Peregrinatio delle reliquie dei coniugi Martin
Mercoledì 4 giugno, io e la mia famiglia, abbiamo avuto l’immensa grazia di ospitare per tre giorni, le reliquie dei coniugi Luigi e Zena Martin. Qualche settimana prima è stato il nostro vice Parroco, don Paolo Buono, a proporci questo che da subito ci è apparso un immenso dono. All’inizio ci è sembrato di rivivere l’annunciazione di Maria, dove lo Spirito Santo ci annunciava che eravamo stati “prescelti”. Sì, proprio noi, una semplice e umile famiglia di un comune periferico dell’isola d’Ischia, avremmo dovuto ospitare la famiglia Martin, modello di Santità per tutti noi cristiani.
Così come Maria, anche per me e mia moglie Caterina, il primo pensiero, è stato che non eravamo pronti e degni di questo dono e di certo il Signore aveva preso un abbaglio… “perché proprio noi?”, ci siamo ripetuti. Poi, a mente fredda, abbiamo pensato che forse il Signore ha visto qualcosa di buono anche in noi, nutre una speranza di Santità coniugale e quindi non abbiamo esitato, subito dopo, sull’esempio di Maria, a dire il nostro “Sì! Eccoci”.
Il Signore, fin da subito, non ha perso tempo, a donarci i frutti di questo nostro “Sì”. Fin dall’arrivo in processione a casa nostra delle Sante Reliquie, ci sono stati momenti di forte aggregazione, sia comunitari dove, soprattutto con la preghiera, ci siamo sentiti al centro di tutta la comunità parrocchiale, che coniugali, nell’intimo delle mura domestiche, dove noi, i nostri cari più stretti, insieme a Luigi e Zelia, come se ormai fossero parte integranti della nostra famiglia, ci siamo sentiti molto più vicini anche ai nostri che ci hanno preceduto in Paradiso, infondendo nei nostri cuori una gioia mai provata prima; sembrava di essere tutti insieme riuniti a formare un angolo di Paradiso.
Per tutto il periodo in cui abbiamo avuto questa Grazia, soprattutto nella nostra intimità coniugale, nei piccoli gesti quotidiani, si è sempre avvertita una presenza soprannaturale, lo Spirito Santo che aleggiava su di noi. Ci siamo sentiti come sul Monte Tabor, ovvero “nel Mondo” ma non di questo Mondo.
Anche i nostri ragazzi si sono sentiti subito coinvolti: Francesco, il piccolo di casa, nella sua ingenuità, non stava nella pelle nel sapere che due Santi, per tre giorni, potessero dormire a casa sua.
Questo appuntava Caterina sul diario comunitario alla partenza delle Reliquie: “Aver avuto le Reliquie dei coniugi Martin è stato per noi un momento di grande spiritualità che porteremo sempre nel nostro cuore con rinnovato impegno nella fede. Prego i coniugi Martin di proteggere la mia famiglia e di accogliere nel loro abbraccio, l’anima di zio Giacomo, aiutandoci a vivere ogni giorno nella fiducia, nella speranza della resurrezione e nella certezza che l’amore non finirà mai.”
di Fabio e Caterina Nobis