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In pellegrinaggio per la Pace

Il 26 dicembre scorso gli ucraini presenti in questo momento in Italia si sono ritrovati nella Basilica di San Pietro a Roma in un pellegrinaggio per la Pace, tanto attesa e sperata da tutti.

Alcune migliaia di fedeli ucraini hanno preso parte alla giornata per la pace organizzata dall’Esarcato Apostolico per i cattolici ucraini e hanno animato la piazza con bandiere gialloblù e tanta fede.

E oltre una decina i vescovi di tutto il mondo, accompagnati sul sacro altare da 20 sacerdoti esarcali, che insieme hanno celebrato la santa messa. Tra questi padre Roman, che non ha lasciato sola la sua comunità, presente sull’isola d’Ischia già da anni e cresciuta negli ultimi mesi con l’arrivo di nuovi cittadini scappati dalla guerra.

Padre Teodosiy R. Gren, vicario generale dell’esarcato apostolico per i fedeli greco cattolici ucraini di rito bizantino, da sempre vicino alla comunità e venuto sull’isola in visita qualche mese fa per festeggiare i 20 anni della chiesa Ucraina a Ischia, all’inizio dell’omelia ha ricordato ai fedeli il significato del Natale del Signore: “Durante il Natale, una delle feste più importanti dell’anno cristiano, comprendiamo in modo speciale l’importanza della famiglia. La famiglia dell’Esarcato Apostolico in Italia si è unita per celebrare in un clima amore questa festa dell’Incarnazione di Dio”. Quell’amore tanto sofferto che oggi ancora vede vittime innocenti morire per l’egoismo dei potenti.

Durante la messa, inoltre, il vescovo si è anche rivolto agli italiani presenti in chiesa “Vorrei congratularmi con voi e ringraziarvi per la vostra presenza qui, così come per l’ospitalità ai tanti ucraini che sono stati costretti a venire qui a causa della guerra. Siamo anche grati per il vostro aiuto umanitario e spirituale”, ha affermato. Anche il Papa, affacciatosi dallo studio del palazzo Apostolico Vaticano per salutare i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, ha pregato dicendo “Chiediamo la pace per questo popolo martoriato. Il Natale non è la fiaba della nascita di un re, ma la venuta del Salvatore, che ci libera dal male prendendo su di sé il nostro male: l’egoismo, il peccato, la morte”. Parole ricche di commozione per un conflitto senza logica, uno dei tanti che oggi, in diverse regioni del mondo affliggono popoli e nazioni.

di Annalisa Leo

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