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La teologia sia anche donna

Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti al Congresso internazionale sul futuro della teologia, organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione. . “Una teologia di soli uomini è una teologia a metà”, perché “ci sono cose che solo le donne intuiscono e la teologia ha bisogno del loro contributo”. Appello affinché questa disciplina, “luce” che fa emergere il Vangelo, possa essere “accessibile a tutti” e aiuti a “ripensare il pensiero” in un mondo complesso

Il desiderio che la teologia aiuti a “ripensare il pensiero” e l’invito a renderla “accessibile a tutti”, sottolineando la necessità del contributo femminile perché “una teologia di soli uomini è una teologia a metà”. Queste le consegne di Papa Francesco agli oltre 450 partecipanti al Congresso internazionale sul futuro della teologia, organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’educazione, ricevuti a dicembre nell’Aula delle Benedizioni del Palazzo Apostolico vaticano.

La teologia, luce che fa emergere la Luce

A docenti, ricercatori e decani provenienti da ogni parte del mondo, riuniti alla Pontificia Università Lateranense per riflettere su come ereditare il grande patrimonio teologico delle generazioni passate e così immaginarne il futuro, il Papa dice che quando pensa alla teologia gli viene in mente la luce. È grazie a quest’ultima, infatti, che “le cose emergono dall’oscurità, i volti rivelano i propri contorni, le forme e i colori del mondo finalmente appaiono”. “Discreta, gentile, umile”, la luce “fa sì che le cose appaiano ma senza mettere in mostra sé stessa”, afferma il Pontefice. Allo stesso modo la teologia fa un lavoro “nascosto e umile, perché emerga la luce di Cristo e del suo Vangelo”.

“Da questa osservazione deriva per voi una strada: cioè cercare la grazia e restare nella grazia dell’amicizia con Cristo, luce vera venuta in questo mondo.”

Immaginare il futuro

Ogni teologia, rimarca Francesco, “nasce dall’amicizia con Cristo e dall’amore per i suoi fratelli, le sue sorelle, il suo mondo”, un mondo “drammatico e magnifico insieme, pieno di dolore ma anche di commovente bellezza”. I giorni del Congresso sono importanti, secondo il Papa, per capire “se l’eredità teologica del passato può ancora dire qualcosa alle sfide di oggi” e aiutare “a immaginare il futuro”, in un cammino che “teologhe e teologi” sono chiamati a fare insieme. Tenendo presente che “una teologia di soli uomini è una teologia a metà”, perché “ci sono cose che solo le donne intuiscono e la teologia ha bisogno del loro contributo”.

Il desiderio di un pensiero nuovo

Il Papa esprime il desiderio che la teologia possa contribuire a “ripensare il pensiero”, perché da quest’ultimo derivano sentimenti, volontà e decisioni.

“A un cuore largo corrispondono un’immaginazione e un pensiero di ampio respiro, mentre un pensiero rattrappito, chiuso e mediocre difficilmente può generare creatività e coraggio.”

La prima cosa da fare, per ripensare il pensiero, è guarire dalla semplificazione.

“La realtà è complessa, le sfide sono variegate, la storia è abitata dalla bellezza e allo stesso ferita dal male, e quando non si riesce o non si vuole reggere il dramma di questa complessità, allora si tende facilmente a semplificare.”

L’ideologia: semplificazione che uccide

Un processo, quello della semplificazione, che “vuole mutilare la realtà, partorisce pensieri sterili e univoci, genera polarizzazioni e frammentazioni”, secondo lo stile tipico delle “ideologie”.

“L’ideologia è una semplificazione che uccide: uccide la realtà, uccide il pensiero, uccide la comunità. Le ideologie appiattiscono tutto a una sola idea, che poi ripetono in modo ossessivo e strumentale, superficiale, e come i pappagalli.”

In “antidoto” alla semplificazione il Pontefice propone dunque di far “fermentare” insieme la forma del pensiero teologico con quella degli altri saperi: filosofia, letteratura, arti, matematica, fisica, storia, scienze giuridiche, politiche ed economiche, perché sono “come i sensi del corpo”, ciascuno ha una sua “specificità”, ma hanno bisogno l’uno dell’altro.

“Contribuendo a ripensare il pensiero, la teologia ritornerà a brillare come merita, nella Chiesa e nelle culture, aiutando tutti e ciascuno nella ricerca della verità.”

Una teologia accessibile a tutti

Il Papa parla poi di una tendenza che si manifesta “da qualche anno, in molte parti del mondo: uomini e donne, soprattutto di mezza età, magari già laureati, desiderano approfondire la fede, vogliono fare un cammino, spesso si iscrivono a una facoltà universitaria”.  Di qui l’invito a rendere la teologia accessibile a tutti.

“Per favore, se qualcuna di queste persone bussa alla porta della teologia, delle scuole di teologia, per favore la trovi aperta. Fate in modo che queste donne e questi uomini trovino nella teologia una casa aperta, un luogo dove poter riprendere un cammino, dove poter cercare, trovare e cercare ancora.”

di Lorena Leonardi – Vatican News

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