e i tuoi racconti su “e tiempe belle ‘e ‘na vota” resteranno nella storia. Così come le tue prese in giro.

Ora che sei nel mondo dei più, ti piacerà sicuramente un luogo dove il tempo e gli spazi tendono all’infinito. Ci rivedremo lì, per portare alla n-esima potenza le risate con te che sei la nostra radice.

I tuoi nipoti Myriam, Nadia, Marisa, Mauro, Giò e Serena»

Altre testimonianze:

“Abbiamo appena appreso della partenza per il cielo del nostro carissimo professore Giovanni Cenatiempo. Molti amici di questo profilo sono di Ischia e sicuramente lo conoscono come eccellente professore di matematica e uomo di grande devozione. Forse non tutti sanno però che è stato nostro grande benefattore prima ancora che io arrivassi in monastero 33 anni fa. Madre Chiara mi raccontava che al tempo del terremoto lui insieme ad altri ischitani si diedero pensiero delle Monache 33 e delle loro necessità, in quel di tempo veramente grandi con mezzo monastero lacerato nelle strutture dalla forte scossa del 23 novembre. Per tanti anni ha fatto raccolta di offerte con Giannino Barile a tanti altri che poi venivano consegnate a madre Chiara, a madre Gabriella e ultimamente a me. Inoltre, lui provvedeva con una grande spesa, soprattutto in questo tempo dell’Immacolata e anche dell’Assunta, grazie anche all’aiuto di Franco di Meglio della Galbani! Quando gli altri sono venuti meno per tanti motivi, lui ha continuato a telefonare e a chiedere di cosa avessimo bisogno e di come farci arrivare la sua offerta, unita a quella di qualche altro benefattore. Lo ha fatto fino a giugno di quest’anno, chiedendo preghiere per la sua salute. Quando veniva in parlatorio recitavamo sempre l’Angelus insieme e poi diceva che doveva andare al Gesù Nuovo a confessarsi. La Madonna prenda per mano questo figlio prediletto dal cuore generoso e caritatevole verso tanti, e lo presenti al suo Figlio come un discepolo che per tutta la vita si è sforzato di vivere il Vangelo nelle sue forti esigenze, ma anche nella sua possibilità di una vita piena e felice. Carissimo prof. Giovanni ti accompagniamo con tutta la preghiera di cui siamo capaci ma che mai ricompenserà tutta la tua amorevole e fraterna premura verso di noi. Il Signore ti accolga nella sua misericordia!” (suor Rosa)

“Condivido qualche ricordo: avevo 15 anni, ero al secondo anno delle Superiori e dovevo riparare matematica a settembre, con me tanti ragazzi più o meno della mia età, tutti intorno al suo tavolo a svolgere gli esercizi, che spesso sbagliavamo e lui ad incoraggiarci con tante battute spiritose. Da allora notevoli miglioramenti in matematica e geometria. La sua casa era in campagna e dopo una lunga salita a piedi, ci accoglievano i suoi gatti. Non indovinerete mai i loro nomi!!!… Andreotti e Fanfani… Rido ancora adesso! Ero prossima alle nozze e lui ci dice: Andate in quel negozio e sceglietevi un regalo (che conservo tuttora). Il suo saluto era sempre gioioso e che benedizioni che ci augurava quando gli davamo un passaggio in auto e gli evitavamo la salita. Caro professore, sei stato unico e irripetibile, un dono per tutti noi che ti abbiamo conosciuto, il nostro patrimonio ischitano di vera umanità, un esempio di vita cristiana incarnata! Sentiremo la tua mancanza. Ci mancherà non vederti passeggiare per le nostre strade, mentre come un messaggero di pace… salutavi tutti con affetto.” (Tina)

“Che allegria poter andare alle sue lezioni, sempre gentile, uomo mite e di buon cuore, discepolo del Signore. Che il Signore lo accolga tra le sue braccia e la Madonna dica bene di lui al suo Figlio Gesù”. (Giampaolo)

 “Aiutava tanti ragazzi per la matematica e senza chiedere nulla. Che il Signore lo abbia in gloria” (Antonio)

“Grande persona. Ischia perde uno dei suoi figli migliori. Riposi in pace” (Amalia)

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