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Il sangue fondativo dei martiri

Omelia del Vescovo Carlo in occasione della festa di Santa Restituta

La sofferenza dei martiri dona gloria a Dio”, con questa frase, ripresa dalla Prima Lettera di Pietro, il vescovo Carlo ha aperto l’omelia del 17 maggio scorso presso la Basilica di santa Restituta in Lacco Ameno, per ricordare che chi soffre come cristiano, e dona la propria vita per amore, disegna la propria vita a immagine e somiglianza di Cristo. Il martire – ha spiegato – è colui che ha conformato completamente la sua vita su quella di Cristo, il quale, per amore nostro, ha speso tutta la sua vita e tutte le sue forze. Il cristiano ha dunque come orizzonte di vita l’esempio di Cristo, poiché, grazie alla forza del Battesimo, egli partecipa della resurrezione di Cristo:

«Il martire che persevera sino alla fine ed è fino alla fine testimone convinto, fedele di questa fede, ha questo orizzonte: l’orizzonte dell’incontro con il Signore. Il martire persevera sino alla fine perché nella fede crede che Gesù è risorto».

Il martire è talmente coinvolto nell’amore per Cristo da non ritenere una perdita la sua morte, anzi, egli ritiene che sia un guadagno, poiché dopo il sacrificio lo attende l’incontro faccia a faccia con il Signore. Ma il sacrificio non è solo guadagno personale, è tutta la Chiesa a guadagnare dal sangue dei martiri, la Chiesa si fonda sul sangue dei martiri e sul sangue di santa Restituta.

«Questo sangue diventa seme di unione per tutta la Chiesa. Quando celebriamo l’Eucaristia diciamo che “facciamo la comunione”, perché il sangue di Cristo è comunione per tutta la Chiesa, e comunione per tutti i cristiani».

Dobbiamo essere consapevoli, ha precisato il Vescovo, che, poiché si parte da questi presupposti, ognuno di noi deve assumersi la responsabilità del suo essere cristiano, perché abbiamo ricevuto in dono gratuitamente una fede che ci è stata tramandata attraverso i secoli anche a costo della vita e grazie anche al sangue versato da chi ha dato la vita per il Signore. Il sangue di Cristo e il sangue di tutti i martiri sono segno di comunione e unità della Chiesa. È necessario pregare affinché possiamo conservare questa unità, rappresentata anche dal Papa, oggi Papa Leone, che in questi giorni inizia il suo mandato, ha ricordato il Vescovo.

Ma il sacrificio della vita per amore del Signore non rimane retaggio del passato, ancora oggi in molte parti del mondo tante persone vengono uccise a causa della loro fede cristiana, sebbene la loro morte non susciti l’interesse dei media. Tuttavia questa persecuzione che perdura ancora oggi viene messa in atto per lo stesso motivo per il quale anche Restituta fu uccisa: mettere a tacere la voce della fede, mettere a tacere la voce di Cristo e del Vangelo. Ma oggi come allora il sangue dei martiri parla e diventa seme che annuncia il Vangelo ancora più fortemente:

«Chi ha ammazzato Restituta l’ha resa martire, pensava di mettere a tacere la sua voce e quella del Vangelo, ma non conosceva la voce del Vangelo, poiché il seme piantato sotto terra, morto, produce vita nuova».

Abbiamo dunque una grande responsabilità, ha concluso il Vescovo, quella del sangue versato da santa Restituta, che per noi è vita:

«Chiediamo al Signore di accogliere con gioia questa responsabilità in ogni gesto e di essere testimoni della sua parola e di questa vita che ci è stata donata».

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