Il futuro Papa aveva rilasciato un’intervista a Rai Vaticano e Tg1 raccontando la sua vocazione
Sono nato negli Stati Uniti, a Chicago, anche i genitori tutti e due nati a Chicago, però i nonni erano tutti immigrati francesi, spagnolo, cresciuto in una famiglia molto cattolica. I genitori tutti e due molto impegnati nella parrocchia: avevo, diciamo, conoscenza della Chiesa, delle esperienze parrocchiali a livello locale, proprio vedendo questo impegno dei genitori, ma anche di diversi amici; ho studiato in una scuola parrocchiale e quindi in questo senso, forse anche con la vicinanza di alcuni preti diocesani, è nata l’idea della possibilità di diventare sacerdote.
Dopo ho conosciuto la mia famiglia religiosa, gli agostiniani e quindi dopo un breve tempo, diciamo, di… come ragazzo dico oggi discernimento, però per fare una scelta, forse anche conoscendo più persone, più giovani che sono andati dagli agostiniani, ho scelto: “va bene, vado a questo seminario, poi vediamo!”; infatti così da ragazzo di 14 anni sono entrato nel seminario minore e poi la storia va avanti. Dopo l’università ho deciso di entrare in noviziato, quindi c’era tutta la prima parte diciamo; è una storia come un ragazzo che vive con altri giovani, conoscendo se stesso, un tema importante anche come figlio di sant’Agostino, conoscendo altri vedendo l’importanza dell’amicizia e l’importanza di una vita comunitaria. Poi è nata anche in quegli anni una certa inquietudine, desiderio forse di essere missionario, cioè non restare nel mio proprio paese, ma partecipare in qualche maniera in un altro tipo di lavoro come sacerdote, come religioso. Vabbè poi la storia va avanti: noviziato, teologia negli Stati Uniti, poi son venuto a Roma per studiare il diritto canonico qui un anno come diacono, poi come giovane sacerdote, e subito dopo sono andato in Perù e li ho avuto i miei primi anni, diciamo, di esperienza come missionario in una piccola diocesi, allora prelatura, al nord del Perù.
Diverse persone sono state importanti nel camino, qualche sacerdote, qualche agostiniano, poi anche dentro la famiglia, mi ricordo bene in certi momenti: avevo molto fiducia nei miei genitori, la famiglia era ed è ancora molto unita, i genitori già sono andati al Signore, però mi ricordo qualche volta, parlando anche con mio padre, che non è esattamente un direttore spirituale, però parlando di cose molto concrete, dei dubbi che potevano entrare quando un giovane pensa “ma forse meglio se lascio questa vita, mi sposo, voglio avere i figli, una vita diciamo normale”, quello che conoscevo anche della mia famiglia, momenti di scelta, di discernimento che erano molto importanti, come giovane, e lui con la sua esperienza parlava delle cose come l’intimità fra lui e mia mamma e quanto era importante, però anche nella vita di una vocazione al sacerdozio quanto era importante avere una diciamo vicinanza con Cristo, conoscere Gesù e conoscere veramente l’amore di Dio nella vita per tutti i cristiani; anche se l’avevo sentito forse cento volte da informatori, altri sacerdoti, quando mio padre mi parlava così, in una forma molto umana, però molto profonda, anche, ho detto “qui c’è da ascoltare, pensare molto in quello che mi diceva”. Era un momento prima di andare al noviziato, in quel caso, mi ricordo ancora oggi dove eravamo quando mi parlava: non era in casa, non eravamo seduti come adesso, però parlando con lui, diverse volte… lui era un educatore poi, la sua vita, maestro, lavorava nelle scuole e aveva questa capacità di parlare ad ognuno; quindi, tutte queste cose sono state molto importanti.
Io penso che oggi la voce della Chiesa, la testimonianza della Chiesa, non Chiesa istituzione, ma Chiesa vissuta veramente come comunione dei fedeli, con martiri, con la presenza e la testimonianza di uomini e donne che danno la loro vita, tante volte in situazioni anche di violenza di guerra, conflitto, è una voce che offre grande speranza al mondo. Purtroppo, non tutti hanno la voglia, gli occhi aperti per ascoltare il messaggio e c’è uno sfida molto grande lì per la Chiesa; troppe volte abbiamo lasciato come dire, diventare istituzione la Chiesa, in parte o la totalità, uno pensa il Vaticano la Santa Sede: ci sono dimensioni istituzionali, però quello non è il cuore, quello che è e deve essere la Chiesa.