Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

I nonni, un dono per la vita

Negli ultimi tempi la figura dei nonni si è modernizzata e, di conseguenza, anche il rapporto con i nipoti pare più intenso, si cresce con loro, si sta di più con loro. Anni fa i nonni erano più anziani, più distanti , forse perché maggiormente provati dalle difficoltà della vita, ma, da qualche tempo è più facile trovarne di più giovani, più dinamici e carichi di energie per poter badare ai nipoti. Ma qual è il loro ruolo all’interno della nostra vita? 

Non tutti abbiamo avuto la fortuna di conoscerli o di vederli tutti , ma chi ha avuto questa possibilità unica apprezza la profondità del valore di questo legame. I nonni sono stati figli, ma sono anche stati genitori e forse proprio per questo giocano un ruolo fondamentale: hanno una ricchezza di esperienze importante per le nostre vite. 

Un nonno è un amico con cui giocare, è un confidente, è un maestro di vita, è una persona che ci vuole bene senza limiti e per questo è una persona insostituibile. 

I miei nonni, che ho avuto la fortuna di conoscere tutti, sono stati e continuano ad essere la mia luce più grande. Tutta la loro vita non è mai stata facile, ma è stata vissuta con amore. Hanno sofferto tanto, e per questo continuo a voler conservare ogni ricordo di loro, soprattutto il racconto delle loro sofferenze, attraverso cui mi hanno insegnato il valore della vita. 

Mio nonno paterno venne a mancare per primo, quando io avevo appena quattro anni, poi anche quello materno, quando ne avevo dodici, ma era malato già prima della mia nascita. 

Per questo potrei dire che non ho avuto la possibilità di passare con loro un tempo lungo che me li faccia ricordare bene, ma non è vero. Ciò che infatti sento di speciale è proprio l’aver vissuto lo stesso quei momenti, perché queste due persone, nonostante la malattia e il poco tempo da potermi donare, sono state così eccezionali da rendere quei piccoli tratti di vita condivisi molto preziosi. 

Ricordo di loro ogni cosa bella, i sorrisi e gli sguardi pieni di gioia, quando mi vedevano arrivare, l’amore per la famiglia, l’amore per il creato, l’amore per la musica e il coraggio di accettare le sofferenze, andando avanti senza lamentarsi. Ricordo il loro dolore di non poter più lavorare, di non poter più parlare, di non poter camminare, di vestirsi con una mano sola – mio nonno materno -, di dipendere dagli altri. 

Mi hanno insegnato quanto può essere grande la forza dell’amore, che rivive non solo in me, ma in tutte le persone che li circondavano. Mi capita spesso, infatti, di incontrare qualcuno che li conosceva e che ancora ricorda con affetto la loro voglia di vivere e soprattutto la loro bontà.

L’anno scorso poi è mancata anche la nonna paterna. Gemma è stata una donna forte e lavoratrice, con lei ho avuto un rapporto speciale, perché mi ha guardata nelle sue difficoltà con sguardo sicuro e con forza, e mentre lo faceva, mi insegnava ad affrontarle, senza parlare. Mi faceva capire tutto solo con il suo “stare” nella vita; anche nell’ultimo periodo di sofferenza ha saputo dimostrarmi che tutto, come diceva lei, “è cosa di niente” e può essere affrontato. 

Quest’ultima perdita è stata diversa, anche perché vissuta in un’età differente e con più consapevolezza. Ho cercato di ricambiare per quanto possibile quell’amore immenso, che, quando si è troppo giovani, è difficile ricambiare, perché non ci si rende conto dell’importanza che questi punti di riferimento hanno. Soprattutto è difficile capire per un giovane il poco tempo di un anziano, e dedicargli quello spazio che poi scopri veramente formativo per la vita. Negli ultimi mesi di vita di nonna Gemma, ho aperto ancora di più gli occhi su questa realtà e ho messo ancora più impegno nell’amarla, fino alla fine. Anche se ci sono momenti di tristezza in cui mi manca molto, so che ora si trova in un posto migliore, felice tra le braccia di Dio con il nonno, e prega per me e la mia famiglia.

Sono orgogliosa di aver avuto dei nonni che hanno lasciato il segno. Ogni giorno spero di imparare ad amare con quell’amore e vorrei, se Dio me ne darà occasione, trasmetterlo alla mia famiglia, come mi hanno insegnato loro.  Mi rendo conto che soprattutto d’estate, al sopraggiungere delle vacanze, ci si organizza per uscire, per svagarsi, e spesso gli anziani vengono sentiti come un peso, un ostacolo. Riaccendiamo l’amore nelle famiglie, basta essere più solidali e a nessuno mancherà il suo spazio e l’amore di cui ha bisogno.

di Sara Iacono

Condividi su:

Facebook
WhatsApp
Email
Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

su Kaire

Articoli correlati

Compagni di viaggio nel nome del Signore

Ultimo step per i cresimandi di Ischia «Il Vangelo parla della nostra vita: noi oggi non stiamo concludendo un percorso, ma ne stiamo per iniziare un altro permeati di una

Io sono la resurrezione e la vita

IV predica di Mons. Ranieri Cantalamessa «Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e

Al cuore della partecipazione

Da Assisi per metterci in cammino verso Trieste Si è svolto ad Assisi l’ottavo seminario nazionale degli uffici diocesani di pastorale sociale e del lavoro, sul tema “Al cuore della