Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

Campo vocazionale in Irpinia 2-3 gennaio 2025

Parrocchia Santa Maria delle Grazie in San Pietro

I giorni 2-3 gennaio 2025, noi ragazzi dell’oratorio “Duc in altum” della parrocchia Santa Maria delle Grazie in San Pietro, abbiamo intrapreso un viaggio verso l’Irpinia per un’esperienza fuori dall’ordinarietà della nostra isola.

Partiti per Pozzuoli ci siamo poi diretti verso l’abbazia del Goleto, a Sant’Angelo dei Lombardi. Durante il tragitto abbiamo avuto l’occasione di condividere le risonanze dell’esperienza del musical “Aggiungi un posto a tavola” che avevamo messo in atto qualche settimana prima, il 22 dicembre, nel centro parrocchiale.

Una volta arrivati a destinazione abbiamo cominciato la prima attività del giorno: chiudere gli occhi e meditare sul nostro cammino di vita. Ognuno di noi l’ha descritto con una parola: ce ne sono state di positive (come gioia, fiducia, speranza…), ma anche di negative (ansia, paura…). Grazie ad una rappresentazione grafica su un cartellone l’abbiamo collocata nel punto del cammino in cui ci sentiamo di essere in questo momento delle nostre vite.

In seguito, accompagnati dalla guida del seminarista Matteo, siamo entrati per visitare l’abbazia, un luogo suggestivo e alquanto significativo. Tra i diversi ambienti due sono quelli che ci hanno colpito di più: la cappella di San Luca e il luogo dell’abbazia.

La cappella presenta un pavimento a scacchi bianchi e neri, il primo colore può essere visto come il Bene che, nonostante il passare degli innumerevoli anni, non si deteriora; al contrario, il nero, che rappresenta il male, si è consumato in quasi tutte le mattonelle. Da questo possiamo ricavare un’importante lezione: sebbene a prima vista il colore nero risalti molto di più del bianco, dopo tutti gli anni che sono passati, quest’ultimo prevale, come il Bene sul male.

Il luogo principale del Goleto è una grande chiesa mancante del tetto. Anche questa caratteristica ha un significato molto intenso: una chiesa, un tempo ricca e sfarzosa, ha perso tutta la sua bellezza superficiale. Ciò che risalta ai nostri occhi, più di ogni cosa, è il tetto ormai crollato. In esso si cela un importante messaggio: non bisogna focalizzarsi sui beni materiali che ci circondano ma alzare la testa e riflettere sull’immensità del cielo.

Al termine della visita abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata da don Enzo Serpe e padre Nando; durante l’omelia il sacerdote ci ha posto davanti a due importanti interrogativi: “Chi sei Tu?” (Rivolta a Dio) e “Chi sono io?” (Riguardo al nostro cammino di fede).

Dopo esserci sistemati nella struttura nella quale avremmo passato la notte, ci siamo diretti a piedi verso Santa Lucia di Serino. Lì siamo stati accolti nella chiesa madre dei santi Pietro e Paolo da don Emanuele Roca che ci ha parlato di San Giuseppe Moscati, il quale si recava lì per le vacanze estive. Nella chiesa sono presenti i resti di Francesco Moscati, padre del Santo.

 In seguito tramite una prova di fiducia, nella quale, divisi in coppie, un membro era bendato e l’altro lo guidava, siamo giunti presso gli appartamenti della famiglia Moscati. Una guida ci ha mostrato tutte le stanze con i relativi oggetti d’epoca, accompagnati da alcuni aneddoti. La stanza più significativa è stata l’ufficio, nel quale il Santo esercitava la sua professione di medico anche in vacanza. Le persone che si recano in quel luogo possono lasciare un biglietto con una richiesta di grazia.

La giornata a Santa Lucia di Serino si è conclusa con un momento di adorazione eucaristica nel monastero delle clarisse situato vicino al palazzo Moscati, in cui abbiamo riletto la storia del nostro oratorio, riflettendo sulla scelta dell’apostolo Pietro che, nonostante gli innumerevoli dubbi, decise di fidarsi completamente di Gesù. Il messaggio è stato poi trattato più accuratamente prestando attenzione alle parole di uno dei canti: “Come Pietro anche noi, Signore, non abbiamo la forza di credere. Dona a noi lo Spirito d’amore che ci porterà davanti a Te”.

