Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

Le virtù eroiche dei nuovi venerabili

Durante l’udienza del 20 giugno al cardinale Semeraro, in cui il Santo Padre ha autorizzato la pubblicazione dei decreti per i 174 nuovi beati [di cui abbiamo dato notizia qui], Leone XIV ha autorizzato anche la promulgazione dei decreti relativi a quattro nuovi venerabili. Tre sono italiani.

Il Servo di Dio Raffaele Mennella nacque a Torre del Greco il 22 giugno 1877, in una famiglia numerosa che viveva in condizioni molto modeste. Riferimento di tutta la famiglia fu la madre, Annunziata Manguso, che si interessò alla formazione cristiana dei figli trasmettendo loro la sua solida fede cristiana. Tramite padre Luigi Torrese, della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, fondata da San Gaetano Errico, partecipò ad alcune missioni popolari che fecero maturare in lui il desiderio di consacrarsi al Signore. Ammesso tra i novizi a Secondigliano, ricevette la tonsura clericale e gli ordini minori e nel 1897 fu inviato ad approfondire gli studi teologici all’Università Gregoriana. In quegli anni visse intensamente la sua vocazione religiosa impegnandosi costantemente nella preghiera e fu conosciuto per lo zelo pastorale e per la carità che esercitava recandosi a visitare gli ammalati negli ospedali.  Il 3 luglio 1898 gli venne diagnosticata una grave forma di tubercolosi; per evitare il contagio agli altri sacerdoti che vivevano con lui il Servo di Dio tornò in famiglia a Torre del Greco dove morì il 15 settembre 1898.

Viene dal Brasile, invece, il Servo di Dio João Luiz Pozzobon nacque il 12 dicembre 1904 nel distretto di Cachoeira, nello Stato di Rio Grande do Sul, in una famiglia di solida tradizione religiosa, discendente da emigrati italiani. In questo contesto familiare, il Servo di Dio maturò la sua vocazione alla vita di preghiera e di fede.  Nell’aprile del 1928 sposò Teresa Maria Turcato trasferendosi a Restinga Sica, dove si occupò della gestione di un piccolo hotel. La moglie, che gli diede due figli, affetta da tubercolosi, morì nel maggio 1933. In quello stesso anno, il 12 agosto, il Servo di Dio si risposò con Vittoria Maria Filippetto, dalla quale ebbe altri cinque figli, avviando con lei un negozio di generi alimentari per sostenere la famiglia. La sua vita subì una svolta decisiva quando incontrò il Movimento di Schoenstatt, che nel secondo dopoguerra aveva inviato in America Latina le prime suore missionarie. Nel 1950 il Servo di Dio aderì al Movimento dando inizio alla sua intensa attività apostolica. Il 1° febbraio 1959 diede vita alla “Campagna per la Preghiera del Rosario”, una iniziativa innovativa che prevedeva l’uso delle “Piccole Madonne pellegrine”, condotte presso gruppi di famiglie che, a turno, le ospitavano nelle loro case, favorendo la preghiera e la comunione spirituale. Il Servo di Dio estese questa missione anche agli ospedali, alle carceri, ai luoghi di lavoro e alle scuole, visitandone circa 300 all’anno e la proseguì per 35 anni percorrendo circa 140.000 km a piedi.

Nel 1954 fondò la Vila Nobre de la Caridade, un centro con 14 casette con il fine di offrire residenza gratuita ai poveri.  Per sua iniziativa furono costruite diverse cappelle per formare comunità locali e recitare il rosario e vennero eretti 43 Eremi dedicati alla Madonna. Nel 1972 il Servo di Dio fu ordinato diacono permanente e, nel 1979, rimasto nuovamente vedovo, si recò in Germania per visitare il Santuario di Schoenstatt. Morì all’alba del 27 giugno 1985, a Santa Maria, investito da un autobus mentre si recava a Messa. L’incidente che lo condusse alla morte avvenne proprio mentre andava ad una delle celebrazioni a cui partecipava quotidianamente. Curò infatti molto il culto alla Madonna e si prodigò per diffondere la preghiera del rosario. Seppe superare momenti difficili e non mancarono detrattori anche legati al suo stesso Movimento. Il Servo di Dio dimostrò fortezza nel superare le calunnie e le umiliazioni senza portare rancore. La sua fama di santità, presente già in vita, si è sviluppata dopo la morte, superando i confini dello Stato di Rio Grande do Sul, mentre i pellegrinaggi istituiti dal Servo di Dio ancora si svolgono non solo in Brasile ma anche in Argentina. 

È italiana la Serva di Dio Maria Olga Tambelli nacque il 17 gennaio 1884 a Revere, in provincia di Mantova, penultima dei sette figli. Dopo la prematura morte di entrambi i genitori, a tredici anni venne affidata a un tutore che le fece completare gli studi dapprima a Milano e poi a Parma dove conseguì il diploma magistrale. Tornata nel paese natale svolse attività di assistenza agli ammalati ottenendo anche il diploma di infermiera. All’ospedale di Ostiglia conobbe le suore Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli e, dopo aver maturato la vocazione religiosa, contro il parere del suo tutore, nel 1904 vestì l’abito vincenziano ricevendo come religiosa il nome di Teresa. Venne destinata all’asilo di Casale Monferrato, dove restò fino al 1907. In quell’anno fu inviata all’Asilo della Marina di Cagliari dove ebbe modo di collaborare intensamente con la consorella, ora Beata, Giuseppina Nicoli. Insieme a lei costituirà la Scuola di religione, l’Associazione delle Dorotee (gruppo misto di ragazze studentesse e lavoratrici) i Circoli Santa Teresa (riservati a giovani donne) e l’Associazione delle Zitine (organizzazione riservata alle domestiche).

