Un investimento di 37,4 miliardi di euro per costruire modelli linguistici open-source e riaffermare la sovranità digitale continentale
In un panorama tecnologico sempre più dominata da giganti americani e cinesi, l’Europa ha deciso di giocare la sua partita nell’ambito dell’intelligenza artificiale con un’iniziativa ambiziosa: OpenEuroLLM. Il progetto, che ha avuto la sfortuna di entrare in scena poco dopo l’annuncio di DeepSeek, figurando come “la risposta europea alla Cina”, era in realtà già nei programmi dell’Unione Europea da oltre 12 mesi e rappresenta molto più di una semplice reazione competitiva. OpenEuroLLM si pone infatti come l’affermazione concreta della sovranità digitale continentale. L’obiettivo è chiaro: accelerare l’evoluzione dell’intelligenza artificiale in Europa, potenziando le capacità tecnologiche del continente in questo settore cruciale per il futuro.
Con un impressionante budget di 37,4 miliardi di euro stanziato dall’Unione Europea, OpenEuroLLM si propone di realizzare modelli linguistici di nuova generazione e open-source che rispondano alle esigenze specifiche del contesto europeo. Questi modelli saranno progettati per parlare la lingua più opportuna in base alle necessità e, elemento fondamentale, saranno disponibili a essere controllati dalle organizzazioni che li utilizzeranno.
Il consorzio che guida questa iniziativa, come riportato nel comunicato stampa ufficiale, comprende 20 centri di ricerca, aziende e centri EuroHpc (European high performance computing). Il coordinamento è affidato all’Università Carolina di Praga, con la co-direzione di Silo AI, azienda finlandese specializzata in intelligenza artificiale. L’Italia gioca un ruolo significativo in questo progetto attraverso il consorzio interuniversitario Cineca di Bologna, che ospita uno dei supercomputer più potenti al mondo.
OpenEuroLLM si concentrerà sullo sviluppo di una famiglia di modelli linguistici di base ad alte prestazioni e multilingue, pensati per rispondere alle esigenze di servizi commerciali, industriali e pubblici in tutto il continente. “Questi modelli open-source, trasparenti e conformi alle normative”, sottolinea il comunicato ufficiale, “democratizzeranno l’accesso a tecnologie IA di alta qualità e rafforzeranno la capacità delle aziende europee di competere sul mercato globale, oltre a consentire alle organizzazioni pubbliche di offrire servizi pubblici di grande impatto”.
Un aspetto fondamentale di OpenEuroLLM è che i modelli saranno sviluppati all’interno del quadro normativo europeo, garantendo così l’allineamento ai valori continentali pur mantenendo un’eccellenza tecnologica di livello mondiale. La collaborazione con comunità open-source e open science, assicurerà che i modelli, il software e i dati siano completamente aperti e possano essere perfezionati e adattati alle esigenze specifiche di settori industriali e pubblici.
Il progetto, inoltre, può contare sul supporto di precedenti iniziative europee e sull’esperienza consolidata dei partner coinvolti, inclusi grandi archivi di dati di alta qualità e prototipi di LLM sviluppati in passato. Il consorzio ha avviato ufficialmente il suo lavoro il 1° febbraio 2025, con il sostegno finanziario della Commissione Europea nell’ambito del Digital Europe Programme.
La collaborazione sta già producendo risultati concreti anche in Italia, dove si stanno sviluppando molteplici tecnologie, ciascuna dedicata a rispondere a esigenze specifiche. Cineca, in qualità di partner diretto, sta sviluppando alcuni modelli in lingua italiana da offrire a pubblica amministrazione e aziende come base “semilavorata” per innovare nel proprio settore, mantenendo la propria identità linguistica e rispondendo ai propri bisogni specifici.
L’IA europea: una visione oltre il profitto
Il progetto rappresenta la mobilitazione di un intero comparto tecnologico europeo che non si limita a inseguire risultati economici, ma vuole servire pubbliche amministrazioni e aziende di ogni dimensione dislocate in tutta Europa, garantendo loro la possibilità di innovare senza dover scendere a compromessi sulla titolarità dei propri dati. In un mondo in cui la tecnologia rischia sempre più di diventare uno strumento di potere nelle mani di pochi giganti globali, l’Europa sceglie una strada diversa, basata sulla condivisione, la trasparenza e il rispetto dei valori democratici che caratterizzano il suo modello sociale ed economico.