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Francesco come Abramo

Ordine francescano secolare di Forio

La catechesi del 10 marzo di Papa Francesco è incentrata sul viaggio apostolico svolto in Iraq: «Nei giorni scorsi il Signore mi ha concesso di visitare l’Iraq, realizzando un progetto di San Giovanni Paolo II. Mai un Papa era stato nella terra di Abramo; la Provvidenza ha voluto che ciò accadesse ora, come segno di speranza dopo anni di guerra e terrorismo e durante una dura pandemia. […] Il popolo iracheno ha diritto a vivere in pace, ha diritto a ritrovare la dignità che gli appartiene. Le sue radici religiose e culturali sono millenarie: la Mesopotamia è culla di civiltà; Baghdad è stata nella storia una città di primaria importanza, che ha ospitato per secoli la biblioteca più ricca del mondo.

E che cosa l’ha distrutta? La guerra. Sempre la guerra è il mostro che, col mutare delle epoche, si trasforma e continua a divorare l’umanità. Ma la risposta alla guerra non è un’altra guerra, la risposta alle armi non sono altre armi. E io mi sono domandato: chi vendeva le armi ai terroristi? […] La risposta non è la guerra ma la risposta è la fraternità. Questa è la sfida per l’Iraq, ma non solo: è la sfida per tante regioni di conflitto e, in definitiva, è la sfida per il mondo intero: la fraternità. Saremo capaci noi di fare fraternità fra noi, di fare una cultura di fratelli? O continueremo con la logica iniziata da Caino, la guerra? Fratellanza, fraternità.

Per questo ci siamo incontrati e abbiamo pregato, cristiani e musulmani, con rappresentanti di altre religioni, a Ur, dove Abramo ricevette la chiamata di Dio circa quattromila anni fa. Abramo è padre nella fede perché ascoltò la voce di Dio che gli prometteva una discendenza, lasciò tutto e partì. Dio è fedele alle sue promesse e ancora oggi guida i nostri passi di pace, guida i passi di chi cammina in Terra con lo sguardo rivolto al Cielo. E a Ur, stando insieme sotto quel cielo luminoso, lo stesso cielo nel quale il nostro padre Abramo vide noi, sua discendenza, ci è sembrata risuonare ancora nei cuori quella frase: Voi siete tutti fratelli».

La fraternità è una delle caratteristiche fondamentali degli Ordini francescani, il giovane Francesco d’Assisi ne realizzò il concetto per ispirazione divina. Papa Francesco, adottando il nome del Serafico Padre, ha voluto imitarlo nelle sue virtù e nei suoi ideali, per cui il suo amore per il creato, la fraternità universale, la pace, l’amore per i poveri e gli ultimi, sono il programma di vita evangelica che ogni buon cristiano ma soprattutto ogni buon Pastore deve attuare. Forse è per questo che il Signore ha permesso proprio a Papa Francesco questo viaggio apostolico in Iraq che sembrava irrealizzabile per l’alto rischio, visto l’instabilità del Paese.  Il Papa che canonizzò San Francesco, Gregorio IX, nella sua bolla “Mira circa nos” descrisse il santo come il patriarca Abramo: «Questi (san Francesco), finalmente, imitò gli esempi del nostro padre Abramo, uscendo spiritualmente dalla sua terra e dalla sua parentela e dalla casa di suo padre, per recarsi nella terra che il Signore gli aveva mostrato con la sua divina ispirazione. 

Per correre più speditamente verso il premio della vocazione celeste, e poter più facilmente entrare per la porta stretta, depose il bagaglio delle ricchezze terrene, conformandosi a Colui che, da ricco che era si fece povero per noi, le disperse, le diede ai poveri, perché così la sua giustizia rimanesse in eterno. 

E accostandosi alla terra della visione, sul monte che gli era stato mostrato, cioè sulla eccellenza della fede, offrì in olocausto al Signore la sua carne, che un tempo l’aveva ingannato …» (FF 2723).

Papa Francesco conclude: «La speranza di Abramo e della sua discendenza si è realizzata nel mistero che abbiamo celebrato, in Gesù, il Figlio che Dio Padre non ha risparmiato, ma ha donato per la salvezza di tutti: Lui, con la sua morte e risurrezione, ci ha aperto il passaggio alla terra promessa, alla vita nuova dove le lacrime sono asciugate, le ferite sanate, i fratelli riconciliati.

Cari fratelli e sorelle, lodiamo Dio per questa storica Visita e continuiamo a pregare per quella Terra e per il Medio Oriente».

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