In questo periodo di inizio quaresima proponiamo la lettura del messaggio del nostro Ministro Generale OFS, rivolto a tutti i francescani secolari ma anche a tutti gli uomini di buona volontà che desiderano vivere alla scuola di San Francesco d’Assisi.
«Cari fratelli e sorelle, la Quaresima è iniziata il Mercoledì delle Ceneri. Siamo entrati in un periodo di 40 giorni di preparazione. Questo è un periodo meraviglioso dell’anno (liturgico), che ci prepara alla festa più grande di sempre: la Pasqua, la festa della nostra salvezza. Qual era il periodo della Quaresima per San Francesco? Egli attribuì un’importanza speciale alla Quaresima nella sua vita, come possiamo leggere nelle sue biografie. Celebrò la Quaresima non solo prima di Pasqua (cfr. Fioretti VII), ma ebbe anche un periodo speciale di Quaresima in preparazione ad altre feste. La più nota è la sua preparazione alla festa di San Michele. In quei giorni si ritirava sempre e andava in un luogo speciale. Spesso sentiamo parole, frasi sulla Quaresima in un contesto negativo: cosa non si dovrebbe fare, cosa non è permesso, cosa si deve abbandonare. A volte abbiamo anche noi questo stesso modo di pensare. Spesso usiamo parole come “rinunciare”, “trattenere” o “abbandonare”. Spesso ci concentriamo su cose che non dovremmo fare invece che su cosa dovremmo fare, o su cosa dovremmo fare meglio o di più. La nostra vita è una vita di penitenza, ma questo non significa che debba essere una vita triste. Scopriamo allora, perché questa è davvero una parte della Festa, perché la preparazione le appartiene già. San Francesco ha vissuto la sua vita in penitenza, ma ha avuto una vita gioiosa, perché gioiva sempre dentro, nonostante le difficoltà che ha dovuto sperimentare nel suo corpo e intorno a lui tra i fratelli. La Quaresima non è una stagione triste dell’anno. È una preparazione; è un tempo di possibilità. La penitenza è un modo per rivolgersi a Dio, un modo per cercare la sua volontà e vivere di conseguenza. Questo periodo dell’anno ci dà l’opportunità, come a San Francesco, di esaminare noi stessi, sia individualmente che nelle fraternità. Vivo, viviamo secondo il piano di Dio? Qual è il piano di Dio con me, con noi? Vivo, viviamo di conseguenza? Nella parte penitenziale della Santa Messa, preghiamo almeno ogni domenica: “Ho peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”. Vi invito tutti: pensiamo a queste quattro cose, e contempliamole, esaminandoci. Esaminiamo noi stessi nelle fraternità, riconciliandoci anche gli uni con gli altri, pensando alle conseguenze dei nostri pensieri, parole, azioni nella vita della fraternità. Quali sono quei pensieri di noi che più offendono Dio e gli uni gli altri? Quali sono le parole che diciamo che più distruggono lo spirito della fraternità, ferendo Dio e gli uni gli altri? Cosa facciamo contro Dio e gli uni contro gli altri? Quali sono le nostre omissioni, cosa non facciamo ma dovremmo fare per costruire la fraternità, per costruire il Regno di Dio? Vi invito a dedicare un po’ di tempo, sia individualmente sia insieme, a queste quattro cose importanti da contemplare, imboccando così la strada della riconciliazione con Dio e gli uni con gli altri. Dedichiamo un po’ di tempo a queste domande: non solo come preparazione alla prossima confessione, ma dedichiamo qualche ora o anche qualche giorno, o qualche incontro di fraternità – abbiamo 40 giorni per questo – per trovare le radici: come e perché agisco contro la volontà di Dio, nei miei pensieri, nelle mie parole, in ciò che ho fatto e in ciò che non ho fatto? Vi invito a fare della Quaresima un periodo in cui attraverso la riconciliazione e la penitenza possiamo ricostruire noi stessi e possiamo ricostruire le nostre fraternità, facendo così la nostra parte anche nella ricostruzione della Chiesa. Che Dio ci dia tanta gioia, pensieri profondi, considerazioni chiare, affinché possiamo trovare il piano di Dio nella nostra vita e così possiamo arrivare alla Pasqua con uno spirito rinnovato. Che San Francesco, Santa Elisabetta d’Ungheria e San Luigi di Francia ci aiutino in questa strada! Con sinceri saluti fraterni, vostro fratello e il vostro ministro».
Tibor Kauser