Durante questo momento ci è stata consegnata una lettera sull’importanza di amare noi stessi in quanto creature generate e volute da Dio che citava: “Amati! È importante! Allo specchio ammira i tuoi occhi a cui diedi la luce, aiutato da chi ti generò. Gioisci del tuo corpo, abitazione del mio spirito, dal battesimo in poi. Sii contento del tuo nome. Lo uso per chiamarti, per stringerti a me, per parlarti nella coscienza”.

Rientrati in struttura, abbiamo sperimentato momenti di condivisone, uno degli obiettivi del nostro oratorio, cucinando e sistemando assieme il refettorio. Dopo cena abbiamo trascorso momenti spensierati che hanno alimentato la nostra amicizia, seguiti da una riflessione personale sulla giornata appena trascorsa.

Il mattino seguente, prima di cominciare le attività della giornata, ci siamo ritagliati un momento di svago sul lago Laceno. La bellezza suggestiva del paesaggio ci ha ricordato la grandezza di Dio, che, nella sua infinita bontà ci dona questi istanti di felicità condivisa. Grazie a momenti come questi capiamo che i veri rapporti di amicizia sono un dono divino, un legame che si rafforza nella semplicità di una risata.

Successivamente ci siamo recati alla chiesa madre, dedicata all’Assunta, nel paese di Lioni, luogo molto affascinante per la sua storia. La chiesa al suo interno conserva le pareti del suo impianto cinquecentesco crollato in seguito ad un rovinoso terremoto. L’intenzione era di non abbattere le mura antiche ma di costruire su di esse quelle nuove dando vita ad un capolavoro. Così come quelle persone hanno deciso di dare nuova vita a una chiesa che ormai sembrava essere perduta, allo stesso modo Dio prende le nostre macerie e le ricostruisce per noi.

In quel luogo ci siamo racconti in silenzio, in un momento chiamato “Deserto”, dove ci viene consegnata la parola del profeta Isaia “Ti stimo e ti amo” alla quale possiamo collegare la canzone “Io sì” di Laura Pausini. Il titolo rappresenta un’affermazione di sé, un “sì” alla vita, alle sue complessità e contraddizioni, alla crescita nonostante le sofferenze e le paure che ci bloccano. Può avere due diverse visioni di lettura: da una parte, può essere il “Sì” detto da Dio che vuole dimostrarci la sua costante presenza nella nostra vita sia nei momenti di debolezza, sia in quelli di gioia; dall’altra parte rappresenta la nostra volontà di affidarci completamente al piano che Lui ha scelto per ognuno di noi.

Dopo questo intenso momento di riflessione abbiamo raggiunto il gruppo degli animatori dell’azione cattolica parrocchiale di Lioni, che ci hanno gentilmente accolto. Appena arrivati, don Gelsomino Spatola, parroco di Lioni, don Tarcisio Gambalonga, parroco di Lioni e vicario generale della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e padre Joseph dall’Uganda hanno celebrato la Santa Messa. L’ omelia di Don Tarcisio ha ripreso ciò che è stato detto nel passo precedente, sottolineando l’importanza del nome in quanto strumento utilizzato da Dio per chiamarci a sé. Al termine della celebrazione abbiamo pranzato tutti insieme e abbiamo trascorso il pomeriggio in compagnia legando attraverso giochi e musica.

Terminate le attività, con un po’ di malinconia ci siamo diretti al porto di Pozzuoli e siamo tornati a casa.

Questi due giorni, nonostante siano passati molto rapidamente, ci hanno aiutato a rafforzare non solo la nostra fede, ma anche il nostro rapporto, facendoci comprendere appieno il significato dell’amicizia. Gli innumerevoli esempi incontrati ci hanno spronato nel nostro cammino di fede, aiutandoci capire che, anche quando ci sentiamo soli, abbandonati da tutti, Dio è sempre presente e ci ama nonostante tutto.

I ragazzi di San Pietro

Condividi su:

Facebook
WhatsApp
Email
Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

su Kaire

Articoli correlati

Pescatore di uomini

Omelia del Vescovo Carloin occasione della Messa esequiale per don Stanislaw Czaplincki At 5,27b-.40b-41;Ap5,11-14; Gv14,6b.9c Il Vangelo di domenica scorsa ci ha presentato il brano di Giovanni nel quale vediamo

Il primo messaggio di Papa Leone XIV

Pubblichiamo il testo integrale del primo discorso di Leone XIV, che il neoletto Papa ha preferito leggere «”La pace sia con tutti voi!”. Fratelli e sorelle carissimi, questo è il