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“Ringrazio Dio per il dono della sua vita”

Suor Vitaliya, che ha perso un fratello al fronte, racconta l’elaborazione del lutto in una terra martoriata dalla guerra.

In Ucraina, la guerra fa vivere il lutto prematuramente, togliendo la vita a chi è ancora nel fiore degli anni. Ogni persona vive la perdita a modo suo, ad accomunare tutti però è il dolore, come quello vissuto da suor Vitaliya Ivanyuk, della Congregazione delle Suore Mirofore. Suo fratello Hryhoriy Ivanyuk è caduto al fronte nel luglio del 2023 e oggi lei ringrazia Dio «per il dono della sua vita, per le esperienze condivise e perché Dio l’abbia scelto per dare la vita per gli altri».

Sperimentare il dolore

Fino a poco tempo fa, suor Vitaliya insegnava filosofia e italiano all’Accademia teologica di Ivano-Frankivsk, nell’ovest del Paese. Alle spalle ha studi in Italia, a Roma, dove ha conseguito il dottorato presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum. Dal maggio 2024, è cappellano volontario e presta il supporto ai soldati che, dopo essere stati gravemente feriti, svolgono servizio nelle retrovie. «Impariamo a sperimentare il dolore in modo che non ci distrugga, ma che formi la capacità di una nuova risorsa di pensiero e di vita – spiega – e questo ‘noi’ non è ipotetico: lo dicono tanti ucraini nelle conversazioni private, nelle testimonianze e nelle interviste mentre cercano di dare senso al vissuto così drammatico». Il dolore può diventare una risorsa, aggiunge suor Vitaliya, «il dolore vissuto con Dio, condiviso con chi ti ama, è una forza trasformativa che cambia e apre nuove possibilità e percorsi. È impossibile affrontare il dolore da soli, e non dovremmo farlo, anche se cerchiamo di non disturbare gli altri e di non apparire deboli». Suor Vitaliya spiega ancora che è Dio stesso che «permette di sperimentare il dolore», perché gli esseri umani hanno bisogno di questa esperienza, poiché «il dolore, la sofferenza, la perdita» rendono più umani e capaci di capire gli altri e di averne compassione. «Ho smesso di avere paura di apparire debole perché sono debole, e ho visto che il dolore ci rende più forti, sembra perseguire coloro che vuole rendere coraggiosi».

La speranza della trasformazione

La religiosa ucraina ammette che continua a convivere con la perdita. «Sono diventata profondamente consapevole di cosa siano il lutto e la desolazione e sono grata a Dio per tutto ciò che mi ha permesso di sperimentare. Sono stata colpita nel profondo del mio cuore e della mia anima, ma Dio mi ha sorretta, così come molti altri come me, e non ci siamo chiusi nella disperazione, lamenti e negazione di Dio. Come persona consacrata, continuo a pregare per tutti coloro che sono caduti». La sofferenza fa spazio poi alla gratitudine. «Ringrazio Dio, – prosegue suor Vitaliya, – per il dono della vita di mio fratello». Il lutto ha spinto la religiosa ad offrire supporto spirituale ai militari che a causa delle ferite non possono più combattere e svolgono il loro servizio nelle retrovie. «Mantenere i contatti con loro è una necessità vitale per me – condivide la suora – ci aiutiamo a vicenda». «Il nostro tempo – conclude la religiosa – non è facile, è un’epoca di grandi tragedie inspiegabili che ha fatto emergere persone speciali, persone con perdite, per ognuno diversa. Il nostro compito è quello di trasformarle in frutti. Osservando le azioni della maggior parte delle persone comuni, c’è la speranza che ci riusciremo».

di Svitlana Dukhovych – Vatican news

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