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I rischi delle democrazie dagli antichi ad oggi

Un discorso complesso, senza dubbio, spinoso e a volte paradossale. Possibile? Stiamo pur sempre parlando del regime politico più amato al mondo, o quanto meno assolutamente preferibile ai regimi totalitari. Mi guardo intorno e vedo, purtroppo, che anche la nostra democrazia viene sistematicamente tradita.

Forse non in modo plateale, ma aggirandola e insinuando che certi comportamenti o tradizioni, sono superati, perché andrebbero a ledere la libertà, o meglio, la dignità dell’altro. Che strano! Eppure uno degli articoli fondamentali della nostra Costituzione garantisce la libertà di parola, di pensiero, di stampa.

I diritti di tutti, anche dei più deboli sono ampiamente tutelati. Qui come al solito certe Lobby di potere intendono propinarci il pensiero unico: penso a quello che si sta verificando in questi giorni, il primo maggio in particolare, nelle piazze italiane; persone che manifestano in preda alla follia del DDL (Decreto legge ZAN) che andrebbe “semplicemente” ad ampliare la cosiddetta legge Mancino (decreto legge 25 giugno 1993, n.205) modificandone un articolo che affronta le discriminazioni razziali, etniche e religiose.

Si andrebbero ad aggiungere punizioni per motivi riguardanti appunto il sesso, genere e identità di genere, orientamento sessuale, e disabilità. E la cosa allucinante è che nel 1° articolo di detto decreto ci spiegano che cosa si intende per sesso, orientamento sessuale, identità di genere, come si fa appunto con chi “deve essere indottrinato”. Il dibattito politico è incandescente e non si riesce a portare la controversa discussione in aula.

Si fa un gran parlare dell’opposizione dei partiti di destra che sostengono che il DDL trasformerebbe la difesa della famiglia tradizionale in un’opera di discriminazione, ledendo così la libertà di espressione e di propaganda di chi difende la famiglia formata da una coppia etero, da madre, padre e figli, aprendo la strada ai reati di opinione.

Fino a prova contraria la libertà è garantita a tutti come persone a qualunque genere esse appartengano o fede politica o religiosa professino. Piazze impazzite in preda alla foga dei diritti negati o presunti tali (negati) a chi di punto in bianco una mattina rivela di essere bipolare o di non essere binario! Ma che vuol dire? Posso decidere improvvisamente o dopo un percorso psicologico di scoprire la mia identità sessuale nascosta e di renderla manifesta? E poi? Mi accetteranno, sarò bersaglio di critiche o battute salaci? Ma siamo in democrazia e abbiamo diritto alla libertà.

Eppure i transgender si sentono minacciati, guai al minimo accenno di satira. Scoppia un putiferio mediatico prima sui social e poi anche avallato da forze politiche come la trans sinistra che per l’occasione ha dato vita a una neolingua, quella del politically correct.  

Scusate ma fino a qualche anno fa, non manifestavate tutti per dire: “Io sono Charlie Hebdo”? Ve lo ricordate l’attacco terroristico e la strage al giornale francese accusato di aver ridicolizzato in una vignetta Allah? Anche allora tutti in piazza a manifestare in nome della libertà, sul diritto di satira e via dicendo.

In Italia e in Europa possiamo permetterci di fare satira su tutto e tutti, anche a volte in maniera inopportuna. Sui vip, sul Papa, sui simboli religiosi, sui politici… Se poi ci scappa una battuta di troppo sui Gay, apriti cielo! L’ultima follia è il film della Disney che dopo le critiche sul bacio non consenziente di Biancaneve, ha trasformando la Fata Madrina di Cenerentola in un omosessuale di colore. Perché? A chi dava fastidio la fatina? Aveva superato i limiti di età, e per essere una fatina bisogna essere giovani e belle perché la vecchiaia non è contemplata? O per veicolare messaggio che un nero omosessuale può rimpiazzare la fatina, simbolo della bontà?  E oggi questo disegno di legge della discordia, in Italia!  

Ai concerti del primo maggio una volta si andava in piazza per manifestare e reclamare il diritto al lavoro, allo studio, il sostegno alla famiglia, la sicurezza sul lavoro. Tutti temi drammaticamente attuali, ma superati e messi in II piano da temi come l’omotransfobia e la definizione del sesso, il diritto di adozione da parte delle famiglie “arcobaleno”. Di questo passo quanto ci vorrà per arrivare a legalizzare l’utero in affitto?

Illuminanti le parole del segretario del partito comunista, Marco Rizzo, che dopo avere criticato il rapper Fedez, definendolo il nulla, così conclude un suo intervento su Facebook: “Io mi sono sempre impegnato a combattere l’utero in affitto: una pratica nazista, degna del Dottor Mengele. La voglia di avere un figlio è un desiderio: e i desideri non sono diritti. Specialmente quando consistono nello strappare i figli alle madri povere del terzo mondo, per essere venduti su un catalogo, come fossero una merce. Nel disegno di legge Zan ci sono altre follie come la definizione del sesso. Mi sveglio una mattina e decido che sono una donna, e posso usufruire delle quote rosa? È il mondo al contrario, è un mondo in cui sul palco della festa dei lavoratori ci sono rapper miliardari che vendono lo smalto per unghie agli uomini. Basta io di questo andazzo non ne posso più” E stiamo parlando della Sinistra, non della destra clericale o leghista!

Il buonsenso è trasversale alle ideologie politiche o religiose. Mi chiedo come siamo arrivati a tutto questo. Già la senatrice di Alternativa, Bianca Laurea Granato, ha chiesto di abolire la religione cattolica dall’insegnamento nelle scuole pubbliche, a favore di insegnamenti laici, perché sarebbe solo un’ora di catechesi. 

Sollecita la replica del giornalista Giancarlo Licitra che afferma: “…. una civiltà che abolisce arbitrariamente la memoria e la storia (guarda caso quella storia che si data proprio dall’anno zero – aCn e pCn?) è una civiltà senza futuro, destinata a scomparire, dissolvendosi in un relativismo etico assoluto e nell’innovazione etica assoluta (è vero solo ciò che è continuamente nuovo, sganciato da ogni tradizione, per di più il tutto appeso alle mode mutevoli e arbitrarie del momento”.

Che fine faremo? Noi che con le nostre “solide democrazie” ci sentiamo sicuri, senza accorgerci che siamo minacciati dall’interno dai gruppi di potere. Quali sono? Le banche decidono come dobbiamo gestire i soldi, le multinazionali ci manovrano come burattini con giri d’affari stratosferici, Facebook ci controlla e magari ci censura se non siamo allineati con il politicamente corretto, la politica che decide su pressione di gruppi potenti, le lobbies appunto, come modificare le leggi e a tutela di chi, i mass media e i social attraverso cui si influenzano pesantemente le opinioni e i comportamenti dei cittadini.

Scusate, ma questa è democrazia? Una volta si parlava di popoli dominatori e popoli sottomessi chiedendosi che cosa dà il diritto ad una popolazione di dominare altre popolazioni, se a trarne vantaggio sono soprattutto, se non solamente, i dominatori. La risposta di Tucidide, storico greco del IV secolo a. C.  è chiarissima e si può sintetizzare così: gli imperi per lo più sono giustificati dal diritto del più forte, che consente a chi ha più potenza di dominare gli altri. Vale dunque la legge del più forte. I persuasori occulti sono ovunque, sono loro che dettano legge, che rappresentano oggi la legge del più forte.

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