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La coscienza, culla della storia

La coscienza è l’organo per mezzo del quale io rispondo al bene qui e ora. È una finestra aperta sull’eternità, è la culla della storia. È la porta per la quale l’Eterno entra nel tempo.

In questo preciso istante il bene che bussa alla porta della mia coscienza cosa mi dice di fare?

Cosa è bene fare in questa situazione?

“Il bene è il carattere supremo che può posarsi sull’azione meno appariscente e può conferirle il suggello di una assolutezza” (R. Guardini). Il bene è la santità del Dio vivente. Il bene è ciò che è ragionevole, ciò che è giusto. Nella sua struttura il bene è semplice. Il bene è Dio stesso, che mi parla e mi chiede di ascoltarlo. Nella vita ascoltare Dio è fondamentale perché siamo chiamati ad amarlo con tutto noi stessi sopra ogni cosa e ad amare l’altro come noi stessi. Siamo chiamati a pensare bene, parlare bene, comportarci bene, agire moralmente bene e a compiere opere buone.

La coscienza esiste e la portiamo viva in noi. “È il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove l’uomo si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria.” (Gaudium et spes) Questa meravigliosa e santa voce si distingue dalle altre. Papa Francesco ne ha tratteggiato le caratteristiche:

«Il Signore ci chiama per nome perché ci ama. La voce di Dio parla gentilmente alla coscienza. Ispira. Ha un modo per bussare al mio cuore. Non obbliga mai. Dio si propone non si impone. Ci corregge con tanta pazienza, ci incoraggia sempre, ci consola sempre e alimenta la speranza. Ha un orizzonte. Parla al presente: “ora puoi fare del bene, ora puoi rinunciare ai rimpianti e ai rimorsi che tengono prigioniero il cuore”. Ci anima, ci porta avanti, ci parla al presente: ora. Domanda “che cosa mi farà bene?” Non promette mai la gioia a basso prezzo. Ci invita ad andare oltre il nostro io per trovare il vero bene, la vera pace. Il Signore ama la luce del sole, la verità, la trasparenza sincera.

Invece la voce tentatrice induce al male. Suggestiona, seduce, assale, costringe, suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti ma passeggere. Blandisce e ci fa credere che siamo onnipotenti, ma poi ci lascia col vuoto dentro e ci accusa dicendo tu non vali niente. Ti porta a un muro, ti porta a un angolo. Distoglie dal presente e vuole che ci concentriamo sui timori del futuro o sulle tristezze del passato. Non vuole il presente, fa riaffiorare le amarezze, i ricordi dei torti subiti, di chi ci ha fatto del male e tanti ricordi brutti. Domanda “che cosa mi va di fare?” Ruota intorno all’io, alle sue pulsioni, ai suoi bisogni, al tutto e subito come i capricci. Porta frenesia, lascia amarezza. Predilige l’oscurità, la falsità, il pettegolezzo. Ti chiude su te stesso e ti dice non fidarti perché nessuno ti ascolta o ti capisce.»

Nel momento in cui conosco la Volontà del Padre conosco quello che sono poiché quello che sono è contenuto in questa Volontà che è il miglior bene per me. Sono figlio. Sono figlia. La coscienza, dunque, è anche intesa con Dio. L’adempimento della legge morale naturale iscritta nella nostra coscienza – che dice sempre “Fa il bene e evita il male” – è edificazione della nostra salvezza.    

Aver coscienza significa essere consci a se stessi che il bene esiste e tenerlo presente a noi stessi perché con retta intenzione nel nostro agire morale possiamo applicarlo.

La coscienza è la traccia di bene seminata nella mia esistenza; dunque, viene formata e va formata perché maturi. La fede si alimenta con l’ascolto e la fede ha una via. Le dieci parole, «i dieci comandamenti hanno sempre un valore prioritario e sono grandi indicatori di strada» (Benedetto XVI). Lungo questa strada, lungo la Via, la coscienza è una bussola.

In tre casi però essa può, come dire, “perdere la bussola”: 1) quando diventa superficiale, frivola, ottusa, quando cioè l’uomo cerca le vie più facili nell’intento anche inconsapevole di liberarsi dai pesi; 2) quando è eccessivamente affinata per cui esageriamo negli obblighi oltre il chiaro e semplice dovere, oltre il giusto e il possibile; 3) quando viene alterata nel suo contenuto, quando cioè l’uomo guarda la realtà col suo temperamento e con i suoi desideri quindi modella la realtà come ambiente ospitale per quello che a lui piace.

Attraverso la rivelazione divina e per mezzo della voce della coscienza morale conosciamo i nostri doveri fondamentali verso Dio e verso il prossimo. È questione di salvezza.  

Tutta la formazione morale e spirituale del cristiano si può riassumere nell’esercizio del raccoglimento. Tutti i maestri di vita interiore ne parlano. Rinvigorisce lo spirito. Rimando il lettore a “La coscienza” di Romano Guardini, scaricabile anche gratuitamente.

Buona lettura

di Angela Di Scala

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