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Pellegrini di speranza anche per l’ambiente

Il Giubileo proposto da papa Francesco ha suggerito nuove iniziative di conversione ecologia e pellegrinaggi in luoghi naturali, dove Dio si incontra nel creato.

Può il Giubileo della speranza, proposto da papa Francesco essere anche “green” e con una rinnovata attenzione al creato?

I giovani sono i primi a scommetterci. Pellegrini di una speranza “green – verde” è l’iniziativa che hanno lanciato su varie piattaforme social suggerendo pellegrinaggi in luoghi naturali, in cui le persone possono sperimentare la bellezza del creato e incontrare il Sacro nella creazione. Foreste, laghi, montagne, coste e praterie possono diventare i santuari di pellegrinaggio del Giubileo 2025, dove la speranza diventa impegno a una conversione ecologica.

In India il pellegrinaggio ecologico è cominciato dalla cura della valle del Narmada dove, negli ultimi 39 anni, l’innalzamento del livello delle acque della diga locale ha inondato interi villaggi, causando migliaia di senzatetto, la perdita delle coltivazioni, la miseria. In questo contesto 24 congregazioni religiose hanno stilato un patto di impegno e di trasformazione perché “questo tempo giubilare sia anche per la nostra madre Terra” e per i poveri.

In Nord America la proposta dell’Alleanza cattolica per il clima è quella di trasformare i pellegrinaggi, già in atto nelle diocesi, in pellegrinaggi del Creato, con una tappa aggiuntiva sui luoghi naturali vicini ai santuari o alle città dove le comunità vivono. Il pellegrinaggio per il Creato suggerisce poi che ogni partecipante dedichi 10 minuti della sua giornata ad un’azione di cura dell’ambiente, scegliendo di camminare invece che prendere la macchina o di acquistare prodotti in confezioni riciclabili, ma soprattutto di raccontare ad amici, parenti, colleghi come una conversione ecologica richiede solo dieci minuti al giorno.

Rientra tra le iniziative di conversione del giubileo quella presentata dal Tavolo interdicasteriale della Santa sede sull’ecologia integrale, che invita tutti i cristiani e non solo a “promuovere investimenti sociali e ambientalmente responsabili, valutando ad esempio il progressivo disinvestimento dal settore dei combustibili fossili”, anche per “risollevare i più vulnerabili dalle conseguenze della crisi climatica”.

Un tema che coinvolge gli stati è quello del debito ecologico, che vede i paesi del Nord del mondo debitori nei confronti di quelli del Sud, poiché, grazie alla cura delle loro riserve naturali e delle foreste, mitigano la crescita delle emissioni e contrastano il riscaldamento globale, prodotto proprio dai paesi ricchi senza ricevere in cambio alcun pagamento per il loro servizio. Anche su questo fronte, si può essere pellegrini green, chiedendo agli amministratori locali e a quelli nazionali di “rimettere i debiti”, includendo quelli con l’ambiente.

di Maddalena Maltese – Il Poliedro

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