E’ stata lanciata, mercoledì 14 luglio una nuova campagna della Caritas Italiana che mette in primo piano lo sfruttamento dei braccianti. E non a caso è stata scelta la stagione estiva per dare il via a una serie di incontri, che daranno voce ad una annosa problematica, ultimamente ritornata alle cronache nazionali. Ci basti ricordare che a Brindisi poco più di un mese fa è morto, in una maniera assurda, un giovane lavoratore africano, a causa del caldo torrido e della stanchezza nei campi.
E proprio in questi mesi ritroviamo sulle nostre tavole una vasta scelta di prodotti agricoli dietro ai quali vi è un mondo spesso nascosto ai più: lo sfruttamento degli operai, siano essi di origini italiane o, come molto più spesso accade, immigrati.
“Conosci la tua storia?” è il titolo scelto per la Campagna che fa parte del progetto Presidio della Caritas, partito nel 2014 e negli anni sviluppatosi in varie regioni della nostra penisola da nord a sud, e che tutela i lavoratori stranieri che vivono in grave disagio. Per una volta si è deciso di non partire dagli operai ma dagli alimenti che arrivano sulle nostre tavole che quotidianamente consumiamo. Si è potuto così far conoscere i territori che sono generatori di materie prime insostituibili, l’impegno di tanti produttori, e valorizzare la filiera agroalimentare della nostra terra.
Da sempre la Caritas Italiana si è schierata dalla parte dei braccianti, il più delle volte sfruttati e sottopagati, assistendo più di ottomila lavoratori e tutelando i loro diritti, offrendo spesso accoglienza.
All’incontro di mercoledì 14 luglio, teso a sensibilizzare sul lavoro che c’è dietro un semplice prodotto agricolo, sia esso un ortaggio o della frutta di stagione, hanno partecipato alcuni noti chef che hanno messo a disposizione tempo e esperienze per presentare ricette con l’utilizzo proprio dei prodotti della terra.
Cristina Bowerman, Roy Caceres, e Andrea Incerti Vezzani, questi i nomi dei famosi professionisti che hanno contribuito, ovviamente a titolo gratuito, alla Campagna e che hanno testimoniato l’impegno al fianco della Caritas per un tema sempre attuale e scottante dei migranti, mettendosi davanti ai fornelli. Gli chef hanno realizzato video ricette, servendosi dei prodotti tipici di alcune regioni italiane in cui operano i Presidi di Caritas, che provano a farci riflettere sul tema del cibo e sul modo in cui quest’ultimo arriva sulle nostre tavole: sui retroscena effettivi della catena produttore/consumatore.
Dunque un modo per promuovere il vero valore del cibo, ma anche un’ occasione per dar importanza e rispetto a chi questo cibo lo produce con sforzo e impegno costante, rimettendoci anche la vita.
Ecco uno stralcio del comunicato attraverso cui la Campagna è stata presentata, che spiega chiaramente quale sia lo scopo della stessa. “Si vogliono portate all’attenzione la storia e i racconti dei territori dove si producono le materie prime, la passione dei tanti produttori e dei lavoratori, la valorizzazione del lavoro agricolo e della fatica che comporta. Ma anche la degenerazione della filiera agroalimentare, causata dalle logiche di mercato e del consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale, di cui parla Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’, in cui a pagare le conseguenze sono sempre più spesso i lavoratori e i piccoli produttori”.
La Campagna utilizza due canali differenti: i Social, con video a effetto immediato e di breve durata, e video più lunghi che saranno utilizzati nelle manifestazioni pubbliche e nella tv nazionale.
“I problemi storici, che gravavano già sui lavoratori di una delle filiere fondamentali della nostra economia, sono peggiorati con la pandemia, ma, nonostante questo, non è venuta mai a mancare questa forza-lavoro che ha permesso a tutti noi di poter avere prodotti sempre freschi sulle nostre tavole anche durante la pandemia e la chiusura generale”. Questo è quanto ha dichiarato Oliviero Forti, il responsabile Politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana, che ha presentato l’evento.
E come sostiene il direttore della Caritas don Francesco Soddu “è necessario favorire una cultura del rispetto del cibo e del lavoro. Solo in questo modo si potrà garantire la costruzione di un sistema diffuso di legalità e giustizia”.
A cura di Annalisa Leo