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Dal Presepe al Battesimo di Gesù

Durante l’Angelus di domenica scorsa Papa Francesco ha parlato del Battesimo di Gesù, secondo il Vangelo del giorno: «Gesù si unisce al suo popolo, che va a ricevere il battesimo per il perdono dei peccati. Mi piace ricordare le parole di un inno della liturgia di oggi: Gesù va a farsi battezzare da Giovanni “con l’anima nuda e i piedi nudi”. E quando Gesù riceve il battesimo si manifesta lo Spirito e avviene l’Epifania di Dio, che rivela il suo volto nel Figlio e fa sentire la sua voce che dice: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Il volto e la voce. Prima di tutto il volto. Nel rivelarsi Padre attraverso il Figlio, Dio stabilisce un luogo privilegiato per entrare in dialogo e in comunione con l’umanità. È il volto del Figlio amato. In secondo luogo, la voce: «Tu sei il Figlio mio, l’amato». È questo un altro segno che accompagna la rivelazione di Gesù. Cari fratelli e sorelle, la festa di oggi ci fa contemplare il volto e la voce di Dio, che si manifestano nell’umanità di Gesù. E allora chiediamoci: ci sentiamo amati? Io mi sento amato e accompagnato da Dio o penso che Dio è distante da me? Siamo capaci di riconoscere il suo volto in Gesù e nei fratelli? E siamo abituati ad ascoltare la sua voce?».

Il biografo di san Francesco d’Assisi, Angelo da Clareno, nella “Cronaca o storia delle sette tribolazioni dell’Ordine di Minori” racconta di come Gesù parla a Francesco della sua vita e missione evangelica, dalla nascita alla morte in croce, dando priorità al sacramento del Battesimo. “«Prendi dalla mia mano il volume: è la legge di grazia e di umiltà, di povertà, pietà, carità e pace; la forma di vita, ch’io osservai con i miei discepoli; la regola che dà vita per una vita immacolata, per la pienezza di grazia, che dirige all’acquisto certo e al possesso, nel fatto e nel pensiero della gloria dell’anima e innalza alle altezze delle realtà celesti e divine. Questa io creai sostanzialmente nei santi ed offrii come forma di perfezione. Nascendo io nudo misteriosamente dalla Vergine, fui involto nei panni della povertà e deposto nel presepio dell’umiltà, dal momento che non volli trovare posto nell’albergo, per dimostrare attraverso questo mistero che la povertà è via certa per il regno dei cieli, e certificare con le opere e con le parole tutti gli amatori e custodi della povertà che essi sono dall’eternità costituiti dal Padre mio eredi e re dello stesso regno dei cieli. Mandai davanti a me Giovanni Battista, come Elia, angelo di fortezza, profeta nello spirito e nella potenza, colui che indicò a dito la mia venuta e incarnazione lo mandai davanti alla mia faccia perché preparasse le mie strade e rettificasse i sentieri: a predicare la penitenza e ad insegnare la scienza della salvezza nella remissione dei peccati, mediante le opere e la parola, affinché tutti per mezzo di lui credessero in me e tutti quanti vogliono venire dietro di me lo avessero come guida, accompagnatore e patrono pio e certissimo da ora fino alla fine del mondo, nel credere, amare e osservare la perfezione della mia povera, mite ed umile dimora tra gli uomini e divinissima vita ed umile dimora tra gli uomini e divinissima vita. Per la qual cosa, volendo io offrire a quanti scelgono di venire dietro a me la liberazione dalle tenebre dell’errore e dalla condanna dell’eterna confusione e della morte e l’entrata nel regno di Dio, dopo che saranno rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, appena ebbi ricevuto da lui il battesimo in virtù dello Spirito Santo, fui condotto nel deserto.  Perché fosse d’esempio, ho consacrato il periodo di quaranta giorni nel digiuno, nelle veglie e nella preghiera, insegnando con questo che il tempo della vita dei battezzati si deve tutto e perfettamente consacrare al culto divino, e che in questo modo i miei seguaci, per il merito della mia morte, vincessero il principe e rettore del mondo di queste tenebre e, morti al mondo e a tutte le cose del mondo, vivessero solo per Dio, cercando e gustando solo le cose che sono del cielo e non quelle di questa terra. …» (FF2116).

Papa Francesco conclude: «Vi faccio una domanda: ognuno di noi ricorda la data del suo Battesimo? Questo è molto importante! Pensa: in quale giorno io sono stato battezzato o battezzata? E se non lo ricordiamo, arrivando a casa, chiediamo ai genitori, ai padrini la data del Battesimo. … Affidiamoci alla Vergine Maria, invocando da Lei l’aiuto. E non dimenticatevi la data del Battesimo!».

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