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Una comunità festante, quella della Parrocchia san Leonardo in Panza, ha accolto l’inaspettata, quanto gradita, visita del Vescovo Carlo, domenica scorsa 24 febbraio per la celebrazione delle ore 11:00, solitamente dedicata ai numerosi bambini del catechismo. Oltre ai tanti bambini, particolarmente attenti e partecipi, don Emanuel ha presentato al Vescovo il gruppo dei giovani cresimandi, i fidanzati, i giovani che stanno seguendo un corso per catecumeni e una giovane coppia che proprio domenica chiedeva il Battesimo per il loro piccolo Lorenzo. Ha animato la celebrazione il coro diretto dal Maestro Nicola Lauro.

Quella di san Leonardo è una realtà parrocchiale particolarmente presente e attiva, molto legata alle proprie tradizioni e devozioni, ben radicata sul territorio, sicuramente in controtendenza rispetto al fenomeno dello svuotamento delle chiese. Il legame con il parroco, anche se con fisiologici alti e bassi, è sempre stato forte, anche con l’attuale don Emanuel, che si trasferirà a breve nella casa canonica, acquistata da don Gioacchino Castaldi in anni passati, e che di recente è stata ristrutturata con i fondi dell’8xmille. L’appartamento rinnovato è stato benedetto dal Vescovo subito dopo la celebrazione domenicale.

Nell’omelia, il Vescovo ha commentato il brano del Vangelo di Luca nel quale Gesù esorta i discepoli ad amare i propri nemici, una richiesta forte che anche noi oggi, come allora i discepoli, fatichiamo a mettere in atto. Non era la prima volta che Gesù esortava ad amare il prossimo, in molti passi del Vangelo compare questa esortazione, ma, in questo brano di Luca, Gesù sposta l’asticella, non basta amare il prossimo, è necessario amare i propri nemici. Non basta, precisa Gesù, amare chi ci ama, non basta amare chi ci ricambia, troppo facile! Il Vescovo Carlo, su queste precisazioni di Gesù, ha offerto una chiave di lettura molto interessante. Il discorso che Gesù rivolge ai discepoli si apre infatti con la frase “A voi che ascoltate io dico: amate i vostri nemici…”.

La dimensione dell’ascolto, ha spiegato il Vescovo, è fondamentale ed essa si mette in atto sicuramente nell’ascolto della Parola, ma soprattutto e più profondamente nella preghiera: «È un invito ad ascoltare nella preghiera, a pregare, perché nella preghiera non siamo soltanto noi a pregare, a parlare, a dire le nostre cose a Gesù, nella preghiera è lo stesso Gesù che ci rivolge la sua parola, la sua voce».

Gesù ci fornisce un criterio di discernimento che è la capacità di orientare la nostra vita secondo le Sue indicazioni, per rendere pratici i Suoi insegnamenti ogni giorno della nostra vita, e per relazionarci in modo corretto con gli altri. Ma quale criterio abbiamo? Il Vescovo ha suggerito un’altra indicazione presente nel Vangelo di Luca:

«C’è una bella pagina del vangelo di Luca che forse ci aiuta, quando leggiamo: “come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro”. Con gli altri dobbiamo comportarci come vorremmo che gli altri facessero con noi. Se non facciamo così, allora la nostra logica è solo umana».

Credere in Gesù, essere cristiani significa insomma assumere la sua logica, il suo pensiero, significa amare come Lui ama e questo avviene solo nella profonda dimensione della preghiera, una preghiera che non è ripetizione di formule preconfezionate, ma relazione con il Signore, «quando con il cuore entriamo in intimità con Dio».

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