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Le parole del Vescovo Carlo per l’Assemblea di apertura dell’Anno Pastorale, 6 e 7 ottobre

Anche quest’anno il Vescovo Carlo ci ha proposto, per l’apertura dell’Anno Pastorale, una formula più snella, limitando la celebrazione alla Liturgia della Parola, volendo dare poi spazio alla Assemblea Sinodale Diocesana, con la quale la Chiesa di Ischia dà il proprio contributo all’incontro finale che si terrà a Roma il prossimo 25 ottobre.

Il brano del Vangelo del 6 ottobre (Gv 4,5-42), che presentava l’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Giacobbe, ha dato lo spunto per ricordare che, come la samaritana, siamo tutti assetati e vogliamo spegnere la nostra sete abbeverandoci al pozzo della Parola:

«Siamo qui stasera perché siamo chiesa nelle mani del Signore, perché come Chiesa abbiamo accolto la Parola ed essa ha dissetato ciascuno di noi. Siamo chiamati ad ascoltare, oggi, e domani ad ascoltarci. Vorrei che fosse questo lo stile della nostra Chiesa, in questo anno in particolare, uno stile che caratterizza tutta la nostra quotidianità».

Tutti noi – ha proseguito – abbiamo la responsabilità dell’annuncio del Vangelo, di far arrivare al pozzo di Giacobbe uomini e donne perché incontrino il Signore. Siamo chiamati ad essere testimoni di fede, in virtù del dono del Battesimo che abbiamo ricevuto:

«Signore, ti chiediamo di essere sempre con noi, di accompagnare i nostri passi, perché tutti possiamo essere annunciatori e testimoni di parola e di vita eterna»

Nelle parole che ha rivolto all’assemblea il giorno successivo, il Vescovo ha raccomandato di tornare ad annunciare Gesù piuttosto che a organizzare eventi. Stare insieme e ascoltarsi con franchezza e rispetto reciproco sono la base da cui ripartire per avviare un processo di ripresa. Un processo che può anche essere lento, ma va iniziato senza fretta, ricordando, come ci ha insegnato Papa Francesco, che “il tempo è superiore allo spazio”:

«Non preoccupatevi delle conclusioni, arriveranno con il tempo. Con il Sinodo noi avviamo un processo, i tempi e i modi li mettiamo nelle mani del Signore».

Padre Carlo ha poi ricordato le domande–guida da mettere al centro del lavoro dei tavoli sinodali: “Cosa occorre per una conversione autenticamente sinodale della nostra Chiesa?” e “Quale è il mio contributo personale?”.

Siamo tutti in cammino – ha detto – e, come nel logo dell’Anno Santo – lo siamo tutti insieme: il Vescovo tra gli altri e ognuno in risposta al proprio ministero. Mentre si è in cammino ci si ascolta nella parresìa:

«Ma non dobbiamo annunciare noi stessi: stiamo lì per annunciare il Vangelo, scomparire».

Ci offre l’esempio la vergine Maria, nella proposta del brano del 7 ottobre (Lc 1,26-38). Maria mette la propria vita con fiducia nelle mani del Signore e permette a Dio di entrare nella storia.

Mons. Villano ha concluso con una domanda:

«Il sì di Maria ha permesso a Dio di entrare nella storia. Le nostre comunità sono per davvero strumento nelle mani di Dio, il luogo in cui Dio manifesta la sua azione? O sono comunità in cui Dio fa fatica a manifestarsi? A parlarci?».

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