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Un’isola che riparte nella fede

Con Santa Restituta, verso la Luce

Ogni anno, nel mese di maggio, Ischia celebra con profonda devozione Santa Restituta, patrona di Lacco Ameno e dell’isola. Non è soltanto una ricorrenza religiosa, ma un richiamo particolare, una testimonianza viva di fede che attraversa i secoli e continua a commuovere e a unire.

Secondo il martirologio geronimiano, Santa Restituta era una giovane cristiana cartaginese martirizzata durante le persecuzioni di Diocleziano. Catturata durante la celebrazione del Dominicum, rifiutandosi di rinnegare la fede in Cristo, viene condannata ad essere arsa viva in mare.  La giovane accetta il martirio, e per intervento divino, la barchetta intrisa di stoppa e pece, si salva dalle fiamme e, sospinta da un angelo, arriva miracolosamente fino a Ischia, nella località “ad ripas”, l’odierna spiaggia di San Montano.

Ad accogliere il corpo esanime della fanciulla, la pia Lucina, avvertita da un angelo e la comunità del piccolo villaggio di pescatori. Ogni anno, il 16 maggio, a partire dal lontano 1968, si svolge la rappresentazione storica del martirio e dello sbarco a cura della associazione Le Ripe. Un momento toccante che, anche quest’anno, ha saputo parlare al cuore dei presenti, suscitando emozione e riflessione, ricordando la forza di chi ha dato la vita per amore di Cristo e per la verità.

Quest’anno giubilare, i festeggiamenti sono iniziati in modo speciale: per volontà del Parroco, don Pasquale Mattera, la Santa ha “visitato” l’intera isola, toccando spiritualmente i diversi comuni, portando con sé un messaggio forte di unità e di speranza, suscitando nuovo ardore nella devozione. La visita che la Santa ha fatto alle varie comunità, è stata ricambiata con slancio dal pellegrinaggio serale delle varie comunità isolane e dalla partecipazione attiva al novenario.

Don Damiano Cavallaro per il terzo anno consecutivo ha guidato la preghiera comunitaria e ha spezzato la parola per noi, richiamando più volte che Santa Restituta deve essere un esempio da imitare, come lei dobbiamo porre la celebrazione domenicale, la lettura delle sacre scritture e la partecipazione alla Mensa eucaristica al centro della nostra vita cristiana. Don Damiano si è distinto per la sua instancabile dedizione: ha visitato gli ammalati, ha ascoltato, ha confessato, ha portato la vicinanza della Chiesa a chiunque ne avesse bisogno. Con fervore ha pregato con tutto il mondo cristiano all’inizio del Conclave per l’elezione del Papa, e poi ogni giorno, dalla sera dell’8 maggio, dopo la fumata bianca e la nomina del Papa, ha invocato la benedizione sul nuovo pontefice Leone XIV. Ha presidiato la vestizione della Santa, pregando incessantemente insieme ai fedeli e al coro per tutto il pomeriggio, spiegando il significato degli ex voto. Ogni paio di orecchini, ogni collana, orologio, anello, è un dono per grazia ricevuta. Nel giro agli ammalati ha raccolto personalmente due testimonianze di grazie ricevute

Nonostante le ombre che, come sempre accade nelle vicende umane, hanno cercato di offuscare la luce della festa, chi crede profondamente nella testimonianza di Santa Restituta è rimasto saldo nella fede. Perché lo sguardo del credente non si ferma alle tenebre, ma cerca la luce. Come ci ha ricordato il Vangelo di domenica: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12). È da questo comandamento che ripartiamo, con lo spirito di chi ha il cuore pieno di gratitudine e lo sguardo fisso in alto.

Santa Restituta continua a camminare con noi, a indicarci la via, a sostenerci nelle difficoltà. La sua festa è un segno, una promessa che ogni anno si rinnova: che nonostante tutto, la luce vince sempre sulle tenebre, e l’amore, quello vero, è la forza più grande che abbiamo per ricominciare.

di Teresa Trani

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