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“La parola ‘vocazione’ non è scaduta. L’abbiamo ripresa nell’ultimo Sinodo, durante tutte le sue fasi. La sua destinazione rimane il popolo di Dio, la predicazione e la catechesi e, soprattutto, l’incontro personale che è il primo momento dell’annuncio del Vangelo”. (Evangelii gaudium, 127-129)

Dal 3 al 5 gennaio 2025 si è tenuto a Roma, presso il TH Carpegna Palace, il Convegno Nazionale Vocazioni 2025, organizzato in collaborazione con il Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI, con il tema “Credere, sperare, amare. Progettare itinerari di pastorale giovanile vocazionale”. Tre intense e ricche giornate che hanno visto come protagonista la parola Vocazione, introdotte da don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni e da don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile. La tematica che questo Ufficio ha proposto intende cogliere l’invito di Papa Francesco a creare ambienti adeguati nei quali sperimentare il miracolo di una nuova nascita: “in tutte le nostre istituzioni dobbiamo sviluppare e potenziare molto di più la nostra capacità di accoglienza cordiale (…), le comunità come la parrocchia e la scuola dovrebbero offrire percorsi di amore gratuito e promozione, di affermazione e di crescita (…). L’esperienza di discontinuità, di sradicamento e la caduta delle certezze di base, favorite dall’odierna cultura mediatica, provocano quella sensazione di orfanezza alla quale dobbiamo rispondere creando spazi fraterni e attraenti dove si viva con un senso. Fare ‘casa’ è imparare a sentirsi uniti agli altri al di là di vincoli utilitaristici e funzionali, uniti in modo da sentire la vita un po’ più umana. Creare casa è permettere che la profezia prenda corpo e renda le nostre ore e i nostri giorni meno inospitali, meno indifferenti e anonimi. È creare legami che si costruiscono con gesti semplici, quotidiani e che tutti possiamo compiere (…). Così si attua il miracolo di sperimentare che qui si nasce di nuovo (…) perché sentiamo efficace la carezza di Dio che ci rende possibile sognare il mondo più umano e, perciò più divino”. (Cf. Christus vivit, 216-217).

Un evento, questo, che ha visto coinvolti numerosi sacerdoti, seminaristi, consacrati, religiosi e laici impegnati nelle varie parrocchie, istituti e comunità delle diocesi in Italia. Dalla nostra diocesi hanno partecipato sr. Tomasa Quispe e Valeria Conte, e sr. Immacolata che ha rappresentato la sua congregazione. Un’esperienza molto ricca e significativa. 

Il pomeriggio del 3 gennaio è iniziato con un intervento di p. Filippo Carlomagno,s.j. su “La Parola nella Pietra”, in cui ha dato grande importanza a valorizzare le esperienze culturali e artistiche, prendendo spunto dalla grande opera spagnola di Gaudì, La Sagrada Famiglia, come strumenti per intensificare la fede e ringraziare Dio. A seguire è poi intervenuta la prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio, docente di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che ha introdotto il tema “Esercitarsi alla complessità” in cui ha sottolineato come, in modo particolare, i giovani possono porsi nella posizione del servizio con creatività, speranza e misericordia ed essere dunque importanti strumenti di crescita sia personale che comunitaria.

Il secondo giorno è iniziato con un momento di preghiera comunitaria seguito dall’intervento di p. Andrea Picciau s.j., che ha sottolineato l’importanza di progettare percorsi pastorali adeguati alle varie realtà giovanili esistenti cercando di far emergere, in un terreno che sta cambiando, i germogli che sono nascosti nelle pieghe della vita quotidiana fatta di gioie e di dolori. Durante il pomeriggio, tutti hanno partecipato al pellegrinaggio giubilare sul tema “Riscoprire il battesimo” presso la Porta Santa, che è stato un importante momento di profonda e intensa riflessione spirituale.

IL terzo ed ultimo giorno ha visto come protagonista della scena il prof. Ruggero Eugeni, docente di Semiotica dei Media presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha analizzato dettagliatamente il delicato tema del digitale in “Abitare il digitale”, in cui ha evidenziato come oggi internet e l’intelligenza artificiale abbiano influenzato il modo di comunicare, di apprendere e di entrare in relazione con gli altri e di come non bisogna confondere la comunicazione con il semplice contatto virtuale. Si è concluso poi il tutto con un breve riassunto da parte di don Michele Gianola e don Riccardo Pincerato, in cui sono state messe in evidenza le nuove prospettive per la Pastorale vocazionale e giovanile; è infine seguita la celebrazione Eucaristica.

di Valeria Conte

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