Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

Lunedì 21 aprile alle 9:47, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa ha annunciato al mondo la morte di papa Francesco. Da quel momento la Sede Apostolica entrava in Sede Vacante, termine che indica un periodo di tempo in cui si susseguono una serie di eventi, riti e atti nel governo della Chiesa.

Questo periodo possiamo dividerlo in alcuni momenti ben precisi: la morte del Pontefice, le sue Esequie e i novendiali, le Congregazioni dei Cardinali, il Conclave e l’Elezione del Romano Pontefice.  Le norme che regolano questo tempo sono codificate secondo le disposizioni emanate dai Romani Pontefici nel corso del tempo. Ultima in ordine cronologico è quella di papa Francesco nel 2024 con il nuovo Ordo Exsequiarum Romani Ponteficis, che parzialmente modificava quanto nel 1998 aveva stabilito Giovanni Paolo II.

Le modifiche apportare da Papa Francesco nel novembre scorso, sono state in continuità con quanto la riforma liturgica e i suoi predecessori avevano stabilito, piccole modifiche che come afferma Mons. Ravelli, Maestro delle celebrazioni: «(egli) ha chiesto, come dichiarato da Lui stesso in diverse occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto, eterno Pastore, che a Pietro ha detto: “Pasci le mie pecore” (Gv 21,17). Pertanto, la liturgia esequiale del successore di Pietro avrebbe dovuto rafforzare la speranza e testimoniare la fede che i battezzati, partecipi del mistero pasquale di Cristo, risorgeranno con lui a vita nuova. Il rito rinnovato, inoltre, doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo. Per questo motivo si è proceduto a una revisione approfondita dell’intero libro, con interventi che hanno interessato il lessico, i testi liturgici e i singoli riti. L’intero testo è stato adeguato al nuovo ordinamento della Curia romana in vigore con la pubblicazione della Costituzione Apostolica Prædicate Evangelium del 19 marzo 2022 la quale, pur mantenendo in vigore l’ufficio di Camerlengo di Santa Romana Chiesa, abolisce la Camera Apostolica».

Una liturgia in cui mostrare la speranza, testimoniando la fede nel mistero pasquale di Cristo. Un rito pur sempre nella tradizione, ma rinnovato, che evidenziasse le esequie di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo o un capo di stato.

Le esequie, come avviene per un qualsiasi Vescovo o battezzato, prevedono tre momenti

  • La prima stazione «nella casa del defunto» con le novità della constatazione della morte del Romano Pontefice nella sua cappella privata, anziché nella camera del Defunto, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima di essere traslato nella Basilica di San Pietro. È stata eliminata, invece, la prima traslazione nel Palazzo apostolico, prevista nel rito precedente. È stata poi indicata la tempistica dei necessari adempimenti e meglio precisati alcuni passaggi che non erano del tutto definiti nell’edizione precedente. Ciò ha comportato una rimodulazione anche della seconda stazione: poiché la deposizione nella bara è già avvenuta dopo la constatazione della morte, la sera prima della Messa esequiale si procede alla sua chiusura.
  • La seconda stazione «nella Basilica Vaticana» considera un’unica traslazione nella Basilica di San Pietro in Vaticano, la chiusura della bara e la Messa esequiale con l’ultima raccomandazione e il commiato. Nella Basilica Vaticana il corpo del Pontefice defunto è esposto direttamente nella bara e non più su un alto cataletto e, in conformità con quanto stabilisce il Cæremoniale Episcoporum per le esequie del vescovo diocesano (cf. n. 1160), durante tale esposizione non sarà posto accanto alla bara il pastorale papale denominata ferula. Anche in questa stazione sono stati ordinati meglio i passaggi rituali e date indicazioni più precise per la chiusura della bara.

La chiusura della bara è il momento in cui viene sottratto alla vista dei fedeli il corpo del Papa che ha ricevuto l’omaggio e le preghiere nella Basilica Vaticana nei giorni stabiliti. Alla presenza di alcune figure scelte si procede alla lettura del Rogito cioè il documento che ricorda i principali avvenimenti e atti della vita del Pontefice defunto. Questo, una volta sottoscritto da tutti i presenti, viene posto in un tubo di metallo, sigillato dal Maestro delle celebrazioni e posto nella bara accanto al piede destro del Papa insieme ad un sacchetto contenente un esemplare delle monete coniate durante il suo pontificato. Quindi il volto del Papa è coperto da un velo bianco mentre si elevano preghiere perché egli viva nella “speranza di contemplare il volto del Padre insieme alla beata Vergine Maria e tutti Santi”.

  • Infine, la terza stazione «nel luogo della sepoltura» include la traslazione del feretro del Pontefice al sepolcro e la tumulazione. Questa stazione ha subito un significativo snellimento a causa dell’eliminazione della deposizione e chiusura della bara di cipresso in una seconda di piombo e in una terza di rovere o di altro legno. Un altro elemento di novità consiste nell’introduzione delle indicazioni necessarie per l’eventuale sepoltura in un luogo diverso dalla Basilica Vaticana., nel caso di Papa Francesco la Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore. 

Molti hanno seguito questi momenti in Piazza San Pietro e lungo le strade di Roma. ma anche attraverso le televisioni e i vari canali social, stringendosi in una preghiera di ringraziamento al Signore per i 12 anni di Pontificato di Papa Francesco, primo Papa sudamericano.

Da quel giorno sono iniziati i novendiali: un’antica consuetudine, che vede per nove giorni consecutivi svolgersi particolari celebrazioni dell’Eucaristia in suffragio del Romano Pontefice defunto, a partire appunto dalla Messa esequiale.

Tali celebrazioni sono aperte a tutti. Esse, tuttavia, prevedono, ogni giorno, la partecipazione di un gruppo diverso, tenuto conto dei suoi legami con il Romano Pontefice. Questa varietà di assemblee mostra, in un certo modo, sia l’ambito del ministero del supremo Pastore sia l’universalità della Chiesa di Roma (cf. Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, nn. 124-125).

Durante questo tempo i Cardinali sono anche impegnati nelle Congregazioni generali prima di eleggere il 267° successore dell’Apostolo Pietro. 

Queste Congregazioni generali, che riuniscono tutto il Collegio Cardinalizio – anche coloro che non sono chiamati ad eleggere il Papa (non elettori) -, sono chiamate preparatorie al Conclave in cui i Cardinali elettori saranno isolati dal mondo per eleggere quanto lo Spirito Santo indicherà loro. Vogliamo però concludere questo articolo con le parole dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger nel 1997, in un’intervista alla televisione bavarese. Gli fu chiesto – appunto – se fosse lo Spirito Santo il responsabile della scelta dei papi ed egli rispose testualmente: «Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto, da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto».

La risposta di Ratzinger spiega come Dio rispetta sempre la libertà dell’uomo e quindi anche quella dei cardinali chiamati ad eleggere il Papa: a noi il compito di sostenerli con la preghiera in questo delicato compito a cui sono chiamati.

Don Antonio Mazzella

Condividi su:

Facebook
WhatsApp
Email
Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

su Kaire

Articoli correlati

Pescatore di uomini

Omelia del Vescovo Carloin occasione della Messa esequiale per don Stanislaw Czaplincki At 5,27b-.40b-41;Ap5,11-14; Gv14,6b.9c Il Vangelo di domenica scorsa ci ha presentato il brano di Giovanni nel quale vediamo

Il primo messaggio di Papa Leone XIV

Pubblichiamo il testo integrale del primo discorso di Leone XIV, che il neoletto Papa ha preferito leggere «”La pace sia con tutti voi!”. Fratelli e sorelle carissimi, questo è il