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“Pellegrini e testimoni di Speranza”

Giubileo dei Seminaristi a Roma

Noi seminaristi della Diocesi di Ischia, insieme a tutta la comunità del Pontificio Seminario Interregionale Campano di Posillipo, abbiamo vissuto, il 23 e 24 giugno scorsi, il Giubileo dei seminaristi.

Come Pellegrini di Speranza ci siamo messi in cammino verso la Città Eterna e, come da sempre per la Chiesa tutta, il nostro cammino è stato segnato da due momenti forti: i pellegrinaggi alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Prima tappa del nostro Giubileo è stata, infatti, la visita alla basilica di San Paolo fuori le Mura dove, assieme a seminaristi di 57 Paesi, abbiamo recitato il Santo Rosario, affidando a Maria, Madre della Chiesa, la nostra vocazione. La basilica ostiense ha visto, poi, risuonare tra le sue mura le note del Coro della Diocesi di Roma che, diretto da Mons. Marco Frisina, ci ha offerto un concerto con brani di carattere vocazionale.

Martedì è stato, invece, il giorno del pellegrinaggio a San Pietro. Come dallo scorso Natale stanno facendo milioni di cristiani, così anche noi abbiamo iniziato il nostro cammino da Piazza Pia: seguendo la Croce e acclamando al Signore, abbiamo raggiunto e varcato la Porta Santa della basilica, dove ad aspettarci c’erano l’antico e il nuovo Pietro. Abbiamo avuto, infatti, la grazia di incontrare in basilica il Santo Padre Leone XIV e, con lui, professare la nostra Fede sulla tomba dell’Apostolo Pietro.

Il Santo Padre è rimasto colpito dal nostro entusiasmo: noi e altri 6000 seminaristi di ogni parte del Mondo abbiamo fatto sentire a Pietro il nostro affetto e la nostra gioia, per cui egli stesso ci ha ringraziati, “perché con la vostra energia voi alimentate la fiamma della speranza nella vita della Chiesa!” Il Papa ci ha benedetti, ha stretto le nostre mani, ci ha guardato negli occhi, con noi ha persino esclamato “Viva Napoli!” dopo aver autografato la Bibbia di un nostro compagno di seminario, ma soprattutto ci ha consegnato una bellissima e profonda meditazione. Credo che uno dei punti più forti sia stato l’averci definito “non […] solo pellegrini, ma anche testimoni di speranza: la testimoniate a me e a tutti, perché vi siete lasciati coinvolgere dall’avventura affascinante della vocazione sacerdotale in un tempo non facile. Avete accolto la chiamata a diventare annunciatori miti e forti della Parola che salva, servitori di una Chiesa aperta e una Chiesa in uscita missionaria.” Le sue parole ci hanno infuso forza, ci hanno ricordato che Pietro è con noi e prega per noi.

Il nostro Giubileo si è poi concluso nel pomeriggio con la visita del nostro seminario alla Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola e con la Celebrazione Eucaristica di tutto il gruppo di lingua italiana, presieduta da Sua Ecc. Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, nella chiesa di Sant’Andrea della Valle, dove il nostro seminario ha curato il servizio liturgico e quello canoro. Mons. Delpini, quasi ricollegandosi alle parole di Papa Leone, ci ha consegnato tre sospetti che ogni seminarista vive: la perdita della propria libertà, la solitudine e la sensazione di star fallendo. A questi tre sospetti Mons. Delpini non ha saputo dare parole risolutive, ma ci ha consegnato tre “atteggiamenti del cuore”: la relazione con Gesù, la fraternità del presbiterio, il ricordo di quella promessa di Gesù di rimanere sempre con noi, promessa che diventa “fondamento della nostra speranza.”

Pellegrini, dunque, ma anche testimoni di una Speranza che, come ricorda Paolo, non delude! 

di Danilo Tuccillo

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