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Spinto dalla curiosità e sollecitato dal titolo insolito della mostra, mi sono recato a vedere l’inaugurazione dei disegni della Di Scala, con la convinzione di scoprire un altro aspetto (quello più nascosto e perciò più amato) della personalità della mia amica, con la quale in passato avevo scambiato qualche riflessione sull’arte, in particolare su quella sacra.

Sono entrato nella sempre coinvolgente sala polivalente della Antiche Terme Comunali con spirito critico, ne sono uscito arricchito di una serenità che oltrepassa le piccolezze della quotidianità vissuta con superficiale visione del reale.

Ebbene sì, devo ammetterlo, sono uscito come ritemprato da una piccola e speciale luce spirituale proveniente da quei disegni tracciati quasi da mano delicata dedita alla descrizione dell’incorporeo che diventa a poco a poco materia intima di riflessione.

“Volti – vultum – prosopa ” proclama l’invito al vernissage di inaugurazione di martedì 16 luglio, come a voler sottolineare che l’Autrice affonda le radici delle opere grafiche esposte sugli insostituibili pilastri della nostra cultura mediterranea, da Omero a Dante, passando per Virgilio.

Le immagini esposte sembrano uscire da un silenzio impalpabile, antico seppure evanescente, come il ricordo di un passato eroico nella sua essenziale sussistenza, che è stato carne e ossa della nostra società ancestrale.

I volti appaiano emergere da una solitudine che non vuole rassegnarsi all’oblio, ma respirano l’ansia di mostrarsi nella loro rarefatta natura, a metà strada tra uomini ed angeli.

Ma sono soprattutto gli occhi di quei volti sfumati e a volte trasparenti fino all’estremo limite della sensorialità visiva a trasmettere la palpitazione di uno spirito docile ma non rassegnato all’ oscurità negletta, di una volontà poco appariscente ma non spenta.

Quegli occhi ti scrutano in fondo all’animo e sembrano suggerirti l’esistenza di un mondo meno appariscente e meno chiassoso, dove però i sentimenti sono ancora genuini e i sogni non vengono messi da parte.

Si ha allora la sensazione che la materia non ha prevalso sullo spirito e che è ancora possibile uscire dal fango e volare alto tra le nuvole irradiate da una luce incorruttibile.

Giovannino Di Meglio

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