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L’Inizio del Ministero Petrino di papa Leone XIV

Domenica 18 maggio, V domenica di Pasqua ci sarà la celebrazione per l’Inizio del Ministro Petrino del Vescovo di Roma. In realtà sarebbe più corretto specificare che questa celebrazione, rientra in un itinerarium (itinerario) con alcuni momenti precisi in luoghi significativi della città di Roma.

Come per il Rito delle Esequie e il Rito del Conclave anche l’Inizio del Ministero, è normato da un libro liturgico proprio delle celebrazioni del Papa: Ordo Rituum Pro Ministerii Petrini Initio Romae Episcopi (Inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma).

In questo libro liturgico sono raccolte le diverse celebrazioni in quest’itinerarium che partirà dalla Tomba dell’Apostolo Pietro e terminerà all’icona della Salus Populi Romani.

Dopo un lungo lavoro di redazione, tale libro “venne consegnato dal Maestro Mons. Piero Marini il 20 aprile 2005 nelle mani del Pontefice Benedetto XVI eletto il giorno precedente nel Conclave che aveva donato alla Chiesa il suo 265° Papa. In quella seduta, con il protocollo n. 530, veniva approvato con Motu Proprio Rescritto Ex audientia Summi Pontificis il nuovo Ordo e se ne disponeva la pubblicazione. L’Ordo si presenta con due frontespizi speculari corrispondenti, dove nelle pagine pari i testi sono in lingua italiana mentre in quelle dispari in lingua latina. I riti del 24 e 25 aprile e del 7 maggio vennero celebrati con quel testo approvato da Benedetto XVI. Nel febbraio del 2013 il Santo Padre Benedetto XVI, dopo la sua Declaratio che annunciava un gesto che ha segnato una svolta epocale nella vita della Chiesa e del ministero petrino con le improvvise dimissioni date nel Concistoro ordinario pubblico per la Canonizzazione di alcuni Beati, procedeva alla revisione di alcuni atti importanti. Infatti, prima di congedarsi e ritirarsi a vita privata apportava delle modifiche alle norme relative all’elezione del Sommo Pontefice con una lettera apostolica in forma di motu proprio dal titolo “Normas Nonnullas[1].

L’itinerario di cui parliamo prevede, secondo la liturgia romana, delle statio e delle celebrazioni eucaristiche e possiamo dividerlo in due parti, ciascuna composta da due statio e una celebrazione.

Partendo dalla tomba dell’Apostolo Pietro dove il nuovo Papa si reca per un momento di preghiera e dalla cui edicola vengono prelevate le insegne petrine (pallio e anello piscatorio), il Santo Padre si reca, al canto delle Laude Regiae, verso Piazza San Pietro per la celebrazione eucaristica e per ricevere le insegne proprie del suo ministero petrino di Vescovo di Roma. La visita alla tomba dell’Apostolo delle Genti, presso la Basilica Ostiense di San Paolo fuori le Mura conclude questa prima parte dell’itinerario.

“Per lo stretto legame tra i due Apostoli con la città di Roma e per la potestà e l’autorità di cui gode il Vescovo di Roma grazie proprio a questi due testimoni della fede, il Papa è chiamato a recarsi sul Trofeo dell’Apostolo delle Genti, dopo la celebrazione avvenuta in San Pietro. Petrina e paolina è la Chiesa cattolica: riti e liturgia, spirito e preghiera, vita e Parola di Dio, spingono il successore di Pietro a una duplice confessione che è quella della fede e della missionarietà della Chiesa. È prassi recente che i Pontefici prendano possesso della quattro Basiliche maggiori o patriarcali, ma questo momento non vuole essere prettamente giuridico bensì teologico. L’importanza di questo gesto richiede che sia effettuato quanto prima, possibilmente nel pomeriggio stesso in cui si è celebrata l’Eucaristia d’inizio pontificato. Il Papa inizia recandosi in preghiera sulla Tomba di Pietro, celebra nel luogo dove questi e molti altri hanno sacrificato la vita per Cristo e successivamente si reca in pellegrinaggio dove per tradizione vi sono i resti di Paolo, vicino al luogo dove, secondo la tradizione, trovò il martirio. Nella celebrazione dell’inizio del Ministero Petrino, la dimensione petrina era sottolineata dagli oggetti del Pallio e dell’Anello; in questa celebrazione la dimensione paolina è evidenziata dalla centralità della Parola di Dio, quella Parola che lo stesso Paolo rivolge alla comunità di Roma”.

La celebrazione alla Basilica di San Paolo fuori le Mura è prevista per la giornata del 20 maggio.

Nella domenica successiva, il 25 maggio ci sarà la seconda parte “anche in questo caso il rituale prevede prima della celebrazione una statio, dinanzi alla cattedra marmorea presente nella Basilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Apostolo e Giovanni Battista, comunemente chiamata Basilica Lateranense: la Cattedrale del Vescovo di Roma. Questo luogo è, per antichissima tradizione, la cattedrale madre e capo di tutte le Chiese della città di Roma e del mondo, luogo di memoria della radice ecclesiologica posta, per disegno di Dio, nella Chiesa che è in Roma, in cui germina il ministero petrino. Con la presa di possesso della Cattedra si completa il percorso celebrativo di questi riti; è la prima volta che il Vescovo di Roma incontra la sua comunità e vive liturgicamente la sua presidenza magisteriale. La prima celebrazione vissuta in San Pietro ha una sottolineatura cristologica riscontrabile nelle insegne papali, mentre la celebrazione della presa di possesso ha una sottolineatura pneumatologica e fortemente ecclesiologica. La celebrazione della presa di possesso della Cattedra Lateranense così carica dal punto di vista ecclesiologico prosegue sotto la medesima indole con la statio che il Papa compie, dopo la celebrazione in Laterano, alla Basilica di Santa Maria Maggiore.

Lasciando la sua Cattedrale si dirige infatti presso la Basilica detta anche Liberiana per rendere omaggio all’icona di Santa Maria Salus Populi Romani. Ecclesiologicamente in Maria il popolo cristiano vede l’icona perfetta della Chiesa: nel Concilio Vaticano II, Maria è apparsa come modello, tipo e membro della comunità dei salvati (Lumen Gentium 53). Ella è segno di consolazione e speranza per il popolo peregrinante (Lumen Gentium 69). Questo momento celebrativo è l’ultimo di questo itinerarium e anch’esso è vissuto con un rito sobrio e essenziale, dove a partire dalla Sacra Scrittura viene venerata la Tutta Santa”.

Queste celebrazioni che ci apprestiamo a vivere in comunione con il Romano Pontefice, “possono essere indicate come un legittimo luogo teologico e un autorevole testimone capace di attestare e tramandare la visione cattolica del ministero petrino. L’Ordo è a pieno titolo integrato alla lex orandi della chiesa e, dunque, d’ora innanzi, strumento imprescindibile per la formulazione teologica del ministero petrino” (Piero Marini).

Don Antonio Mazzella


[1] Le parti in virgolette sono prese dal testo pubblicato dall’autore dell’articolo. 

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