La Teologia è discorso (lògos) su Dio (Théos) e si caratterizza come ascolto della Parola di Dio, ossia della Rivelazione, proponendo una rilettura delle altre conoscenze che l’uomo possiede proprio alla luce di questa rivelazione.
Dio si rivela, esce dal suo ineffabile Mistero e si fa evento, ci viene incontro, ci parla, si presenta a noi, si dona a noi e si lascia contemplare chiedendoci fiducia, abbandono, preghiera. Pur restando trascendente, si fa vita immanente, si fa bambino, come Dio personale, per farsi conoscere e farci conoscere noi stessi, intessendo una specifica relazione con noi e con ciascuno di noi.
Ai fini di questo rapporto meraviglioso è necessario l’esercizio della fede, come accoglienza e comprensione del Dio che si rivela; fede, che è atto di fede, contenuto oggettivo della fede ed è risposta personale di fede. Per conoscere Dio lo si deve vivere, vi si deve aderire, lo si deve amare. E come Lui è tre volte Santo, ciascuno di noi è chiamato a essere santo imparando innanzitutto a stare in ginocchio dinanzi al Santissimo.
Pur essendo intuibile per il cuore dell’incontrato e del chiamato cosa sia accaduto, Dio – in un secondo momento – non chiede un’adesione acritica, anzi si lascia comprendere alla luce della ragione scientifica e filosofica dell’essere umano affinché la risposta di quest’ultimo sia convinta, fondata e dunque credibile attraverso una maggiore intelligenza della stessa rivelazione.
Nell’intento di comunicare a tutti la bellezza, la maestosità, la misericordia e la tenerezza di Dio, la Teologia si avvale anche dell’arte quale espressione della creatività umana. L’arte riguarda ciò che è bello e/o ciò che è realistico e si basa su un complesso di regole e di tecniche. L’arte è parola silenziosa e nel contempo eloquente per raccontare l’indicibile.
Quando aderisce a uno scopo sano l’arte è etica. In questo caso può risvegliare, entusiasmare, educare, dare un senso alla vita, ridare fiducia in sé, nell’altro e in Dio, che quel talento lo ha donato e ispirato. Quando è destinata al culto è arte sacra, quando fa riferimento a Cristo e alle verità di fede del Cristianesimo è arte cristiana.
Questo dialogo tra Teologia e arte ha radici antiche ed ha prodotto una vastità di opere e di capolavori affascinanti anche per chi è a digiuno del linguaggio iconografico cristiano. L’arte sacra in particolare riesce: a trasmettere la feconda bellezza del Cristianesimo, il quale è poliedrico perché ricolmato di una ricchezza inesauribile capace di rinnovarsi; a essere luogo della “memoria” per trovare o ri-trovare l’identità cristiana; a sorprendere e a meravigliare.
L’immagine sacra spesso non parla da sola ma necessita della spiegazione della Parola. Per questo è anche una importante risorsa di evangelizzazione.
Tra le figure più emblematiche del Rinascimento italiano vi è sicuramente il toscano Beato Angelico, frate domenicano e straordinario pittore, che nelle sue opere sacre riuscì a trasmettere anche una profonda serenità e contemplazione, come è possibile osservare dalle luminose immagini che raffigurano l’Annunciazione, la Madonna col bambino (particolare del Trittico di Cortona), il Discorso della montagna e l’Incoronazione della Vergine. Si racconta che Michelangelo, dopo aver ammirato, un’Annunciazione del Beato Angelico abbia esclamato: “Bisogna …che quest’Huomo Santo, la vedesse così fatta in Paradiso, già che l’effigiò così bella”.
di Angela Di Scala