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I Papi di san Francesco

In questi giorni di sede vacante, si parla tanto della figura del prossimo Papa, come e chi potrebbe essere. Sappiamo che la storia della Chiesa è stata condizionata e guidata sempre dal Papa di turno, dalle sue scelte politiche e soprattutto religiose, per un cammino insieme alla Comunità cristiana ai fini della Salvezza e della Pace. Anche la vita di San Francesco d’Assisi è stata segnata dalla presenza e guida di tre illustri Papi: Innocenzo III che approvò la Regola non bollata; Onorio III che approvò la Regola bollata; Gregorio IX che lo canonizzò.

Tutti e tre i Papi lo avevano conosciuto personalmente, soprattutto il Cardinale Ugolino, divenuto in seguito Papa Gregorio IX, che gli fu fedele amico, consigliere e compagno. Senza il loro consenso e appoggio probabilmente il nostro santo patrono non esisterebbe, forse si sarebbe perso negli inganni del mondo. Invece il Poverello si è sempre sottomesso all’autorità pontificia, accettando a priori qualsiasi disposizione, traendone così ammirazione ed approvazione per il suo stile di vita, tanto austero ed esigente.

Le FF raccontano: «Vedendo che di giorno in giorno aumentava il numero dei suoi seguaci, Francesco scrisse per sé e per i frati presenti e futuri, con semplicità e brevità, una norma di vita o Regola, composta soprattutto di espressioni del Vangelo, alla cui osservanza perfetta continuamente aspirava. Ma vi aggiunse poche altre direttive indispensabili e urgenti per una santa vita in comune. …Era allora preposto alla Chiesa di Dio, il signor Papa Innocenzo III, uomo che si era coperto di gloria, dotto, ricco di eloquenza, ardente cultore della giustizia nel difendere i diritti e gli interessi della fede cristiana. Questi, conosciuto il desiderio di quegli uomini di Dio, dopo matura riflessione, diede il suo assenso alla loro richiesta, e lo completò dandogli effetto; li incoraggiò con molti consigli e li benedisse, dicendo: «Andate con Dio, fratelli, e come Egli si degnerà ispirarvi, predicate a tutti la penitenza. Quando il Signore onnipotente vi farà crescere in numero e grazia, ritornerete lieti a dirmelo, ed io vi concederò con più sicurezza altri favori e uffici più importanti» (FF 372). … Trascorsi undici anni dall’inizio dell’Ordine. essendo i frati cresciuti in numero e in meriti, furono eletti dei ministri, e inviati assieme a gruppi di frati in quasi tutte le parti del mondo, dove si vive la fede cattolica. In certe regioni erano accolti, ma senza permettere loro di costruire delle abitazioni. Altrove, venivano cacciati, per paura che fossero degli eretici. Innocenzo III aveva bensì approvato l’Ordine e la Regola, ma senza conferma scritta, per cui ai frati toccarono molte tribolazioni da parte del clero e della gente.

A motivo di tali ostilità, i frati furono costretti a fuggire da diverse nazioni. Così, angosciati, afflitti, non di rado spogliati delle vesti e battuti dai briganti, tornavano da Francesco con grande amarezza. Soffrivano vessazioni del genere pressoché in tutti i paesi d’oltralpe, come in Germania, Ungheria, e in molti altri. Come il fatto fu notificato al cardinale Ugolino, questi chiamò a sé Francesco e lo accompagnò da papa Onorio III, essendo Innocenzo venuto a morte. E fece approvare solennemente, con bolla pontificia, un’altra Regola, redatta da Francesco secondo ispirazione di Cristo. In essa fu deciso di intervallare i Capitoli, allo scopo di evitare le fatiche dei viaggi ai frati che abitavano in contrade lontane (FF 1475)”. Dopo la morte di Francesco … “Papa Gregorio si affretta a raggiungere Assisi, dove è custodito per lui l’inclito tesoro che spazzerà via la dolorosa tribolazione. Al suo arrivo tutta la regione è in giubilo, la città è pervasa di gioia, una grande folla accorre festante, e quel giorno luminoso si riempie di letizia sincera. Tutti vengono ad incontrare il Pastore supremo con solenne corteo.

Anche il pio gruppo dei poveri frati gli si fa incontro, e ciascuno canta inni all’Unto del Signore. Appena arrivato al convento, il Vicario di Cristo subito si porta a salutare e a rendere omaggio riverente al sepolcro di san Francesco. Sospira, si batte il petto, piange e, in atto di grande devozione, piega il venerando capo su quella tomba. Quindi dà apertura al solenne processo per la canonizzazione, convocando a tale scopo spesse volte i venerandi cardinali. … Sono tutti d’accordo e unanimi; leggono i miracoli con venerazione e lodano con grandissimi elogi la vita e la santità del beato padre. … «La santità di questo uomo — essi affermano — non ha bisogno della verifica dei miracoli, noi stessi l’abbiamo vista con i nostri occhi  e toccata con le nostre mani e vagliata alla luce della verità». Tutti tripudiano, gioiscono e piangono insieme, e quelle lacrime sono per loro pienezza di benedizione. E senza più indugio si fissa il giorno di grazia che riempirà il mondo di gaudio salutare (FF 534).

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