Leone XIV incontra i partecipanti all’evento organizzato dalla Fondazione Domenico Bartolucci per il 500.mo anniversario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina: le sue composizioni “uniscono strettamente musica e liturgia” e danno “alla preghiera un’espressione più soave e favorendo l’unanimità”
La polifonia, stile compositivo che prevede l’insieme simultaneo di più voci, “è una forma musicale carica di significato, per la preghiera e per la vita cristiana”. Lo sottolinea Leone XIV nel suo discorso ai partecipanti all’evento, promosso dalla Fondazione Domenico Bartolucci, nel 500.mo anniversario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, grande compositore di musica sacra polifonica del Cinquecento, direttore di istituzioni come la Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, la Cappella Pia Lateranense e la Cappella Liberiana. Pronunciato il 18 giugno, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, l’intervento del Papa sottolinea l’importanza della polifonia come forma musicale per portare i testi liturgici ai cuori dei fedeli e celebra la figura e le opere di Palestrina. “Dopo aver ascoltato queste voci angeliche, sarebbe quasi meglio non parlare e lasciarci con questa bellissima esperienza”, scherza il Pontefice, dopo aver sentito il coro della Fondazione intonare la Missa Papae Marcelli di Palestrina. L’evento organizzato dalla Fondazione ha previsto un concerto il 15 giugno e un’emissione filatelica ufficiale in collaborazione con le Poste Vaticane, accompagnata da un CD la cui prima copia è stata donata al Papa dal presidente onorario dell’organizzazione, il cardinale Dominique Mamberti.
La polifonia, unità nella diversità
La polifonia propone di “rivestire con acconcia melodia” il “Testo sacro” in modo che possa giungere “meglio all’intelligenza dei fedeli”, evidenzia il Pontefice. Lo fa “affidando le parole a più voci, che le ripetono ciascuna in modo proprio e originale, con movimenti melodici e armonici vari e complementari”. Il tutto viene poi armonizzato “grazie alla perizia con cui il compositore sviluppa e intreccia le melodie – spiega – nel rispetto delle regole del contrappunto, rendendole le une eco delle altre, a volte creando anche dissonanze, che poi trovano risoluzione in nuovi accordi”. Per Leone XIV l’ascolto di questa musica aiuta ad entrare in rapporto con Dio.
“L’effetto di questa unità dinamica nella diversità – metafora del nostro comune cammino di fede sotto la guida dello Spirito Santo – è quello di aiutare chi ascolta ad entrare con sempre maggiore profondità nel mistero espresso dalle parole, rispondendo, ove opportuno, con responsori o in alternatim.”
Il contributo di Giovanni Pierluigi da Palestrina
Il Papa insiste che “grazie a questa ricchezza di forma e di contenuto”, la tradizione polifonica romana – sviluppatasi dal XVI al XVII secolo e strettamente legata alla figura di Palestrina – ha “lasciato un patrimonio immenso di arte e spiritualità”. Continua ad essere oggi “in campo musicale, un punto di riferimento a cui guardare, pur coi dovuti adattamenti, nella composizione sacra e liturgica” per permettere la piena partecipazione dei fedeli “con profondo coinvolgimento di voce, mente e cuore”. Il Pontefice afferma che la Missa Papae Marcelli di Palestrina è “un esempio per eccellenza” nel suo genere. Per Leone XIV “nella storia della Chiesa” questo compositore è uno di coloro “che più hanno contribuito alla promozione della musica sacra, per ‘la gloria di Dio e la santificazione ed edificazione dei fedeli’ nel contesto delicato, e al tempo stesso entusiasmante, della Controriforma”.
“Le sue composizioni, solenni e austere, ispirate al canto gregoriano, uniscono strettamente musica e liturgia, ‘sia dando alla preghiera un’espressione più soave e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri’.”
Il Papa ricorda anche le composizioni e il contributo alla musica sacra portati dal cardinale Domenico Bartolucci, “illustre compositore e per quasi cinquant’anni direttore della Cappella Musicale Pontificia ‘Sistina’”, deceduto nel 2013 e da cui prende il nome la Fondazione.
di Isabella H. de Carvalho, Vatican News