Brindisi – Mensa Caritas “Parrocchie solidali”. Settantamila pasti caldi in un anno, la tavola diocesana serve la città.
Destinata a chi è in povertà estrema, per la maggior parte disoccupati, migranti, senza fissa dimora, in continuo aumento anche a Brindisi, la Mensa “Parrocchie solidali” è una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale.
Attiva dal 2000, la struttura è aperta 365 giorni all’anno, anche a Pasqua e ad agosto, grazie ad una squadra di 200 volontari e al coinvolgimento di 17 parrocchie che si occupano della gestione ordinaria, mediante un sistema di turnazione che comporta un impegno di tre giorni consecutivi ogni 40 giorni.
In un ambiente familiare, gli operatori condividono con gioia alcuni momenti della giornata con gli ospiti: un aiuto gratuito che non si concretizza solo nella preparazione di un pasto caldo, ma anche nel reinserimento della persona nel contesto sociale, con una rinnovata dignità.
Il progetto è nato per rispondere ai bisogni primari di molte persone in stato di vulnerabilità presenti nel territorio di Brindisi. “Ogni giorno entriamo in contatto con famiglie, anziani soli, persone senza fissa dimora e immigrati – spiega don Donato Pizzutolo, direttore della Caritas diocesana -. I fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica ci hanno permesso di realizzare uno spazio accogliente e ampio per aiutare i nostri ospiti a sentirsi a casa, in un luogo dove trovare un amico con cui sorridere, un volto a cui raccontare le proprie necessità, una spalla su cui poggiare le fatiche del vivere quotidiano”.
Da un anno la Mensa è inserita nel palazzo dell’ex seminario che, su impulso del vescovo Mons. Caliandro, è stato ristrutturato accogliendo anche la sede della Caritas e una nuova parrocchia intitolata a San Carlo di Gesù. Il nuovo quartiere è più periferico e questa collocazione ha permesso ad un maggior numero di famiglie indigenti di usufruire dei servizi della Caritas.
“La maggior parte degli assistiti ritirano i pasti in confezione da asporto – aggiunge don Donato – così le famiglie con il nostro sostegno possono salvaguardare l’intimità domestica. Molte mamme ritirano il pacco alimentare e così fanno trovare il pranzo pronto ai bambini al rientro da scuola. Circa 40-50 persone invece mangiano direttamente alla mensa: sono prevalentemente singoli senza fissa dimora, extracomunitari o persone anziane in difficoltà.”
Brindisi parla di sé con 70mila pasti caldi serviti in un anno a 190 persone in stato di disagio.
Grazie alle firme, nel 2022, sono arrivati 64 mila euro che hanno permesso di offrire un servizio stabile di mensa sociale con un regime ottimale di funzionamento. Il lavoro dei volontari coinvolti in mensa, provenienti dalle 17 parrocchie della città, permette di costruire una fitta rete non solo a livello ecclesiale ma anche civile e di rispondere con più efficacia ai tanti bisogni che emergono di volta in volta. La partecipazione di altre associazioni, del comune e di volontari esterni al contesto parrocchiale permette di tessere obiettivi comuni per costruire comunità e sentirsi tutti partecipi di un’unica missione. Le persone accedono tramite le parrocchie su segnalazione e, in un secondo momento, l’accesso viene gestito dai singoli volontari.
La Mensa è il luogo ideale per raggiungere gli ultimi, anche con sportelli di ascolto e orientamento pomeridiani, occasioni di scambio e di condivisione, realizzati grazie alla disponibilità di alcuni operatori parrocchiali e volontari, distribuzione di vestiario e medicinali oltre all’accompagnamento sanitario e ad un sostegno psicologico che ogni singola parrocchia garantisce ai fratelli più fragili della propria comunità.
“Oltre alla Mensa abbiamo avviato – conclude don Donato – un percorso di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità ambientale e del recupero delle eccedenze alimentari, allo scopo di formare nuovi stili di vita e creare una rete all›interno del territorio, in particolare con le istituzioni e gli esercizi commerciali. Il progetto intende coinvolgere anche i ragazzi delle scuole medie e superiori insieme ai giovani della diocesi”.
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