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Un amore scritto sul ghiaccio

La storia senza tempo di Mara e László dimostra che la danza della vita è un racconto d’amore che non conosce limiti d’età e che “invecchiare è vivere”

Le ombre disegnano sul ghiaccio lunghe e sottili linee grigie. Pattini incerti avanzano a singhiozzo cercando di trovare l’equilibrio. E poi ci sono loro. Pantaloni giallo ocra, come il berretto, un lungo maglione arancione e una sciarpa in tinta lei. Pantaloni grigi, intonati al cappello, un pile scuro e occhiali da sole lui. I ciuffi brizzolati che spuntano da sotto il berretto tradiscono l’età non più giovanissima. Stretti l’uno all’altra, volteggiano sicuri e leggeri, tra figure e sequenze di passi, scrivendo sul ghiaccio la loro poesia, al ritmo delle parole de “Il filo rosso” di Alfa, che fanno da sottofondo.

“Gli altri che ti guardano, non ti guardano come ti guardo io. Anche se ti mancano, non ti mancano come ti manco io. Che non sono gli altri che sappiamo entrambi, che c’è un filo rosso che ci unisce, che non si vede e si capisce. Questo amore, ci fa dormire male cinque ore, pensarci tutte le altre diciannove. E giuro non ne possono più”.

Il video, pubblicato dallo stesso Alfa sul suo account di Tiktok, ha raccolto in pochi giorni oltre 5,6 milioni di visualizzazioni e oltre 727mila like.

“Vorrei ascoltare la loro storia”, scrive il giovane cantautore genovese. E questa è la loro storia.

Lei si chiama Mara e lui László. Hanno entrambi 80 anni. E volteggiano insieme sulla pista del City Park a Budapest, in Ungheria. 

Mara Patai è praticamente nata con i pattini da ghiaccio ai piedi. Suo padre ha progettato i sistemi di raffreddamento di tutte le piste di pattinaggio di Budapest. Quello di Mara è un vero e proprio talento. Per alcuni anni ha anche gareggiato finché un infortunio alla caviglia l’ha costretta a fermarsi. Negli anni Sessanta si sposa e ha avuto due figli. Non di rado capitava che l’intera famiglia trascorresse il pomeriggio a pattinare insieme sul ghiaccio. La loro esistenza scorreva liscia, come le lame dei pattini sul ghiaccio, finché quella linea viene spezzata e accartocciata tra le lamiere dell’auto su cui il giovane marito di Mara perde la vita. Il colpo per Mara, che lavorava come microbiologa, è molto duro. Si rimbocca le maniche per garantire un futuro ai propri figli. E poi arriva il giorno della pensione. La giornata, privata delle tante ore trascorse sul posto di lavoro, diviene all’improvviso vuota. E sola. Ed è in quel momento che Mara decide di rimettersi i pattini. “La vita ci ha dato sia gioie che dolori”, afferma in un’intervista. “Credo che all’inizio sono tornata sul ghiaccio per dimenticare. Ma poi ho trovato la felicità”. 

László Gombos pattina sul ghiaccio da quando ha 10 anni. Il suo legame con il ghiaccio non si è mai interrotto. Nel tempo libero ha insegnato a pattinare, trasmettendo questo suo amore prima a suo figlio e poi a suo nipote.

Anche László si ritrova a vivere lo stesso dolore di Mara. Anche la linea tracciata dalle lame dei suoi pattini sulla tela della vita si interrompe bruscamente. Presto, troppo presto. A sua moglie viene diagnosticato un tumore. E i sogni che i due giovani sposi avevano costruito insieme finiscono nel cassetto. Ancora oggi, quando la nomina, gli occhi di László si riempiono di lacrime. Sebbene siano passati dei decenni, il dolore è sempre vivo e intenso.

Non molto tempo dopo la perdita della moglie, anche a László viene diagnosticato un tumore. Seguono diversi interventi chirurgici e terapie. “Ho lottato contro il cancro e poi è arrivata l’ernia del disco, seguita da un’ulcera allo stomaco”, racconta in un’intervista. 

Ma l’amore per il pattinaggio è più forte di tutti i dolori.

Ed è proprio sulla pista di pattinaggio che 15 anni fa László incontra Mara. In quel momento le linee delle lame dei loro pattini tornano a scrivere la vita sul ghiaccio. La loro è una danza che ti prende e ti trascina. Le lame dei loro pattini sembrano siano state forgiate per intrecciarsi agili e sicure sul bianco cangiante del ghiaccio. Nonostante l’età.

“Quando andiamo sul ghiaccio – racconta László – a volte mi sento come un vecchio storpio, ma dopo un’ora e mezza di pattinaggio, mi sento come se avessi di nuovo vent’anni”. 

E così, nei lunghi mesi invernali, Mara e László si ritrovano insieme sulla pista di pattinaggio del City Park di Budapest. Sullo sfondo il profilo del castello di Buda, uno dei simboli incontrastati della città, che domina la capitale ungherese dall’alto della collina Várhegy, sembra delineare la cornice di una favola moderna. Senza tempo, come la danza sul ghiaccio di Mara e László.

E quando il sole inizia a sciogliere il ghiaccio annunciando l’arrivo dei mesi estivi, Mara e László si divertono a giocare a ping-pong e a fare escursioni insieme. Non solo. Di recente hanno iniziato a praticare lo stand-up paddleboard, ossia a pagaiare in piedi su una tavola.

“Alla gente piace pensare che ci sia una storia d’amore romantica attorno alla nostra storia – commenta Mara – ma in realtà la nostra amicizia e la nostra passione per il ghiaccio sono ben più di una semplice storia d’amore”.

Il loro debutto sui social risale ad un anno fa, quando una turista li vede volteggiare insieme, tra cambi di figure e sequenze di passi eseguite con straordinaria naturalezza, senza mai abbandonare il sorriso. Fino a quando, una volta conclusa la coreografia, Mara e László fanno un inchino e raccolgono l’applauso degli altri pattinatori che hanno assistito emozionati alla loro danza. Il tutto documentato dalla turista che, senza la minima esitazione, tira fuori dalla tasca il telefonino, realizza un video che posta poco dopo sui social. Trascorre qualche giorno e quel video viene visto in tutto il mondo da 32 milioni di persone. Mara e László non immaginano minimamente di essere diventati delle star, e di aver conquistato con la tenerezza della loro danza anche centinaia di migliaia di giovanissimi che abitano oggi gli spazi virtuali di Tik Tok. 

Oggi il primo a registrare i video di quel nonno divenuto una celebrità è il nipote di László. “A ottant’anni siamo ormai dei modelli per la nostra famiglia e per tutti coloro che hanno avuto la possibilità di vederci pattinare insieme sul ghiaccio”, commenta l’uomo.

La storia senza tempo di Mara e László dimostra che la danza della vita è un racconto d’amore che non conosce limiti d’età e che “invecchiare è vivere”. Perché coltivare i rapporti sociali, essere coinvolti nella vita della comunità, coltivare le proprie passioni – quelle che ci hanno accompagnato una vita intera, così come quelle che, per ragioni diverse abbiamo dovuto mettere nel cassetto – fa bene, sia al corpo che alla mente. E allo spirito. 

“Facciamo ciò che amiamo veramente – commenta Mara su uno dei tanti post social che li ha visti protagonisti –. Questo ci aiuta a superare ogni malattia e ci rende davvero felici”.

di Irene Argentiero – Sir

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