Intervista a Pina Trani sull’importanza del Sovvenire e dell’8xmille
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Pina Trani, da oltre un decennio impegnata nella Chiesa di Ischia nel promuovere la cultura del Sovvenire. Con passione e competenza, ci racconta il valore della firma per l’8xmille, il significato del sostegno economico alla missione ecclesiale e l’impatto concreto del progetto “Una firma per unire”.
Iniziamo con una domanda semplice ma fondamentale: cos’è il Sovvenire?
Il Sovvenire è molto più di un sostegno economico: è un atto di corresponsabilità ecclesiale. È la possibilità data a ogni fedele di partecipare concretamente alla vita della Chiesa, anche se non ha ruoli ministeriali o pastorali. Firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica è un gesto che unisce spiritualità, solidarietà e cittadinanza attiva. È il segno tangibile di una fede che si fa prossimità.
Spesso si parla di 8xmille, ma molti non sanno realmente dove vanno a finire questi fondi. Puoi spiegarcelo?
È una domanda cruciale. I fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica vengono impiegati in tre grandi ambiti: il sostentamento del clero, le esigenze di culto e pastorale e gli interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. In pratica, significa sostenere i nostri sacerdoti, aiutare le parrocchie a rimanere punti di riferimento per le comunità, e finanziare opere sociali, mense, centri di ascolto, progetti educativi. Tutto documentato in modo trasparente e pubblico.
Quali sono i valori del Sovvenire?
I valori del Sovvenire sono profondamente evangelici. Il primo è la corresponsabilità: tutti siamo chiamati a prenderci cura della Chiesa e dei suoi bisogni. Il secondo è la trasparenza, perché ogni firma comporta una fiducia che merita risposte chiare e rendicontate. Poi c’è la solidarietà, che è il cuore del Vangelo: condividere perché nessuno resti indietro. E infine la partecipazione; il Sovvenire è un invito a non restare spettatori, ma a diventare parte attiva della missione della Chiesa nel mondo.
Tra i principi del Sovvenire, un posto importante lo occupa la perequazione. Ce lo puoi spiegare?
La perequazione è un principio fondamentale del sistema di sostentamento del clero in Italia che indica parità di mezzi e trattamento. In parole semplici significa che i sacerdoti ricevono uno stipendio non in base alla ricchezza della diocesi in cui operano, ma attraverso una redistribuzione equa a livello nazionale. In pratica, le diocesi che hanno più risorse condividono con quelle che ne hanno meno. Questo evita disuguaglianze tra i sacerdoti che prestano lo stesso servizio in contesti diversi, magari con sfide e povertà molto diverse. È un sistema profondamente evangelico, perché si basa sulla comunione: nessuno è lasciato solo, e ciascuno riceve ciò di cui ha bisogno per vivere con dignità la propria missione.
Parlaci del progetto “Una firma per unire”. Come nasce e qual è il suo scopo?
“Una firma per unire” nasce dal desiderio di raccontare le storie dietro ogni firma. È un progetto che vuole valorizzare non solo il gesto in sé, ma il legame umano e spirituale che esso crea. Ogni firma è una scelta consapevole di comunione, un “Sì” alla solidarietà, alla giustizia sociale, alla missione evangelica. Attraverso testimonianze, incontri, video e materiali informativi, il progetto mira a coinvolgere soprattutto i giovani e le famiglie, rendendo visibile il bene che nasce da un gesto semplice ma potentissimo.
In che modo come Chiesa di Ischia possiamo, concretamente, contribuire a questo cammino?
Innanzitutto, informandoci. Spesso si firma per abitudine, oppure non si firma affatto per mancanza di conoscenza. Invito tutti a visitare il sito del Sovvenire, ad interessarsi al bene comune, ad appassionarsi alle storie di chi ha beneficiato di questi fondi. Poi parlandone: con i nostri amici, nelle scuole, nei gruppi parrocchiali. E naturalmente, firmando. Ogni firma ci rende protagonisti di una storia più grande.
Hai un messaggio finale per i nostri lettori?
Sì. Ricordiamoci che non siamo spettatori nella Chiesa, ma protagonisti. Ogni piccolo gesto, come la firma per l’8xmille, può alleviare sofferenze, far fiorire speranze, costruire ponti. Una firma vale moltissimo e non costa nulla. È importante sapere che anche i pensionati possono firmare per l’8xmille: basta che presentino la dichiarazione dei redditi, anche con il semplice modulo precompilato così da contribuire pienamente al bene comune. E permettetemi un sorriso: in un tempo in cui firmiamo distrattamente termini e condizioni, quanto è bello sapere che c’è almeno una firma che ci apre alla solidarietà, alla giustizia, alla speranza di cui abbiamo tutti bisogno.
Grazie a Pina Trani per questa testimonianza luminosa, autentica e profondamente motivante. Il Sovvenire è molto più di un sistema economico: è una esperienza di comunione concreta, in cui ciascuno può fare la differenza con un gesto semplice, ma ricco di significato. Perché, in fondo, è nel dettaglio invisibile di una firma che si scrive una grande storia collettiva. E ammettiamolo: dopo aver ascoltato queste parole, è difficile restare indifferenti. Viene voglia di firmare, non per dovere, ma per convinzione. Perché ora comprendiamo che quella firma, piccola nel gesto, è grande nel significato e incoraggia a sostenere una Chiesa che cammina, ascolta, accoglie, costruisce. Una firma che, silenziosamente, parla di noi.