Nel 1925, dopo la morte della Nicoli, la Serva di Dio divenne superiora dell’Asilo. Nel 1933, durante il periodo della dittatura fascista lottò per difendere quella istituzione dalle ingerenze del presidente dell’amministrazione civile, insediato a Cagliari dal regime, che fungeva anche da Commissario dell’Asilo. Questi ottenne la rimozione della Serva di Dio che, per un anno, fu trasferita dapprima a Olbia e poi a Milano, facendo poi ritorno a Cagliari e ricoprendo il suo ruolo. Nel 1941 ella si adoperò per aprire una scuola media e un istituto magistrale e, presso l’Asilo della Marina, diede ospitalità e sostegno a molti di coloro che furono sfollati a seguito dei bombardamenti. Nel dopoguerra si dedicò al recupero dei ragazzi di strada, i cosiddetti Marianelli, riunendoli per la colazione all’Asilo e contribuendo a fornire loro una formazione religiosa. Quando il 23 febbraio 1964 morì improvvisamente a Cagliari, una numerosa folla di poveri e si radunò spontaneamente all’Asilo per l’ultimo saluto a colei che tanto si era prodigata per alleviare la loro miseria. In vita Tambelli ha goduto di una speciale venerazione tra i poveri, specialmente tra i suoi “marianelli”. La fama di santità diffusasi dopo la sua morte, è tuttora persistente nella sua Congregazione religiosa e nella arcidiocesi di Cagliari.

La Serva di Dio Anna Fulgida Bartolacelli nacque il 24 febbraio 1928 nella frazione di Rocca Santa Maria del comune di Serramazzoni (Italia). Affetta, come la sorella maggiore, da una grave forma di osteopsatirosi che le comportò nanismo e fragilità ossea costringendola a vivere su una carrozzella, crebbe in un ambiente familiare comunque sereno e accogliente. Pur non potendo frequentare la scuola a causa dei gravi problemi di salute, la Serva di Dio apprese dai genitori a leggere e scrivere e frequentò la parrocchia dove si iscrisse all’Azione Cattolica. Per vivere e per aiutare il fratello negli studi ella, insieme alla sorella, si dedicò al ricamo. La sua vita cambiò quando, nel 1956 incontrò il Beato Luigi Novarese che aveva fondato l’Associazione Silenziosi Operai della Croce e partecipò a un corso di esercizi spirituali tenuti a Re (VB) dal Centro Volontari della Sofferenza. In quell’occasione ebbe modo di comprendere meglio il valore della sofferenza sul piano spirituale e soprannaturale e l’apporto che ciascun malato può portare al bene comune.  La Serva di Dio decise di far parte attiva dei Silenziosi Operai della Croce, accettandone lo stile di vita che prevedeva anche la consacrazione al Signore. Dopo il noviziato venne ammessa all’Associazione e si dedicò all’apostolato verso i malati.

L’8 dicembre 1964 avvenne la consacrazione ma, non potendo aderire alla vita comunitaria, che le fu sconsigliata anche per non lasciare sola la sorella, la Serva di Dio ebbe il permesso di tenere presso la sua casa una cappellina. Si prodigò con generosità, nonostante le sue modeste risorse economiche, per aiutare gli altri malati e per questo decise di devolvere ogni mese una quota fissa della sua pensione di invalidità a favore dei Volontari della Sofferenza, dei quali coordinava le iniziative dei vari gruppi. Molti di loro erano attratti dal suo esempio. Fu prodiga nei confronti di chiunque avesse bisogno di aiuto materiale e soprattutto spirituale, sapendo ascoltare con pazienza e comprensione. Visse in maniera umile e discreta, accettando con cristiana fiducia la sua condizione fisica e offrendo le sue sofferenze per la salvezza delle anime.  Visitò spesso le parrocchie per testimoniare la sua vocazione, fino a che le sue condizioni di salute non peggiorarono. Nel 1992 ricoverata per problemi cardiaci e difficoltà respiratorie morì il 27 luglio 1993 a Formigine, in fama di santità tuttora ampiamente diffusa nella sua diocesi.

Vatican News

Condividi su:

Facebook
WhatsApp
Email
Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

su Kaire

Articoli correlati

“La vita vincerà contro la morte”

La comunità ucraina isolana in visita al Papa Il Papa ha incontrato domenica scorsa, nella Basilica di San Pietro cinquemila fedeli della Chiesa greco-cattolica, provenienti dall’Ucraina e non solo. Un

Chi racconta il vangelo? Chi è chiesa?

Commento al Vangelo Lc 10,1-12.17-20 Io trovo che in questo nostro tempo molti nodi stiano vendendo al pettine e non è una brutta cosa, anzi! Una cosa fondamentale e importante

“Siate costruttori di unità e di pace!”

In un messaggio in occasione della Giornata della santificazione sacerdotale, Leone XIV invita a rinnovare il proprio “sì” a Dio e al popolo santo, a radicarsi nella preghiera, nel perdono,